La grande guerra

CAMPER CLUB LA GRANDA ITALIA
LA SEZIONE TRIVENETO PROPONE UN RADUNO ITINERANTE:
Da CAPORETTO AL PIAVE in occasione del centenario dello scoppio della GRANDE GUERRA dal 29/05/2015 al 02/06/2015

Alcune notizie sui luoghi da visitare

Sacrario Militare di Redipuglia
Il sacrario militare di Redipuglia è un monumentale cimitero militare situato in Friuli Venezia Giulia, costruito in epoca fascista[1] e dedicato alla memoria di oltre 100.000 soldati italiani caduti durante la prima guerra mondiale. Sorge all'interno del territorio comunale di Fogliano Redipuglia in provincia di Gorizia. Il monumento è il fulcro di un parco commemorativo di oltre 100 ettari che comprende una parte del Carso triestino-goriziano, teatro durante la Grande guerra di durissime battaglie (battaglie dell'Isonzo). Le enormi dimensioni e l'ampia area coinvolta a parco della memoria ne fanno il più grande sacrario militare d'Italia e uno dei più grandi al mondo.
Il sacrario serve come luogo di commemorazione per tutti i 689.000 soldati morti durante la prima guerra mondiale. La grande scalinata di pietra che forma il sacrario di Redipuglia è collocata direttamente davanti alla collina di Sant'Elia, sede del precedente cimitero di guerra i cui resti furono traslati nell’attuale sacrario monumentale. Tutta l’area è stata convertita a parco del "ricordo" o della "rimembranza": gallerie, trincee, crateri, munizioni inesplose e nidi di mitragliatrice sono stati conservati sul sito a ricordo della guerra.

Cividale del Friuli
Cividale del Friuli,  o  semplicemente Cividale (Cividât in friulano standard, Zividât in friulano centro-orientale, Čedad in sloveno) è un comune italiano di 11.632 abitanti della provincia di Udine in Friuli-Venezia Giulia.
Fondata da Giulio Cesare con il nome di Forum Iulii, da cui poi ha preso il nome tutta la regione, divenne la capitale longobarda del Friuli.


Caporetto (Kobarid)
La battaglia di Caporetto, o dodicesima battaglia dell'Isonzo, venne combattuta durante la prima guerra mondiale tra il Regio Esercito italiano e le forze austro-ungariche e tedesche.
Lo scontro, che cominciò alle ore 2:00 del 24 ottobre 1917, rappresenta la più grave disfatta nella storia dell'esercito italiano, tanto che, non solo nella lingua italiana, ancora oggi il termine Caporetto viene utilizzato come sinonimo di sconfitta disastrosa.
Con la crisi della Russia dovuta alla rivoluzione, Austria-Ungheria e Germania poterono trasferire consistenti truppe dal fronte orientale a quelli occidentale e italiano. Forti di questi rinforzi, gli austro-ungarici, con l'apporto di reparti d'élite tedeschi, sfondarono le linee tenute dalle truppe italiane che, impreparate a una guerra difensiva e duramente provate dalle precedenti undici battaglie dell'Isonzo, non ressero all'urto e dovettero ritirarsi fino al fiume Piave.
La sconfitta portò alla sostituzione del generale Luigi Cadorna (che cercò di nascondere i suoi gravi errori tattici imputando le responsabilità alla presunta viltà di alcuni reparti) con Armando Diaz. Le unità italiane si riorganizzarono abbastanza velocemente e fermarono le truppe austro-ungariche e tedesche nella successiva prima battaglia del Piave riuscendo a difendere a oltranza la nuova linea difensiva su cui aveva fatto ripiegare Cadorna.

Fagarè della Battaglia
Il Sacrario Militare di Fagarè della Battaglia è uno dei principali monumenti funebri dedicati ai caduti della Grande Guerra. Si trova poco distante dalla riva destra del Piave, in un punto strategicamente rilevante durante la Battaglia del Solstizio, dove il letto ghiaioso del fiume si restringe e crea una grande ansa. Ospita i corpi di 5.191 soldati italiani riconosciuti, di un austro-ungarico e di un americano nonché le spoglie di 5.350 combattenti rimasti ignoti.
Il Sacrario che oggi si può visitare venne costruito nel 1933 dall'architetto Pietro del Fabbro e terminato due anni più tardi. In realtà, un primo monumento esisteva già dal 1919 quando Alterige Giorgi pensò ad un grande obelisco che ricordasse i caduti italiani e che celebrasse la recente vittoria italiana sull'esercito austro-ungarico. Questa grande opera fu affiancata poi da 4 bassorilievi ideati dallo scultore triestino Mascherini che ripercorrevano le tappe salienti del conflitto: "24 maggio 1915 L'entrata dell'Italia in guerra", "24 ottobre 1917 La barbarie nemica sul suolo della Patria", "15 giugno 1918 Di qui non si passa" ed infine "3 novembre 1918 Trionfo delle armi italiane". Ma il regime fascista, il quale aveva intrapreso la celebrazione della vittoria italiana con la costruzione di grandi sacrari (Redipuglia, Monte Grappa e Asiago su tutti), decise di ampliare ulteriormente questo luogo della memoria. Pietro del Fabbro pensò quindi ad una grande esedra di nove navate che custodisse i loculi dei caduti e che circondasse l'obelisco originale.

Isola dei Morti

Uno dei luoghi più simbolici nella zona del Medio Piave è senza dubbio l'Isola dei Morti, una piccola superficie in mezzo al fiume compresa tra il versante settentrionale del Montello e il paese di Moriago della Battaglia. Il nome richiama al macabro ritrovamento, nei giorni successivi alla Battaglia Finale, di migliaia di corpi senza vita di Arditi italiani, trascinati qui dalla corrente oppure colpiti dai proiettili austro-ungarici mentre cercavano di raggiungere l'altra sponda. Da subito questa isola divenne un luogo in cui si celebrò il grande sacrificio di questi soldati negli ultimi giorni di guerra.
Negli anni '20 venne eretta una piramide di pietra con in cima una croce creata con del filo spinato e un elmetto. Sulle quattro pareti sono state collocate altrettante lapidi in pietra che riportano la poesia "La preghiera di Sernaglia", composta da Gabriele D'Annunzio nel 1918. Nel secondo dopoguerra il parroco di allora, Don Pietro Ceccato, propose la costruzione anche di un Santuario da dedicare alla Madonna, progetto che venne accolto dal vescovo di Vittorio Veneto e che vide la luce nel 1965. Infine, nel 1991, l'Associazione Artiglieri di Moriago della Battaglia inaugurò un secondo monumento intitolato "Vita per la Pace", opera dello scultore Mario Balliana. In questo luogo così particolare, sulla sponda del fiume Piave oltre il Montello, si sviluppò l'offensiva della Battaglia della Vittoria che portò alla conquista di Vittorio Veneto e alla fine della Grande Guerra.
Sacrificarono la vita migliaia di giovanissimi soldati, i diciannovenni Ragazzi del '99.
Il nome di questo luogo, ora meraviglioso giardino lungo il Piave, è dovuto al fatto che tutto il terreno era ricoperto di soldati caduti in battaglia e i commilitoni avanzando dovettero farsi largo in quello spettrale scenario.

Immagini dal raduno itinerante della grande guerra