I vostri commenti

In questa pagina sono raccolti i commenti, i ringraziamenti, le impressioni di viaggio.
Il riportare quanto inviato da alcuni partecipanti vuole avere il significato di provare a descrivere le emozioni che un viaggio del genere sa suscitare. Tutto quanto riportato è scritto con il cuore, ed è molto bello pensare che oltre agli aspetti turistici, simili viaggi, abbiano intrinsecamente anche risvolti umani profondi, 22 giorni della nostra vita trascorsi insieme ad altre famiglie lasciano una traccia, un segno che difficilmente si cancellerà.


Un ringraziamento va a tutti quanti hanno inviato non solo lettere o e-mail riportate, ma anche SMS telefonici o solamente telefonate, il fatto di non essere citati in questa pagina non significa che il loro commento sia di minore importanza, siete tutti nei nostri cuori.

Un grazie di cuore anche a Natasha, la nostra eccellente accompagnatrice Bielorussa
di Gian Luigi e Ludovica Bonardi


Bello, veramente bello! di Piero e Cinzia Marenco
Carissimo Pino,
per quanto riguarda Ludovica e Gian Luigi (che ho avuto modo di conoscere in molte altre occasioni) e che sono state con me in Russia nel 2003 condivido esattamente quanto tu esprimi, sono persone eccezionali con le quali è un piacere trascorrere una vacanza. Inoltre come hai scritto tu e come hai potuto notare nel viaggio, la loro sensibilità, il loro vivere con gli altri, il loro vivere le emozioni, vanno ben oltre le cose comuni. Sono già stato molte ore in loro compagnia, compresi due mesi in Russia, devo dirti che non le ho mai trovate contrariate o sofferenti per qualcosa.
L'episodio del tamponamento che hanno subito questa estate nel viaggio, la dice lunga, non so quanti altri dopo un episodio del genere si fossero comportati come loro, se ti ricordi non ne hanno mai parlato e si sono goduti al 100% il viaggio come se nulla fosse successo.
Personalmente essere andato in quei luoghi, aver percorso quelle strade, aver incontrato una persona eccezionale come il prof. Morozov mi hanno fatto vivere momenti che non cancellerò mai dalla mia memoria.
Le cerimonie, che abbiamo fatto con il cuore, davanti ai vari cippi che ricordano quanti dei nostri connazionali non sono più tornati in patria sono state anch'esse toccanti e struggenti, in alcuni momenti mi dava fastidio fare anche delle foto, anch'io ho visto alcuni di noi con le lacrime (anche se non avevano un parente in Russia), questo a significare l'importanza di quei momenti.
Chi non ha capito questi momenti non potrà mai capire nulla del significato della vita oltre il piano materiale, ma non darei a loro più importanza di quello che non ha, quello che conta è quello che abbiamo fatto e più che altro, quello che abbiamo fatto perchè sentivamo il bisogno di farlo, senza porci altre domande, anche perchè molte volte, le cose buone, le emozioni positive della vita, il commuoversi per un cippo che ricorda migliaia di morti, sono vissute in modo molto personale e privato e anche perchè, se ne parliamo con qualcuno, se non è la persona giusta, potrebbe non capirci o addirittura pensare che per provare quelle emozioni si possa essere persone un po' "strane".
Per questi motivi mi fa molto piacere ricevere e-mail come il tuo dove racconti le tue emozioni di uomo e dal quale traspare la tua sensibilità, apprezzata personalmente nel nostro viaggio.

di Gian Luigi e Ludovica Bonardi
Caro Pino,
è' comunque interessante e piacevole ripercorrere nel ricordo questo nostro viaggio che mi sembra aver ben risposto alle aspettative della vigilia, sia per quanto concerne il "percorso della memoria" che per quanto riguarda l'itinerario prettamente turistico.
A proposito di quest'ultimo, l'apparente carenza di comodità nelle soste, già ben preventivata nella fase preparatoria, è stata ben bilanciata dai viaggi in pullman, in luoghi anche non previsti, e dalla felice scelta della nostra guida accompagnatrice.

Un abbraccio a tutti e a presto di Pino, Carlo e Adriana Danese

Carissimi Ludovica e Gianluigi,
oggi sarà una giornataccia piena di impegni, ma non posso non rispondervi subito. Tempo fa, appena avuto il vs.indirizzo, vi ho inviato un messaggio che "fissava" le mie forti emozioni del viaggio.
Nella sostanza ringraziavo la sorte per avermi fatto incontrare voi: nei trent'anni di camperismo che ricordo ho incontrato tante persone, coppie, famiglie, che non ho mai dimenticato anche se la vita ci tiene lontani. Non potrò dimenticare le vostre figure che ho apprezzato nei momenti di forte intensità del viaggio, e ce ne sono stati. La solarità di Ludovica e la calma sicura tua, Gianluigi, mi ha colpito nel cuore.
Sarà che sto invecchiando, ma quando penso a quanto avete fatto, a quanta poesia avete dimostrato di avere nel cuore di fronte ai cippi che ricordano i nostri padri morti nella disperazione di non poter ritornare a casa, lontani un'infinità di spazio, in una natura immensamente ostile, con il proprio corpo nelle mani pietose di qualche estraneo o abbandonato nella tormenta e ritrovato tra i fiori della primavera, mi commuovo come se fossi ancora la.
Tanta emozione ho provato davanti alle manifestazioni di umanità del popolo russo
Per quello che mi riguarda, per la preparazione e per gli obiettivi che mi sono dato, il viaggio ha raggiunto tutti gli obiettivi, direi ottimamente: non mi aspettavo di più. E' stato condotto ottimamente anche dalla nostra guida, Natasha, che con la sua solo apparente gracilità, si è dimostrata professionale, seria e capace, sempre all'altezza del compito: E' sempre vero che le difficoltà della vita forgiano le persone, e che queste si possono "pesare" solo nelle vere difficoltà.
Complimenti!
Complimenti anche a Sergio, che ha sempre saputo essere un valido rincalzo nell'assecondare i bisogni del gruppo e dei singoli. Ricordo sempre con piacere la sua "umanità" condita con un po' di saper fare ... alla romanesca. In un viaggio cosi lungo ed impegnativo si è sempre prodigato per soddisfare le necessità dei singoli (chissà cosa ci avrebbe potuto ... procurare ancora e di più).
Chi non è partito con lo spirito giusto, o con altre cose e riserve nel cuore, probabilmente non ha goduto il viaggio come me e come altri. Ma, purtroppo per loro, se lo spirito non c'era, nessuno glielo poteva dare.
Bene ho fatto a chiedere ed insistere, assieme ad altri, che il club fornisse delle garanzie per questo viaggio. Ed il club può fornirle solo attraverso le persone che mette a disposizione.
Complimenti a Piero che ci ha portati fuori molto bene, senza farci avvertire le poche situazioni difficili che un lungo viaggio come il nostro comporta, e su di lui il club non ha sbagliato.
Sento sempre meglio e di più quell'armonia che ho avvertito durante il viaggio con gran parte delle persone partecipanti.
Armonia che avvertivo anche con persone, famiglie, con cui non sono entrato in confidenza a causa del mio essere fondamentalmente schivo, timido.

di Vitto e Nirvana Carion

Carissimi tutti: Beppe, Piero, Pino, Gianluigi, Filippo, Lucio, Lele, Enzo, Rodolfo ed Alberto.
Mi inserisco solo ora nel Vostro importante “dibattito” in quanto assente da Bolzano.
Prima di tutto devo dirvi che aspettavo con una certa ansia che qualcuno prendesse l’iniziativa: ero certo, era giusto che qualcuno proponesse, sul nostro viaggio “La Grandavventura”, le sensazioni personali provate.
A me è stato chiesto all’ultimo momento, di svolgere il ruolo di nr. 2 del gruppo e per amicizia con Piero e spirito di servizio, ho accettato di buon grado e nei limiti delle mie capacità, ho cercato di svolgerlo con animo, cervello e desiderio di collaborazione.
Personalmente non avevo bisogno di “ gradi “ per collaborare o meno per la buona riuscita del “nostro” viaggio – che peraltro avevamo richiesto proprio noi durante il viaggio del 2004 al titolare dell'agenzia.
Non solo come numero 2, ma come Vitto Carion, ho cercato di animare il gruppo, di tenerlo unito, di non far mancare mai la mia disponibilità a qualsiasi piccolo o grande problema, di organizzare incontri conviviali, contrattando, assieme a Natashia o Sergio, sul prezzo “tutto compreso” fino all’ultima Grivna… !
A me e a Nirvana il viaggio “ La Grandavventura” è piaciuto molto ed ha rispettato in pieno le attese che ci eravamo posti nella sua lunga preparazione.
Ovviamente il “percorso della memoria” è risultato una cosa “unica”, sia per le persone incontrate, sia per i luoghi e, non ultimo, per l’apporto emozionale offerto da parecchi di noi partecipanti….
…...Persone come il Prof. Morozov - combatte da una vita e da solo una battaglia contro la burocrazia locale e centrale - sono rare. Nel suo libro “ Dalla lontana infanzia di guerra” ci racconta che nel 1942 aveva 10 anni e viveva a Rossosch dove c’era il comando del Corpo d’Armata Alpino.
Morozov era uno dei tanti ragazzi russi, i malenki, che la guerra aveva resi orfani,o dispersi, o vagabondi,o piccoli partigiani. Così lo ricorda lo scrittore Mario Rigoni Stern diventato nel frattempo suo grande amico:…Alim, caro malenko , cresciuto tra gli orrori della guerra, anche tu, ora, sei diventato nonno, dieduska , e guardi ai tuoi nipoti come tutti i nonni del mondo, e racconti la tua storia perché ami la pace. Noi, tuoi “nemici” vediamo in te tutti i ragazzi russi che allora soffrivano e piangevano, e la tua gente, e le donne che di noi avevano pietà e pena. Grazie per questa tua storia che ci illumina di pace e speranza!
…i bambini che rispondevano ai nostri saluti ed ai nostri modestissimi omaggi con sorrisi caldi, affettuosi ed offerte di piccole mele. Ci ricorderemo tutti del grido da stadio ..Italia..Italia... dei bambini ospiti della colonia…
…le persone anziane incontrate che, appena sapevano da dove venivamo, ci chiamavo fraternamente “Italjanski” ed i loro occhi sembravano dire, come tanti anni prima, “Mir!Mir!” Pace, pace…
… le lacrime che ognuno di noi ha versato nel ricordo dei nostri cari ed eroici soldati che, in quei luoghi lontani, hanno vissuto una immane tragedia, dove il confine tra la vita e la morte era legato ad un niente.
Ed allora mi sono tornate in mente le parole che aveva detto nel nostro incontro lo scrittore Mario Rigoni Stern:
… nella steppa, tra la neve, vicino o dentro le isbe… ovunque.. ovunque andrete lungo il vostro viaggio nella zona tra Charkov ed il Don in ogni isba, in ogni villaggio, in ogni angolo ci saranno degli alpini morti! Portate rispetto, Ricordatevelo!
…le parole di Gianluigi, il canto di Ludo, il nostro “Fratelli d’Italia” cantato da tutti i presenti, i fiori, i simboli che abbiamo deposto presso i vari cippi a ricordo, resteranno fra i più bei ricordi dei nostri viaggi e nulla e nessuno potrà renderceli meno luminosi!
La parte turistica del nostro viaggio, pur rappresentando la parte meno importante, ha avuto dei risvolti interessanti, legati però molto alle persone del gruppo.
…è bello stare in compagnia di Amici ( sono tentato di metter nomi e cognomi, però non vorrei dimenticarne qualcuno) e godere assieme di un bel paesaggio, di un tramonto, di un monumento,di una Chiesa, di una cena consumata sia sotto il diluvio che un cielo stellato… di una cantata fino a perdere la voce…
…fa piacere scendere dai nostri mezzi e scambiarsi impressioni, sensazioni… sentire i pareri ed i consigli degli “esperti” dei motori, ascoltare i vari menù che le donne hanno intenzione di preparare…
… è divertente girare da un camper all’altro ad offrire e farsi offrire caffè, grappa, biscotti, nocino, limoncello… unico escluso .. Piero! Però sempre sorridente e pronto con la digitale.
…è simpatico aspettare e commentare poi i “pensierini” del nr. 3 sempre arguti e puntuali…e commentarli nel silenzio dei nostri mezzi e non con un semplice: …bello...ricevuto!
Il viaggio di ritorno è stato uno spasso. Consci che dovevamo arrangiarci, fra alcuni equipaggi, abbiamo stretto un patto di ferro!
Tra viaggio, soste, cene ed altro abbiamo dato vita ad una famiglia “allargata”. Anche quando ognuno doveva cambiare direzione, ci siamo sempre tenuti in contatto – sia col magico canale 1, sia con sms - fino al raggiungimento della propria meta….. e non è stare INSIEME questo?

di Gian Luigi e Ludovica Bonardi
Cari Pino e Piero,
non avendo potuto ieri sera, rispondo in una pausa di lavoro.
Ho ricevuto i Vs. e-mail con oggetto riferentesi al viaggio della memoria verso il Don, con i quali avete fatto a me e Ludovica tanti complimenti per l'apporto dato. In realtà tengo a precisare che ogni nostro intervento è stato dettato da un normale desiderio di fare comunità, e di "esserci" insieme a ciascun altro, comunque la pensasse. I nostri interventi hanno avuto come unica ispirazione l'idea che eravamo insieme a compiere gesti importanti, a fare un viaggio che comunque ci sarebbe rimasto dentro.
Ed ecco che l'improvvisazione ci ha quasi sempre preso la mano, e con la compiaciuta complicità di chi era preposto al buon andamento dell'insieme, abbiamo realizzato ciò che sapete, in un contesto che altrimenti avrebbe potuto rimanere, in alcune circostanze, pura cronaca. Abbiamo così improvvisato la biblioteca, i pensierini, di cui è stata distribuita una quantità abnorme, la cerimonia sul cippo di Livenka, con la lettura del brano del generale Odasso e il canto di Ludovica, e l'altra cerimonia su monumento ai caduti con la lettura del mio brano "Livenka voci senza nome" la ripetizione del canto di Ludovica e l'Inno di Mameli; il bacio e l'abbraccio alla mia quasi coetanea signora Russa ad Opit, memore dei nostri alpini.
Grazie ancora dei complimenti, ma sono anche troppi; tutto ciò per noi è normalità, è voglia di comunicare divertendo o commuovendo, è voglia di scherzare coinvolgendo chiunque ci stia intorno, con sincerità e spensieratezza, come dovrebbe essere per ogni membro di un gruppo. Con questo spirito abbiamo coinvolto in un breve "show" anche le nostre sentinelle in Crimea; abbiamo suggerito a Claudio la "sceneggiata" di recarsi urlante con mano fintamente insanguinata presso il camper di Giuseppe (il medico); abbiamo dato il via al falso intendimento fra quest'ultimo e Pina, abbiamo soggiaciuto ad un botto nel "di dietro", abbiamo tentato di improvvisare un girotondo con i bimbi dell'asilo di Rossosh (cosa non riuscita), e ci siamo divertiti a contare, nel sonno, le frecce dimenticate accese da Vitto.
Non tutto però è stato improvvisazione, come il compito, inatteso, di fare da "cameramen", che Ludovica ha cercato di assolvere con dedizione tanto assidua che ne ho quasi sempre subìto l'assenza, nei momenti più "turistici".
Mentre ringrazio Pino che ha voluto esprimere il proprio parere sul viaggio appena intrapreso, sarebbe comunque interessante conoscere il pensiero di altri in merito. Sapere i pro ed i contro di un'esperienza è certamente utile per favorire altri che volessero fare la medesima esperienza. E', ad esempio, interessante sapere che qualcuno ha giudicato negativamente l'ostentazione della nostra bandiera di club, perchè considerata non adatta ai momenti di cerimonia e perchè comunque onnipresente ed utilizzata troppo come "promozione" e che qualche altro si è dissociato dal "discorso della memoria", ritenendo che di certe cose sia meglio non "ricordare" o ancora il lamento del simpatico Giuseppe (il medico), che ha ritenuto un errore non aver approfondito anticipatamente la tipologia e le dinamiche di un viaggio che poco era compatibile con la partecipazione di due ragazzi di 9 e 11 anni bisognosi di compagnia coetanea e comunque di altro tipo di divertimento più adatto alle loro esigenze. Anch'io, se avessi avuto la loro età, avrei trovato motivi di noia nell'essere sempre impegnato a visitare musei, cattedrali e cippi...meno male che spesso c'erano Perri e Pepita (i nostri simpatici barboncini) a distrarli. Quello che conta è che nell'economia di un viaggio come il nostro tutto ciò non riesce a ridimensionare la buona riuscita della Grandavventura stessa, sicuramente riproponibile a chi ne sappia cogliere giusto significato e sostanza.
Ora il tempo è tiranno... saluto e abbraccio tutti

di Marzia, Greta e Pippo Lentini
Carissimi compagni della Grandavventura,
ci inseriamo soltanto ora nel vostro "dibattito" , nel quale vi ringraziamo di averci inserito. La nostra partecipazione al viaggio, fino all'ultimo rimasta in forse a causa dei nostri problemi famigliari, con il passare dei giorni però ci rendevamo sempre più conto che l'avere la fortuna di essere in viaggio con tutti voi, il riuscire a condividere e a vivere con assoluta profondità i giorni del Don, il percorrere insieme centinaia di chilometri fra quei girasoli che ci sorridevano ascoltando le vostre voci, il ritrovarci ogni mattina pronti per la partenza e poi la sera alla meta ad affrontare con la vostra serenità ogni qualsivoglia evento più o meno positivo o problematico del viaggio, gustare le piccole grandi tavolate, tanto invidiate quanto piacevoli al''insegna della semplicità e le cantate allegre serali .........tutto questo abbiamo imparato giorno dopo giorno a godercelo......
Dal nostro intimo cogliamo quindi l'occasione per ringraziare tutti voi e per esprimere un parere assolutamente positivo sulla nostra, e sottolineo nostra, Grandavventura; chi ci conosce a fondo come voi ha saputo cogliere nelle nostre espressioni la nostra grande gioia di essere lì e la nostra sana voglia di stare semplicemente e spontaneamente in compagnia senza mezzi termini o secondi fini!
La bandiera poi........che fastidio poteva dare...era solo il simbolo della presenza della nostra associazione .......grazie alla quale ( e non dimentichiamocelo) siamo arrivati fin là. Beh, ora vi lasciamo, ma non possiamo che concludere augurandoci che nel futuro ci possano essere altre nuove opportunità per poter "respirare" con tutti voi quell' "aria di serenità" che ci si augura di trovare durante le vacanze e di cui ricerchi la boccata quando durante l'inverno combatti con lo stress quotidiano....e allora apri l'album di quelle foto e rivivi le sensazioni piacevoli e profonde e soprattutto vissute.

Un abbraccio a tutti di Gian Luigi e Ludovica Bonardi
Cara Nirvana,
ho letto tutto d’un fiato ma con attenzione il tuo diario della “Grandavventura”, e per tutto il tempo della lettura non mi sono accorto di ciò che mi stava intorno, come se rivivessi in un sogno speciale tutto il nostro percorso di viaggio. Solo la tua firma in calce mi ha dato la “scossa”, e mi sono ritrovato seduto sul divano di casa, sotto la grande lampada alogena, con Perri e Pepita appoggiati sulla destra e sulla sinistra, increduli nel vedere che il mio braccio destro aveva smesso di condurre la mia mano a spostare i fogli già letti. Inutile dire che ho gradito moltissimo il tuo diario, che mi ha fatto rivedere come in uno specchio i volti, le immagini, i luoghi, offrendomi l’opportunità di riascoltare come da cd le voci, i canti, le conversazioni, e facendomi rituffare nella commozione dei ricordi. E’ una cronistoria circostanziata, assolutamente fedele al vissuto, un bel regalo.
Fra le righe fa rivivere molto di ciò che non traspare dalle parole scritte, di ciò che occupa la parte più segreta delle nostre sensazioni e dei nostri ricordi.
Un bel diario, a mio parere, sa dare di più di un bel film o di una infinita serie di fotografie, che appagano per lo più la voglia di rivedersi.
Nelle pagine ben scritte invece si assaporano sentimenti, si rivedono immagini, si risentono voci e si ravvivano sensazioni come nessun altro mezzo sa ricreare, per la soddisfazione del ricordo.
Grazie ancora e a rivederci presto