Poesie e pensierini

Poesie e Pensierini del viaggio

Le Poesie ed i Pensierini realizzati da Gian Luigi e letti, alcuni via CB da Ludovica per tutta la carovana durante il viaggio ed alcuni durante il benvenuto iniziale o per i saluti finali riportano le emozioni che i luoghi visitati, le situazioni di vari momenti.
A Gian Luigi i nostri complimenti per quanto ci ha voluto regalare.


GRANDAVVENTURA 1 – PENSIERINI CHE PASSIONE.

Improvvisati per caso e per gioco la prima volta nel viaggio dei 44 camper de La Granda in “Russia 1”, i “pensierini” sembrano essere diventati una consuetudine nei viaggi da me fatti in pullman di vacanze pasquali, estive o di fine anno. L’idea ha avuto origine nel “pensierino del saggio” che in tempi vicini alla mia infanzia chiudeva “Carosello” provocando il fatidico “piccoli a letto” da parte degli adulti. Qualcuno di Voi ricorderà il cinesino che sentenziava: “…dice il saggio…”.
Il gioco, il cui scopo iniziale era anche semplicemente il tenere svegli al mattino o alla sera i guidatori dei camper nelle tappe prolungate, è comunque piaciuto e scherzosamente mi è stato affibbiato per questo l’appellativo di “poeta”. La facilità di comporre versi in rime è stata anche per me una piacevole scoperta, tanto che, tornato da Mosca e San Pietroburgo, ho avuto la tentazione di ampliare il “gioco”, ed è nato il “diario in rime” dell’intero viaggio dell’estate 2003. Così il “gioco” dei pensierini ad ogni nuova occasione si è fatto più adulto, puntando sull’“humor” satirico e apparentemente bambinesco e adolescenziale. Forse proprio questo metodo rende efficaci, accettabili e perfino richiesti i “pensierini”.
Con questo metodo intendo offrire il ricordo di improvvisati appunti di viaggio trasformando in brevi parole ritmate ciò che vediamo, che udiamo, che sentiamo dentro, che ci piace o che non ci piace, ed il come, il perché, il dove, il quando del nostro andare errando per il mondo insieme, portando nel cuore e in ogni sosta il nostro canto vagabondo.
Ecco, forse la funzione del “pensierino”, anche se espressa in modo puerile, è proprio questa, creare in modo scanzonato e personalissimo un minimo comun denominatore per il nostro voler essere e ritornare ad essere insieme a ricordare.
Il “pensierino” è divenuto così un nostro segreto che sta al di là del buco della chiave, e ci dà l’opportunità di vedere oltre i ricordi, di sentirci complici e partecipi, di osare anche là dove le parole non possono esprimere tutti i nostri pettegolezzi, le nostre preferenze, le nostre lamentele, le nostre piccole invidie, gli elogi e i complimenti da mescolare tra mal nascoste lacrime di commozione, abbracci e sorrisi.
Con questo spirito, prima timidamente, poi con maggiore cipiglio, i “pensierini” sono stati protagonisti anche nella Grandavventura 1 dal Don al Mar Nero, attraverso la voce della mia Ludovica, che ringrazio per la collaborazione preziosissima insieme a tutti gli ascoltatori nolenti o consenzienti, e con le più sentite scuse ed affetto per chi avessi, mio malgrado, annoiato o disturbato
Gian Luigi

GRANDAVVENTURA 1 DEI VENTIDUE

4 agosto – Polonia : Medyka tra Polonia e Ucraina
Il 3 agosto tutti i partecipanti si sono riuniti in un parcheggio di Medyka, presso il confine Polonia/Ucraina, ove sono state diramate le direttive relative al viaggio, con assegnazione di incarichi, ritiro documenti e consegna dei numeri di colonna. E’ stato il primo impatto per ritrovare vecchi amici e fare nuove conoscenze; il momento della gioia di esserci e della curiosità per le incognite del viaggio.
L’indomani di primo mattino si è formata la prima colonna per la prima dogana, e alla partenza il baracchino ha emanato il seguente primo timido pensierino augurale:

Anche se l’alba è grigia, o camperista,
stàmpati sulla faccia un bel sorriso;
di buon umore fai tanta provvista
e ad ogni cosa sappi far buon viso.  
   

4 agosto – Ucraina : Leopoli
La sosta a Leopoli è stata in un motel-villaggio nuovo di zecca, con costruzioni in legno, pareti in cemento bianco, tetti rossi, prati verdi (che a calpestarli eran 10 euro di multa) ed un laghetto bleu con tanto di barchette e pedalò pronte per l’uso. A disposizione anche doccia in hotel, acqua ed elettricità, oltre ad uno scarico no-comment. Tutto ciò è sembrato comunque affievolire la stanchezza della prima tappa del viaggio con dogana, che l’indomani è proseguito con la lettura del seguente semplice pensierino del mattino in decasillabi:

Se al camperista non fai mancare
laghetto, doccia ed elettricità,
lui, soddisfatto, s’appresta a cenare
col cuore pieno di felicità.     


5 agosto – Ucraina: da Leopoli a Kiev
Il precorso di circa 580 Km. da Leopoli a Kiev, ha messo a dura prova guidatori e navigatori. I mezzi hanno oltrepassato pianure e colline, foreste e coltivazioni di mais e tanti, tanti girasoli. I paesi di tanto in tanto rallentavano il nostro percorso, così come i veicoli indigeni d’altri tempi che, sfidando le leggi della meccanica, oltre che del buon senso, cercavano in tutti i modi di sopravanzare il nostro serpentone, che mano a mano si allungava. Veniva così resa difficoltosa la rimonta agli amici di coda, che ogni tanto affidavano al silenzio anche il loro familiare ”OK ricevuto!”. Comprendendo le difficoltà di tappa, ad un primo ricompattamento dopo il rifornimento, il baracchino, ha diramato i seguenti “consigli ai guidatori”:

Da Leopoli a Kiev c’è tanta strada,
si consiglia: tenere le distanze,
non fermarsi ai cavalli a offrire biada,
dei puffi evitar le intemperanze,
non bere vino fino all’imbrunire,
non intasare troppo il baracchino,
non assuefarsi al tiepido dormire
ed ogni tanto fare uno spuntino.  
   

Il pensierino dei consigli, a distanza di giorni, appare come un sintetico ma efficace codice di comportamento per ogni guidatore camperista che, in colonna, voglia percorrere itinerari in paesi stranieri lontani e a volte sconosciuti allo stesso turista itinerante. Ma dopo aver citato i guidatori, come non citare anche quei navigatori che hanno fatto da angeli custodi ai manovratori delle “casette a quattro ruote”? Detto fatto, a sera il baracchino ha elogiato i solerti navigatori, provocandone anche il risveglio immediato dal torpore del lungo viaggio, con i seguenti endecasillabi:

Navigator che vieni da lontano
portando il camper dentro l’avventura,
controlla il guidator: che la sua mano
regga il volante attenta e più sicura.
Fagli così da angelo custode,
trova percorsi, traccia itinerari
ed otterrai per voto dieci e lode
quando raggiunti avrai luoghi più rari.   
 


6 agosto - Ucraina: in campeggio a Kiev

Nel viaggio verso Kiev il tempo ci è stato anche tiranno, con scrosci temporaleschi che a tratti rendevano invisibile il percorso. In queste condizioni il traffico si è fatto più intenso, con continui rallentamenti e rocamboleschi sorpassi. Numero uno ha iniziato il sorpasso di un lento autoarticolato; numero due ha tentato di seguirlo, ma dal sipario di bufera gli si è accostato improvvisamente sulla sinistra un mezzo antidiluviano, che, sbandando, ha frenato e riaccostato verso destra, costringendo anche numero due a una brusca ma controllata frenata. Numero tre, il sottoscritto, si è avveduto a distanza del pericolo ed ha affondato più volte il piede sul freno…il camper ha sbandato, ha slittato ma si è fermato a qualche centimetro da numero due. Ludovica ha tirato un mezzo sospiro di sollievo, interrotto bruscamente da un fragore sul retro…il povero numero quattro non ce l’ha fatta, proprio mentre numero due, fortunatamente, aveva appena ripreso la marcia. A ricordo dell’infausto evento, il mattino del giorno successivo un breve pensierino:

Viaggiando come l’Aretino Pietro
stavolta l’ho beccato nel di dietro.
Meno male che a Kiev questa giornata
andremo a piedi in lunga passeggiata.
Il pericolo è, a questo punto,
di tornare con piede assai consunto,
ma restiamo comunque un po’ ottimisti:
siamo o non siamo forse camperisti   
 

7 agosto – Ucraina: in campeggio a Kiev
A Kiev la sera del 6 abbiamo cenato insieme al ristorante e cantato insieme fino ad ora tarda. Il giorno successivo, il 7, siamo andati con un pullman alla visita turistica. Tornati a sera, era desiderio di tutti fare una bella tavolata insieme, ma il maltempo ha creato un fuggi fuggi generale quando già erano stati appostati i primi tavolini. All’uscita dal camper vengo invitato ugualmente a sfidare le intemperie in una nuova più corta tavolata protetta da tendalino con appesi impermeabili, pezzi di tendaggi, ombrelli ed altro materiale antipioggia. Con noi Sergio e Natasha. Il breve pensierino che segue è a ricordo di quell’umida avventura e di Perry e Pepita che, fin dal primo giorno, non avevano ancora terminato i loro spudorati approcci amorosi protrattisi anche davanti a pubblico minorenne (alludo soprattutto ad Alberto e Francesco, poi divenuti loro assidui accompagnatori):

Fummo a cena nell’ammollo
con rigagnoli nel collo,
e Natasha s’è goduta
tagliolini e “pasta asciuta”.
Notte folle dei cagnetti,
sono gli ultimi dispetti.
    

8 agosto: Ucraina: da Kiev verso Poltava
Il tempo era ancora incerto, al mattino pioveva incessantemente, ma si aveva voglia di scherzare. L’argomento più gettonato dai baracchini era il presunto flirtare richiesto da Pina al nostro simpatico unico e insostituibile medico di gruppo, il numero 14. E quale avrebbe potuto essere l’occasione più ghiotta? Ma certo, un bel mercatino fa sempre trovare a suo agio Pina anche nel bagnato.

Temporale e scroscio d’acqua,
la casetta si risciacqua
e pian piano, brava brava,
va a raggiungere Poltava.
Chiede il medico alla Pina
che si fa questa mattina?
Pina al medico risponde:
con te shopping fra le onde.
    

Mentre le nostre ruote scivolavano sull’asfalto ondulato e viscido, alcuni, che si ritenevano “poco acculturati”, lamentavano di sentirsi come di “seconda categoria”, rispetto alla “prima categoria” del “gruppo culturale” dei laureati e specialisti, che, approfittando del tempo a disposizione, trattavano argomenti di storia, geografia, culinaria, geologia, zoologia, meccanica e termodinamica, con citazioni di nomi, date, formule scientifiche. Come ben sappiamo dai nostri saggi, l’abito non fa il monaco, e la comunità ha quasi sempre meno bisogno di un architetto di seconda mano che di un operaio di prima categoria. L’istanza è stata comunque accolta e la risposta del baracchino non ha tardato ad esprimersi, attraverso l’acuto pensierino:

Il notaio non sa fare il pane,
né il poeta sa eriger palazzi;
l’intellettuale non vende banane
ed il dottore non tesse arazzi,
ma per fortuna c’è qualcun altro
che sa aiutarci per tutto il resto
e con perizia e cervello scaltro
si fa apprezzare per ogni suo gesto.


L’ora della sosta spesso coincideva con il rifornimento di gasolio e con il pranzo. In Ucraina è meglio non bere alcolici a mezzogiorno, potrebbero essere fatali in caso di fermata dei puffi (termine coniato dalla Granda per indicare la polizia locale). Alla ripartenza la raccomandazione resta nel ricordo del seguente pensierino riflessivo:

Se nel pranzo a mezzogiorno
bevi un bel bicchier di vino
togli il medico di torno
ma il pericolo è vicino:
attenzione ad ogni puffo;
se ti ferma sono guai,
riempi il palloncino buffo…
e la multa beccherai.  
   

9 agosto - Ucraina: si va verso la Russia
Il compito di effettuare riprese “ufficialmente” è stato affidato a sorpresa il primo giorno al nostro equipaggio, e Ludovica ha risposto “obbedisco!”. Risultato: l’equipaggio ha goduto, è vero, di una imprevista posizione privilegiata in colonna (numero tre), con possibilità di effettuare a propria discrezione manovre fuori posto. Di questa facoltà non ha però ritenuto di approfittare, dato che si sono volontariamente presentati altri come protagonisti per tale compito, con promessa di occuparsi del successivo montaggio. Numero diciotto e numero diciannove saranno quindi i nostri registi, e da ciascuno, in una speciale gara che li ha visti già da subito rivali, ci aspettiamo del proprio meglio ed una calorosissima stretta di mano per i risultati, con i nostri più sinceri complimenti. Nel frattempo il baracchino, mentre il sole ci ridava fiducia, ha diramato questo elogio all’operatore cineamatore:

Strada a rotaie tra i girasoli,
sole splendente, colonna compatta,
col diciannove che sembra s’involi:
lui fa riprese, la moglie scatta.
Del risultato abbiamo certezza
e siam sicuri che apprezzeremo
sia la premura che la destrezza
quando nel video ci rivedremo.     


9 agosto: dogana di Kharkiv tra Ucraina e Russia

Il problema delle dogane affligge il turista, soprattutto il turista itinerante che deve “esportare” il proprio mezzo di trasporto e documentare adeguatamente proprietà, assicurazione, carta verde, visti e permessi, sottoscrivendo dichiarazioni di assenso e di consenso per l’entrata e l’uscita del mezzo e dei suoi occupanti (nel nostro caso anche dei cagnetti, muniti di regolare passaporto e dichiarazione veterinaria di buona salute). Sono quindi ore di attesa, e l’abilità dei nostri accompagnatori Sergio e Natasha ha primaria importanza. Non resta a volte che affidarci alla preghiera vero il santo protettore del luogo, per l’occasione San Nicolao, come risulta dal pensierino spontaneamente richiesto:

Se avessimo chiesto a Rita da Cascia
di dare una mano a Sergio e Natasha;
se avessimo chiesto a Santa Lucia
di far proseguire ai camper la via;
se avessimo chiesto a fata Morgana
di farci passare anche questa dogana,
ci avrebbe risposto il mago Merlino:
“stai fermo ed aspetta, turista cretino!!”
Ma san Nicolao che dall’alto ci ha visto
sbloccò la frontiera: “scusate se insisto
ma questa colonna ha diritto d’uscita,
ne faccio questione di morte o di vita!”  
   

10 agosto - Russia: Belgorod;
11 e 12 agosto – Russia: Rossosh

A questo punto del viaggio siamo entrati nell’atmosfera della memoria storica, motivo della prima parte della nostra Grandavventura. Per rispetto i pensierini hanno osservato il dovuto silenzio. Il giorno 9 dalla frontiera di Khartiv si è proseguito per Belgorod, raggiunta il giorno 10, quindi per Rossosh ove soggiornammo i giorni 11 3 12, durante i quali abbiamo visitato Livenka (Nikolajewka) con il famoso terrapieno e il monumento dedicato agli alpini, abbiamo visto la collina di Arnautovo, ci siamo spinti sino al Don per conoscere Nova Kalitva, la prima falla delle nostre linee e più tardi Opit, sede provvisoria del quartier generale della Tridentina prima dell’avanzata vittoriosa per rompere la sacca. Un affettuoso bacio ad una ex bambina di quei tempi e la sera del 12 avevamo così tanti pensieri che un pensierino in più avrebbe fatto traboccare il vaso.

13 agosto – Russia: uscita da Rossosh
Da Rossosh abbiamo puntato sulle strade dei Cosacchi, per raggiungere in seguito la Crimea. Un auto di puffi si è posta davanti alla colonna per un lungo tratto. Di primo mattino qualcuno ha avuto astinenza di pensierino, e il baracchino si è affrettato ad improvvisare qualcosa che ricordasse le nostre rappresentanti femminili, esprimendosi come segue:

Con Alfonsina, Cinzia e Nevea,
con Donatella, Marisa e Nirvana
prendiamo strada verso la Crimea
e il luogo del ricordo si allontana.
Con Ludovica, Maura, Franca e Greta
e con altre signore e signorine
presto raggiungeremo quella meta
coi puffi che ci scortano alla fine.


13 agosto – Russia : da Rossosh a Novokerkask
La strada da percorrere era lunga e difficoltosa per il traffico disordinato, Si cercavano le cicogne, ci si è imbattuti in numerose strettoie per lavori in corso, si è passati pochi alla volta. Malgrado tutto non ci si è annoiati, c’era il tempo per osservare, ascoltare, conversare. A lato della strada erano numerosi i cani randagi, coppie stravaganti di vagabondi, ogni tanto penosamente schiacciati in mezzo all’asfalto, o scaraventati sui bordi. Superato ogni ostacolo ci si è ricompattati, e il baracchino ha raccontato:

Auto in rimonta, camion bloccati
lavori in corso, sbando totale.
Soltanto in sei sono passati
c’è tutto il tempo per un baccanale.
Sale da destra un trabiccolo pazzo,
code a sinistra anche contro corrente.
Di girasoli facciamo un bel mazzo
noi che soltanto abbiam guida prudente.
Scorre la fila su strada infinita.
Francesco e Alberto san cosa fare:
dan la merenda a Perry e Pepita.
Dal sette in poi stan lì ad aspettare.
Ecco, la strada ora viene sbloccata,
stiam ripartendo, guardiamo l’orario;
s’e persa quasi una mezza giornata
e, sia ben chiaro, mettiamolo in diario
    

14 agosto - Russia: Novokerkask
Pomeriggio inoltrato del 13, raggiungiamo Novokerkask e ci posizioniamo nella piazza principale, davanti alla meravigliosa basilica, con il consenso della polizia che ci dichiara “per noi è un onore”. Rapida visita all’interno della basilica con ascolto di angelici canti, quindi spostamento dei camper sul lato sinistro della piazza, ove rimangono fino all’indomani scortati dai puffi (in sostituzione di una sistemazione in Hotel rivelatasi impossibile per mancanza di spazio). E’ l’occasione per Vitto ed altri di organizzarsi per fare una cena cosacca in un locale adiacente. Il mattino seguente, alla partenza, Ludovica legge il seguente adeguato pensierino:

Cena cosacca, con Donatella
che si cimenta nel fare il menù
e Vitto con la servente più bella
flirta per chiedere sempre di più.
Con barzellette alla bresciana
tra “parti” e “cosi” che scansano i pali,
Elio di risa fa gran buriana
mentre mangiamo cipolle e maiali.
Piazza cosacca con cattedrale;
qui si pernotta con puffi di scorta,
bando all’hotel, qui è mica male,
basta tenere ben chiusa la porta.
Crimea, Crimea che ci stai aspettando,
prepara un varco, che stiamo arrivando.  
   

15 agosto – Russia: da Novokerkask a Termiuk
La strada ha ripreso ad ingoiarci, vestita ai lati di steppa sconfinata. Qualche carretto, famigliole riunite a vendere frutti e verdure, oche da destra e da sinistra, mais e girasoli, torelli tristi incatenati, splendidi cavalli e tanto sole, un’auto di puffi in panne. C’era ancora il tempo di pensare e nel pensiero filtrava un ronzio, era continuo ed insistente; ho capito, era la voce dei camper, dei nostri utili compagni che hanno chiesto con monotona, timida insistenza un pensiero di elogio anche per loro. Il pensiero ha preso forma, era quasi al suo epilogo, quando dal baracchino la voce di Vitto ha comunicato in diretta la tragedia di un aereo precipitato in mare. Sembrava giusta una sospensione, e solo dopo adeguato silenzio il pensiero d’elogio è stato proposto, quasi sotto voce, con cadenza sottile, e un’aggiunta nel finale:

Confortevole, simpatico, elegante
è il camper mio che viaggia nella steppa:
cavalli con lo zoccolo scattante
per muovere un motor che non s’inceppa.
Rifugio mio che seduto mi porti
lungo la strada dritta ed ondulata,
mentre pensieri placidi ed assorti
m’infonde la pianura sconfinata.
E mentre i puffi stanno in avaria
non vedo accesa in te nessuna spia.
Peccato che alla fine del pensiero
c’è una notizia triste per davvero.  
   

15 agosto - dalla Russia all’Ucraina: da Termiuk a Kerch in Crimea
La nuova frontiera fra Russia e Ucraina ci attendeva con passaggio in traghetto in Crimea. La sera eravamo sufficientemente stanchi per non consumare pasti frugali. Il cambio di frontiera significava anche cambio di orario. La partenza era prevista per le sei e trenta, c’era comunque il tempo di sistemare e ripulire i camper nella brezza serale tra un commento e l’altro, sotto il cielo cosparso di stelle anche cadenti. Il mattino seguente il nove, con un gesto di cortesia, ha augurato a tutti il buon giorno con un’ora di anticipo sul previsto. Lo storico risveglio ha provocato un inconsueto stravolgimento della puntualità dei partecipanti, che con qualche sommessa imprecazione e l’immediato controllo dell’ora, si sono ritrovati pronti a partire in anticipo. Il risveglio del nove è già passato alla storia dei pensierini:

Mentre ancora eravamo a notte fonda
dal baracchino il nove fa la ronda.
Imprecazioni e controllo d’orario
e il nuovo giorno tira su il sipario.
Elogi per la gran puntualità,
dall’uno al ventidue tutti si va,
ci aspetta con traghetto la frontiera,
speriam di non restarci fino a sera.  
   

16 – 17 agosto: Ucraina: Crimea da Kerch a Sudak
Passata la frontiera con le solite lungaggini, con parentesi sul traghetto inseguito dai gabbiani, ci siamo ritrovati sulla penisola di Crimea, diretti a Sudak. Nell’attesa c’era tutto il tempo per partorire un pensiero significativo e commemorativo che desse un’idea del nostro procedere insieme, sottolineando alcune delle nostre caratteristiche, le nostre bizzarrie, i nostri piccoli incidenti di percorso. Al mattino del 17, dopo la breve visita al Castello Genovese di Sudak, è stato letto il pensierone della colonna:

Uno domanda a due se è sulla breccia.
Tre lo copre chiamando: “due, la freccia!”
Sparano al quattro e il cinque lo riprende.
Il sei commenta: “è un gruppo da merende.”
Sette è schedato causa la parabola.
Otto vorrebbe sempre stare a tavola
Il nove ha un risveglio troppo saggio.
Dieci subisce il fascino del viaggio.
I guai di tutti l’undici ha aggiustato
ed ogni cosa il dodici ha annotato.
Il tredici, già fermo nel traghetto,
viene ferito quasi per dispetto;
quattordici si appresta per le cure
e propone di fare tre punture.
Quindici con il camper messo in bilico
fiero mostra col sedici il basilico.
Diciassette annuisce sorridendo.
“Se state fermi adesso vi riprendo”
dice il diciotto con veneto accento.
Il diciannove, con camera al vento,
ha già ripreso tutto di nascosto.
“Venti, non far così, resta al tuo posto!”
il ventuno sussurra da lontano,
“non vedi? c’è un ciclista contro mano”.
Chi ha dato ha dato, e chi ha avuto ha avuto…
Risponde l’ultimo: “OK ricevuto!”  
   

17 agosto – Ucraina: Crimea da Sudak a Sinferopoli ed Alupka
Tra una sosta ed un viaggio, è giunto anche un compleanno da festeggiare, anzi due: quello di Filippo e quello di Nirvana, che il 28 agosto non potrà avere la soddisfazione del nostro brindisi. A richiesta per i festeggiati un personale pensierino di auguri:

Ancora giovanile, busto eretto,
fiero e gagliardo nel passo di danza
quando la Rossa dal gentile aspetto
solleva con perizia ed eleganza,
Filippo ha oggi da comunicare,
con un abbraccio a “quelli del Mar Nero”,
il compimento di un anno solare:
dai camperisti un augurio sincero,
e, se permette, aggreghiamo alla festa
il compleanno anche di Nirvana,
perché il ventotto lei sarà lontana.
Con tutto il complimento che ci resta.


18 - 19 – 20 - 21 agosto – Ucraina: Crimea Alupka
Alupka è divenuta per qualche giorno il nostro domicilio abituale, nel parcheggio di un camping-villaggio dal duplice aspetto: signorile e fatiscente. Ma avevamo a disposizione docce, acqua, elettricità, bagni e un piccolo bar-ristorante, sfruttato a dovere per una serata tutti insieme. Era comunque tempo di turismo da pullman, che abbiamo utilizzato alla meglio, con soddisfazione dichiarata di tutti i partecipanti, mentre a turno due puffi locali facevano più o meno attenta sorveglianza alle nostre casette in riposo. Durante i viaggi sul pullman si commentavano i luoghi visitati, si ascoltava la voce delle guide turistiche e mentre Cinzia apostrofava i maschi attratti dalle numerose giovani bellezze locali con il suo “porrrrrco!, i maschi rispondevano a tono con il loro “corrrrrpo!, e chi non guardò scagli la prima pietra o ammetta di avere almeno avuto un pensierino:

Crimea, terra di guerre e di armistizi,
di sanatori e illustri amati Zar
coltivatori di rispetto e vizi.
Il caldo ci trascina verso i bar.
I maschietti hanno sguardi birichini
e si credono giovani e gagliardi
andando con l’occhietto oltre i bikini.
Ebbene sì, lì c’era anche il Bonardi.   
 

19 agosto – Ucraina: Crimea gita a Yalta
La gita in pullman a Yalta con sorprese: degustazione e, se non erro, battello. Per godere di tutto quanto, occorreva degustare vino e tempo così in fretta che la guida Tatiana si è trasformata in un generale dei bersaglieri trascinando il plotone dei propri turisti appiedati con la velocità di una bicicletta. Meno male che parte del pomeriggio era in battello, per la visita al litorale con il Nido delle Rondini, ma già a mezzogiorno, nell’ora della pennichella, ci siamo trovati seduti in un salone da favola a degustare i vini liquorosi locali. L’avventura non poteva essere dimenticata e, a richiesta, è stata descritta nel pensierino serale:

La principesca sala fa accoglienza.
Ciascuno ha il proprio ordine di vini
e Tatiana, con grande diligenza,
declama la ragion dei bicchierini.
Tra moscati e passiti di buon Porto
le libagioni danno ai camperisti
tutte le sensazioni del Mar Morto.
Alcuni sono allegri, ed altri tristi,
l’effetto di una sbornia è sempre vario,
fatto sta che, traditi dal buon bere
(e questo va annotato in ciascun diario)
ne acquistan quantità da bersagliere.
E Carnaieva (*), tu non farci caso
se a parere di Carlo, Marco e Greta
“è il vino d’Asti quello che ha più invaso!” e forse è “il migliore del pianeta”.


(*) precisazione: Carnaieva Natasha.
    
20 agosto – Ucraina: Crimea si va in gita a Sebastopoli
Dopo essere stati in gita a Yalta il 19, nel mattino di sole del 20 Ludovica, accudendo ai bisogni dei cagnetti, in attesa della gita a Sebastopoli, si è trovata a contemplare con serafica calma i giochi di due scoiattoli che si inseguivano giocando fra i rami degli alberi. L’immagine è in contrasto con la fretta impostaci dalla guida Tatiana nelle visite alle città. Forse non eravamo venuti anche per contemplare la natura, ma solo per correre alla ricerca della storia di questi popoli meravigliosi? No di certo, ma le guide sono sempre comprensive con i turisti, e presto si è giunti ad un compromesso che aboliva la dieta di mezzogiorno per mancanza di tempo. La gita a Sebastopoli era comunque degna di un pensierino:

Agli ordini di general Tatiana
più veloci che mai lungo i sentieri
di questa verde terra crimeana,
dilagan camperisti bersaglieri
a riscoprir dei Tauri la memoria.
Oggi di Sebastopoli è la meta,
città di eroi, di guerre e di gloria,
di grandi amori e polizia segreta.
Intanto due scoiattoli tra i rami
presso il parcheggio della nostra sosta
s’inseguono e si fanno dei richiami…
forse per questo siam venuti apposta?

    
22 agosto – Ucraina: si va ad Odessa
Il 21 giorno libero. C’è vento ed il Mar Nero si è ingrossato pericolosamente provocando incidenti fra i bagnanti, ma lo scenario è degno di piacevole osservazione. L’indomani è tempo di lasciare Alupka e di portarci dietro una marea di ricordi piccoli e grandi, sinteticamente riassunti nel pensierino del mattino, mentre il diciannove già era appostato per immortalare la malinconica partenza:

Colonna, con il sole mattutino,
lascia la sosta, è tempo di migrare.
Riprende voce anche il baracchino
Non c’è più tempo ormai di scaricare.
Resta il ricordo d’un cane penoso,
di quella cena fatta tutti insieme,
gite in pullman e giorno di riposo,
la doccia fredda, le proposte estreme
avanzate ai due puffi ragazzini.
I Sansalone salvano dal vento
secchi, ciabatte, tende e finestrini.
Nella memoria ancora non si è spento
il silenzio notturno dei cagnini.
L’undici non si scorda l’altopiano
con l’estesa visione da aeroplano.
Addio, Mar di Crimea, siamo alla resa
e fuori già ci aspetta una ripresa.
    

23 agosto - Ucraina: gita ad Odessa
Giunti il 22 sera ad Odessa, dopo un percorso di oltre seicento Km., è stato piacevole trovarci in un campeggio-villaggio con bungalow e casette in legno, luogo accogliente ed ameno con tutto il necessario. Unico difetto il terreno per gran parte erboso già fradicio per precedenti precipitazioni, che ha creato disagio ad alcuni camper. Meno disagio hanno provocato i numerosi cani e cagnetti abitatori degli spazi aperti sotto i bungalow, animali tutto sommato abbastanza educati, ma anche dediti ad una notturna affettuosa quanto inattesa dimostrazione di affetto. Partendo in pullman per la visita alla città, il mistero è stato risolto dall’improvvisato pensierino:

Sono un giallo, stamane, le ciabatte
che qualcheduno avea lasciato fuori;
ci si domanda: “chi le avrà sottratte?”
e ciascuno risponde “i am sory.”
L’indagine ha il via da strane impronte
che vanno quasi in ogni direzione,
ed il ritrovamento è lì di fronte:
son sparpagliate senza cognizione,
qua e là disperse, abbandonate al caso.
Recuperate, hanno odori strani.
Ci si affida così al proprio naso
e si scopre che sono stati i cani.
Per chi non sa, questo è un gesto d’affetto
A noi nuovi padroni tributato,
degno del più simpatico rispetto
per lor, che, in fondo, ci hanno qui ospitato
    

24 – 25 agosto – Ucraina: da Odessa a Galati in Romania attraversando la Moldavia
Ormai siamo all’epilogo, il 24 sera cena finale con sorpresa di canti tradizionali ucraini. I ventidue malinconicamente zigzagano fra i numerosissimi carretti con cavalli, feste di paese, mercatini e saluti di passanti meravigliati, in scenari da periferia, ove transitano pullmini stracolmi e carretti di polli che vanno al macello. Al confine moldavo ci si controllano vicendevolmente i camper, presi d’assalto da venditori e forse spacciatori intenzionati a “lasciarci” qualche ricordino appiccicato sotto. Tutto va comunque bene, si passa e si entra in Moldavia e quindi in Romania, pronti a lasciarci l’indomani a Galati. I ricordi premono, con i volti delle persone incontrate, dei luoghi, dei canti, dei balli, anche quello di Maria Vittoria, la ragazzina sedicenne che dimostrava la propria felicità di essere tra noi sfoggiando il più solare dei sorrisi, mentre per noi tutti accennava a graziosi moderni passi di danza. Resta l’incognita del ritorno, le notizie sulle alluvioni e i ponti crollati creano qualche perplessità. Fortunatamente tutto OK. I pensierini hanno ormai raggiunto una certa maturità e vogliono esprimere sempre di più:

Grandavventura uno va al commiato
con il sorriso di Maria Vittoria,
ormai graziosa forma del passato
che della Granda resterà in memoria.
Resta poco a finir la nostra strada,
stasera ci s’abbraccia e ci si lascia,
s’auguran tutti che bene ci vada.
Baci d’addio anche per Natasha,
la nostra principessa condottiera
dolce e solare, che per la dogana
sfoggiava il gonnellino da frontiera
per i sudditi tutti in carovana.
Anche stavolta, camperisti, insieme
dopo essere andati verso il Don
abbiamo fatto ciò che più ci preme:
la steppa, il mare, ed anche le pon pon.
In ogni casa è pronto già il cassetto
ove riporre ogni commozione;
anche se “il vagabondo” ci sta stretto
vediam di porvi tutta la canzone.
Buttiamoci anche il ballo dei due sei…
diciotto, hai visto quanto che “i xè bei”
I xè la sinfonia d’una serata
che chiude tutta quanta la parata   
 

Qui si concludono i pensierini della Grandavventura 1, con la partecipazione di tutti i ventidue camper. A Galati gli equipaggi: uno, dieci, undici, tredici, quattordici, quindici, sedici, diciassette, venti, ventuno e ventidue ci lasciano per raggiungere a gruppetti separati le rispettive mete di fine o proseguimento vacanza

PROSEGUE L’AVVENTURA CON I DODICI


26 agosto – Romania da Galati a sosta presso hotel tra Sibiu e Sebes
Il gruppo dei rimasti, che abbiamo definito “i dimezzati”, prosegue verso l’Ungheria. Fa da capofila l’equipaggio due, in coda il diciannove. Tramite messaggini si tiene il contatto con alcuni dei separati, che comunque sentiamo sempre vicini, per offrire notizie, consigli, pettegolezzi. Il primo problema che ci si presenta è quello di cambiare valuta. Le frasi del gruppo dimezzato uscite dai baracchini formano oggetto del seguente pensierino:

L’intrepida colonna dimezzata
verso la Patria con Vitto e Nirvana
su giurassica strada dissestata
salta tombini in cerca della grana.
Diciannove raccoglie bamboline
che l’otto va perdendo sulla strada.
Condotto da spavalde cavalline
mi precede un carretto con la biada.
Il sole sta a sinistra leggermente;
tra filari di pioppi incolonnati
procediamo vicini, lentamente,
coi puffi che ci osservano dai lati.
Migran gabbiani sotto il cielo terso,
s’apprestano baracche e mercatini;
ora di sorpassare non c’è verso,
s’inseguono cavalli e carrettini,
qui per passar ci vuole un fuoripista.
Oche, tacchini, randagi e torelli
fan scena col maiale ostruzionista…
riprendili diciotto che son belli.


Anche i pensierini del gruppo dimezzato possono essere patrimonio dell’intero gruppo. In sosta presso un Hotel tra Sibiu e Sebes abbiamo cenato tutti insieme ed abbiamo pernottato. Numero nove, numero quattro e numero diciannove si sono accordati per cercare vie diverse dai “dimezzati” per il rientro in Italia, e di primo mattino, il 27 agosto, ci hanno lasciato per la loro personale avventura.

PROSEGUE L’AVVENTURA DEI MAGNIFICI OTTO

26 agosto – Romania
Percorrere le strade rumene dopo aver oltrepassato quelle russe, ucraine e moldave, è come entrare in una diversa atmosfera, fatta di colori, di piazze pulite, di prati rasati, di villette ordinate, di auto decenti. E non manca l’impronta di Dracula e del suo castello di Deva, attraversando la Transilvania: il tutto degno di formare oggetto di un apposito richiesto pensierino:

Oh, Romania, che bella la sorpresa
della tua veste così variegata,
con laghetti, ed il verde a distesa
sotto un manto di nebbia addormentata.
Conte Dracula, esci dalla bara,
vieni a veder chi passa in Transilvania,
stringi forte i tuoi denti, guarda e impara,
ma, ti prego, trattieni la tua smania:
otto case turistiche perfette
calpestano le vostre proprietà;
i passeggeri sono diciassette
e tutti godon di serenità;
non temono intemperie né ritardi
a del Danubio sfidano la piena;
vogliono i pensierini del Bonardi
mentre tornano in Patria di gran lena.


27 agosto – confine fra Romania e Ungheria: Nadlac e prosecuzione in sei fino al lago Balaton
Ancora in otto siamo giunti al confine verso l’Ungheria, e alle nostre spalle abbiamo visto gli amici: quattro, nove e diciannove. Saluti di baracchino. Espletate le formalità di rito, ci attendeva un nuovo distacco: se ne sono andati verso Budapest numero due e numero dodici. Il nostro percorso ci dovrà invece condurre verso Trieste. Abbracci e baci, e i sei rimasti, proseguendo fino al lago Balaton, hanno assaporato insieme la bellezza dell’Ungheria alla quale è stato dedicato il seguente ancora richiesto pensierino:

Allarga le tue braccia, o Ungheria
che La Granda ti sta passando addosso
per assaggiare funghi in allegria
e proseguire il viaggio a più non posso.
Scusa se il tempo ora ci è tiranno,
ma promettiamo: un giorno torneremo
con un cartello con su scritto “t’amo”
e un bel mazzo di fiori di Sanremo.
Or non più vincoli, ma sparpagliati
ce ne torniamo a casa rattristati.


PROSEGUE L’AVVENTURA DI CITIRI CAMPERISTI NOCCIOLO DURO DELLA GRANDA

28 Agosto – Ungheria: dal lago Balaton oltre il confine con la Slovenia: Redics
Veramente incantevole il camping sul lago Balaton, ove siamo giunti in sei, abbiamo alla sera brindato, abbiamo pernottato e l’indomani prestissimo ci hanno lasciato numero diciotto e numero sette, obbligati a raggiungere casa prima di sera per ragioni di lavoro. Per noi giornata di trasferta verso Lubjana attraverso la frontiera di Redics, oltrepassata senza formalità alcuna. I quattro rimasti, ormai definitisi il “nocciolo duro” del frutto “Granda” non hanno voluto rinunciare a un giornaliero sforzato pensierino:

I quattro camperisti moschettieri
sul Balaton piovoso e signorile
hanno trascorso il termine di ieri
con final beveraggio consortile,
ed oggi, con le lame sguainate,
percorron strade tipiche magiare.
Stasera avranno cernia scongelata
che la Gina si appresta a cucinare.


A sorpresa, mentre sostavamo, a mezzogiorno, appena superata la frontiera fra l’Ungheria e la Slovenia, sono apparsi in senso contrario al nostro tre camper ben noti che si sono infilati rapidamente in frontiera verso l’Ungheria. Suspence improvvisa ma breve: numeri quattro, nove e diciannove hanno fatto una rapida inversione a U. Appena il tempo di brevi saluti e spiegazioni circa l’errore di percorso e via, verso l’ignoto. A grande richiesta degli altri tre equipaggi (capofila il cinque e coda il sottoscritto tre) ho partorito lo storico pensieraccio:

Principio della Granda è “stare insieme”,
ma non a tutti questo spesso preme,
anche se uguali son la strada e il fine.
Fatto sta che, passati oltre il confine
che porta da Ungheria alla Slovenia,
mentre stavamo lì tra cibo e nenia,
gli amici separati l’altro ieri
per raggiunger più presto, lesti e fieri
la madre Patria, senza troppa sosta,
abbiam rivisto dalla parte opposta
venirci incontro sulla stessa via
che porta da Slovenia in Ungheria.
E’ stato proprio una ghiotta occasione
osservar se facevano inversione.


29 agosto – Slovenia: da Lubjana a casa
Non se n’abbiano a male i simpatici tre amici oggetto del pensierino precedente. Tutti siamo destinati a commettere piccoli e grandi errori, e ben vengano disguidi come il vostro, dei quali tutti siamo stati e certamente saremo ancora, prima o poi, vittime non consenzienti. La parte migliore della Granda è quella che ci consente di sentirci sempre uniti, anche quando ragioni diverse ci costringono ad allontanarci. L’amicizia è speciale proprio perché è libera e ci permette, senza calcolo alcuno, di volerci bene oltre i confini e di scoprire che tutti, spicchi dello stesso frutto, siamo utili e necessari, nessuno escluso, alla vita del frutto stesso, non solo quando ci abbracciamo o pranziamo insieme, ma anche quando ci insultiamo o accettiamo bonariamente di essere presi in giro, perché anche questo è un modo di essere ritenuti protagonisti. E protagonisti di quest’ultimo residuo di storia della Grandavventura 1, siamo ancora noi, numeri tre, cinque, sei, e otto, il nocciolo duro, così rappresentati nell’ultimo commemorativo pensierone a richiesta:

Piccola Granda di camper citiri,
nocciolo duro di più grande frutto,
la verità, comunque la rigiri,
è che siamo già noti dappertutto.
Come funziona il gruppo? È presto detto:
Rodolfo fa da guida ed apripista,
e se talvolta sbaglia direzione
non è di certo colpa dell’autista,
è il suo bambino la disattenzione.
Donatella è l’esperta culturale,
ti indica all’istante la cicogna
e con guida turistica stradale
sa anche dirti il nome di una fogna.
La calma d’Elvio non ce l’ha nessuno:
non se la prende se lo chiami Lele,
ha un camper come un mercatone uno
ma certo non si fa venir il fiele;
come compagna ha un fiore in abbondanza:
la Pina nazionale è il suo conforto;
se lei gli canta “il cielo in una stanza”
lui la solleva da qualsiasi torto.
Vincenzo è la reclam dell’altruismo:
si dà da fare quando c’è occasione,
non perde una battuta di umorismo
e porta pace nella confusione.
Gina sa fare sfoggio di cucina
e nella fredda sera di Lubjana
ha preparato cernia sopraffina:
cipolle, olive e vino all’italiana.
Calda poltrona per Perry e Pepita
Ludovica è la voce dei pensieri;
con la sua penna stretta fra le dita
controlla strade, vicoli e sentieri.
Resta soltanto l’autoesaltazione
di chi troppe parole ha mescolato
mettendoci l’affetto e la ragione
con tante scuse per chi s’è annoiato.


Per dovere di cronaca il nocciolo duro ha perduto numero cinque a Trieste diretto verso Padova; numero otto a Brescia diretto verso Piacenza e numero tre ad Agrate, diretto verso Milano e poi verso Varallo Sesia, mentre numero sei proseguiva sol soletto la propria marcia verso casa.

Dedicato ai ventidue di “Grandavventura 1 – dal Don al Mar Nero”
con affetto

Milano, 2 settembre 2005