RITORNO A SANTIAGO 2017
Questo non è il resoconto di un viaggio…è il racconto di una bella esperienza di viaggio, di amicizia e di vita lungo il Camino di Santiago, in compagnia dei miei Amici camperisti.
........ (a seguire, alla fine del testo, tanti scatti della vacanza)
“…Il viaggio è vita, la vita è un viaggio…”
“Il Camino per Santiago” film del 2010 scritto e realizzato da Emilio Estevez, introduce con garbo e delicatezza, il tema di questo viaggio che è ormai sul nastro di partenza, nel soleggiato pomeriggio del 22 maggio 2017, dove tutti i partecipanti sono riuniti per assisterne alla proiezione nella sala-ristorante del campeggio messaci a disposizione.
Sistemati ci prepariamo alla visione, alcuni di noi ne hanno già sentito parlare, per altri è una “prima”, siamo tutti attenti, attendiamo la scena che dia il “senso” alla trama del film. Questa non tarda ad arrivare, innescando, nel completo silenzio, il subbuglio nei nostri cuori e con gli occhi fissi allo schermo, viviamo momenti di intensa partecipazione e commozione, che non cerchiamo di mimetizzare. Questa è la prima palpabile, ma delicata espressione del filo conduttore di questo singolare percorso che ci apprestiamo a compiere: IL CAMMINO DI SANTIAGO DE COMPOSTELA!
MARTEDI’ 23 maggio 2017
Questa mattina, la prima di altre 24 soleggiate mattinate, ci ritroviamo nella tradizionale riunione programmatica culminata con il brindisi di benvenuto, per conoscerci meglio, per essere subito fin dal principio un “gruppo” pronto a percorrere, su ruote e anche alcuni tratti a piedi, le strade del Camino francese e a seguire, quello del Nord, calpestando quelle pietre, quel selciato che prima di noi un gran numero di uomini, di sportivi, di giovani, di anziani, di famiglie, insomma di “pellegrini” ha già calcato nel corso dei secoli!
Per immedesimarci e unirci a tutti i pellegrini sul Camino, abbiamo preparato alcuni semplici oggetti chi siano un segno di identificazione e compartecipazione: il primo tra questi è la “concha” ossia la conchiglia, la capasanta (vieira) che ci accompagnerà lungo tutti i kilometri, appesa al collo o allo zaino. Oltre a questa, avremo sempre con noi la “credencial” personalizzata : una pergamena, stampata per l’occasione, riportante le parole dello scrittore Saramago, che ci invita a viaggiare e a scoprire e riscoprire anche luoghi già conosciuti che con altri occhi, in altre circostanze, si presenteranno sempre in maniera diversa, acquistando un valore aggiunto in bellezza e interesse. Su queste parole fissate sul giallo della pergamena, monito autorevole a tutti i viaggiatori, potremo apporre i timbri ”sellos” durante il nostro viaggio, ogni volta che sosteremo dinanzi a una Chiesa, un ostello o qualche altro punto di incontro, creeremo così una “mappa” personale del camino compiuto.
Con tutte queste premesse, con il gran desiderio di metterci in marcia, con la consapevolezza di far parte di una grande e variegata umanità che viaggerà gomito a gomito per un lungo tratto della propria vita, prende inizio l’avventura di 39 pellegrini camperisti sulle strade del Camino. Il semplice gesto, tradizionale e simbolico, che trasmette calore ed affetto oltre che incitamento, è la stretta di mano che ci scambiamo sotto la porta di San Giacomo a Saint Jean Pied de Port augurandoci…”Buen Camino..”. Alcuni passanti si uniscono al nostro coro, e con loro altri pellegrini provenienti da ogni dove, che con zaino e bastoni sono pronti per la partenza… la magia del Camino unisce tutte le mani in una! Noi ci sentiamo un po’ privilegiati siamo diretti a Santiago con la nostra casa al seguito, ma quante persone vediamo iniziare questa nuova strada, nella speranza di arrivare a Santiago e di avere in qualche angolo del proprio zaino, la forza di superare i momenti più difficili tra sole, pioggia, fango, dolore e fatica…ma questo è il Camino delle stelle, delle grandi Cattedrali, e della gente.
MERCOLEDI’ 24 maggio 2017
Si parte ragazzi…. Siamo pronti, puntuali all’orario stabilito, seguiamo la voce dell’amico Franco, che in collaborazione con la moglie Franca, (affettuosamente identificati come “I Franchi”) ci chiama, ci conta, ci porge il primo saluto della giornata, controllando di non lasciare al palo alcun equipaggio, neppure il più assonnato!
Alla postazione nr. 1 in testa alla lucente colonna, viaggiamo “noi” Vitto ed io, ideatori e accompagnatori di questa specialissima avventura, ci avvaliamo della collaborazione preziosa degli amici della seconda postazione Imelda e Beppe, della preziosa voce di Flaviana, con il sostegno di Ferruccio, situata al decimo posto che ripete ogni indicazione, per terminare con gli amici Franco e Franca, con funzioni di scopa, e sorvegliati da ”nerone” il camper vagabondo, sempre pronto allo scatto, pilotato da Renato. Tutti gli altri equipaggi sono stati ugualmente preziosi durante il corso del viaggio, districandosi in maniera eccellente nelle più svariate situazioni.
La tappa numero uno della giornata è Alto de Ibaneta, dopo circa una trentina di Km. dalla partenza, primo tratto di viaggio in colonna, tranquillo e rilassato, lungo le colline dell’ultimo scampolo di territorio francese, con la prova dei nostri apparecchi ricetrasmittenti, qualcuno verrà messo a punto, e qualcuno avrà bisogno di un breve ripasso sulle modalità d’uso. Nel giro di poco saremo tutti perfettamente a posto, tranquilli e sistemati, sempre pronti a cercare e individuare, dipinta su un muro o su un sasso o su un ponte, la nostra direzione sicura per arrivare a Santiago de Compostela: la freccia gialla ovvero flechas amarillas!
Arriviamo al culmine del “Alto”, luogo dove morì Rolando non prima di aver avvisato i suoi compagni avvolti nella nebbia, del pericolo incombente dei Saraceni in arrivo, suonando il corno olifante. Sostiamo baciati dal sole, accarezzati da un lieve venticello, e lasciamo i mezzi accanto alla Cappella di Orlando. Sullo sfondo la collina, punteggiata da molte croci di legno a simboleggiare quanti siano i pellegrini transitati da quel luogo e quanti, in tempi più antichi, per la difficoltà del viaggio, abbiano dovuto concludere in quel punto l’ impresa. Siamo pronti per compiere i primi passi sul Camino, a ogni metro sempre più partecipi alla realtà di questo momento, gli alberi, i sassi, i nostri compagni di viaggio sono un tutt’uno con il nostro passo. Ci apprestiamo a scendere verso Roncisvalle attraversando il bosco…cosa ci spettiamo da questi primissimi metri, e cosa susciterà in noi questa nuova esperienza, …forse molti degli amici si pongono questa semplice domanda. Il tragitto è breve ma è un calarsi possibilmente in silenzio, nello spirito stesso del Camino, che non vuole essere una performance di alcun genere, se non una compartecipazione di ideali o idee, per altri una semplice passeggiata, per altri ancora un momento da dedicare a se stessi, ai propri pensieri o alla propria spiritualità. Il Camino non impone nulla, il Camino offre a tutti la possibilità di affrontarlo nei modi più idonei e consoni alle diverse personalità.
Sostiamo alla Real Colegiata che è il fulcro dell’intero complesso, una splendida chiesa gotica, dove al centro dell’abside su un baldacchino si trova la statua di Santa Maria di Roncisvalle, statua di legno, rivestita d’argento tranne viso e mani, le lacrime che rigano il suo volto, sono dei diamanti incastonati. La sosta al paese di Roncisvalle che conta non più di 25 abitanti autoctoni più volte centuplicati sul tragitto del pellegrinaggio, è breve arricchita dalle spiegazioni che la guida ci fornisce, poi ci rimane anche qualche momento, per guardarci intorno, per raccontarci la primissima volta…sul Camino di Santiago!
Risaliamo al luogo dove silenziosi e tranquilli ci aspettano i camper, per proseguire verso il “ponte della rabbia” sul fiume Arga di Zubiri, sul quale si raccontano numerose leggende legate agli animali che acquistavano l’immunità dalla malattia solo se fossero passati tre volte attorno al pilone centrale. Oggi lo abbiamo attraversato calpestando le pietre che da diversi secoli conducono alla volta di Pamplona, dove noi arriveremo in serata e una volta sistemati i cavalli del motore festeggeremo il compleanno di un’amica e compagna di viaggio, tra brindisi augurali e belle canzoni!!!
GIOVEDI’ 25 maggio 2017
Pamplona ( Navarra): solo il nome di questa città evoca la famosa festa di San Firmino, i tori e la loro corsa pazza lungo il percorso dell’Encierro. Seguiamo esattamente il tratto che i tori fanno dal punto in cui si spalancano le porte dei recinti, in cui sono custoditi durante la notte precedente la manifestazione. Sono 850 metri di pura adrenalina anche per il pubblico presente lungo le tortuose stradine del centro città cosparso di salite, doppie curve, compresa la famosa “curva” che porta nella calle de Estafeta, dove gli zoccoli degli animali in corsa scivolano sul lastricato lucido. E’ festa per tutta la città, tra il 7 e il 14 luglio, la gente scende in strada in segno di coraggio e forza, corre con i tori in un senso obbligato che arriva fino alla Arena de Toros.
La spettacolare Plaza del Castillo, dopo aver visitato la cattedrale e sostato lungo la cinta muraria della città, ci offre anche la possibilità di alcuni assaggi della cucina popolare del luogo come la tortilla, consumata ai tavolini del bellissimo bar in stile liberty chiamato “Bar Hemingwey” perché sembra che l’illustre personaggio sia stato solito frequentare quel locale!
Salutiamo Pamplona, la sua vita effervescente le sue tradizioni e la sua cultura per dirigerci a bordo del bus in una località simbolo del Camino, dirigiamo metaforicamente i nostri passi verso l’Alto del Perdon. E’ un’altura sempre spazzata dai venti, popolata da 40 pale eoliche, e sul crinale della montagna, una serie di statue in ferro battuto rappresenta i pellegrini rivolti controvento verso la Santiago. La salita per raggiungere il colle è irta, chi la raggiunge a piedi o in bicicletta, sarà ricompensato dallo spettacolo che si presenta spingendo lo sguardo verso l’intera vallata sottostante e godendo della fresca carezza del vento dopo tanta fatica!
Sulla statua con l’immagine del pellegrino a cavallo compare una scritta quanto mai significativa :
….” Donde se cruza el camino del viento con el de los estrellas…” – dove il camino del vento si in incontra con quello delle stelle -. Anche il nostro pur semplice o semplificato Camino, oggi si è incontrato con il vento, le stelle, i pellegrini e tanti amici, con un saluto sotto al sole bollente della Navarra, rivolgiamo anche noi lo sguardo verso la meta ancora lontana: Santiago!
Questa è una delle tante piccole o grandi emozioni che vivremo durante tutto il percorso, e che volendo potremo condividere con i compagni di viaggio, o tenerle solo come un nostro intimo pensiero!
Il pomeriggio caldo, ci conduce a Punte La Reina, dopo aver apposto il timbro alla nostra particolare credencial presso il locale ostello o hospital, dove l’hospitalero (personaggio che accudisce il traffico e alla sistemazione dei pellegrini) ci intima, indicando il dito sulla bocca, il silenzio! Noi comprendiamo che i pellegrini dopo 20 o 30 km percorsi a piedi abbiano bisogno di un buon sonno ristoratore e quindi ci spostiamo all’ombra di un frondoso albero per goderne della frescura, ed attendiamo con pazienza in nostro turno per imprimere il timbro “ricordo”, ammirando i voli di una cicogna, distratta dal rumoroso volo del drone questo sconosciuto, mentre porta il pasto ai suoi piccoli!
Entrando nella piccola cittadina, seguiamo la via principale, Calle Maior, fino alla chiesa di San Giacomo con la statua di Santiago Beltza, cioè in lingua basca nero, aggettivo che si riferisce al suo colore dopo il ritrovamento seguito a un lungo periodo di abbandono. La Calle è pavimentata a pietre, ormai lucide e levigate dai passi e dalle intemperie, e di tanto in tanto tra una pietra e l’altra ne è stata inserita una di ottone, anch’essa lucida e splendente, con il simbolo del camino che conduce direttamente al famoso ponte romanico che attraversa con una imponente arcata il fiume Arga. “Punte la Reina” fatto costruire dalla Regina di Navarra nel secolo XI, dalla caratteristica forma a dorso di mulo. E’ il punto in cui i Camini provenienti dal centro e sud Europa si congiungono e si fondono con quello più conosciuto il Camino francese, come racconta l’iscrizione posta sul monumento al pellegrino: “y desde aqui todos los caminos a Santiago se hacen uno solo”
Dal quel ponte, che i 39 pellegrini de La Granda hanno percorso, secondo una vecchia tradizione, a piedi nudi a ricordo degli antichi pellegrini che giungevano dai Pirenei sempre scalzi, è stato fatto scendere il gonfalone simbolo del Club dal parapetto, mentre dal lato opposto del fiume il caro amico fotografo Pierino scattava immagini da tutte le angolazioni possibili, si alzava in volo il drone per riprendere la scena, compreso lo sventolio delle mani e una bella ola, guidato dall’ amico Renato!
La giornata è stata molto impegnativa culturalmente, quindi uno svago che ci impegnasse in una diversa attività, più rilassata e convivialmente idonea era necessario…..e quasi magicamente, all’ora di cena mentre il sole era ancora alto nel cielo, sono comparsi 3 pentoloni di paella per tutti al ristorante del campeggio!!
Buon appetito pellegrini camperisti!
VENERDI’ 26 maggio 2017
La luce del sole ci sveglia presto infondendo vigore per iniziare una nuova giornata, la lunga colonna dei 20 camper è già in movimento sull’autopista del Camino, direzione Estella, inebriati dal profumo di ginestre che lampeggiano ovunque con il loro colore giallo! I camper sono rimasti 19…. perché il fidato battistrada Renato, è già andato a controllare la disponibilità del parcheggio dove dovremmo sostare per la successiva visita, ma le sorprese sono sempre dietro l’angolo. Le macchine hanno già tutte occupato quello che avrebbe dovuto essere il luogo per la sosta necessario ai mezzi, tutti o quasi di dimensioni ragguardevoli, la ricerca per fortuna è stata fruttuosa, siamo ospitati niente pò pò di meno che nel cortile della caserma dei vigili del fuoco di Estella, siamo a casa dei Bomberos!
Da li alla chiesa di San Pedro de la Rua per la visita, il percorso è breve e in discesa. E’ la più antica della città risalente al XII secolo, la facciata dell’imponente edificio è ricca di figure simboliche in altorilievo, con l’interno romanico e un bellissimo chiostro sempre in stile romanico, del quale si conservano solo le due ali con i capitelli sui quali sono rappresentate le storie di Cristo e dei Santi. In una di questi si ammira la “colonna ritorta” composta da 4 colonnine a cui è stato dato dall’artista un movimento tortile a spirale che pare seguire i nostri movimenti da qualsiasi angolatura la guardiamo. Concludiamo al visita alla cittadina di Estella assieme alla guida che ci accompagna lungo le vie più caratteristiche, ricche di palazzi, case signorili e conventi, per cui è denominata “Estella la bella”. Lungo quelle vie così ricche di architettura, respiriamo ad ogni angolo lo spirito del Camino, incontrando i pellegrini già in marcia, a tutti rivolgiamo il saluto che viene sempre ricambiato con larghi sorrisi, di soddisfazione e gioia. Forse qualcuno tra i nostri amici invidia la forza e il coraggio di chi ha intrapreso questa strada, sento già alcuni commenti che esprimono desiderio, al momento ancora abbozzato, di emulare entro breve l’impresa!
Rientriamo ai mezzi lungo la strada che questa volta in salita…. per proseguire verso Irache, il monastero e la fuente del vino! Alle spalle della importante Bodegas Irache, produttrice dei vini del territorio della Navarra, vi è un semplice cortile che comunica con alcune delle sue botti, dal muro escono due cannelli adatti alla mescita del vino tipico della zona e acqua, il tutto a favore dei pellegrini viandanti, con la preghiera di non … approfittare della situazione favorevole. I camperisti italiano sono rispettosi si attengono alle regole e brindano con qualche sorso dell’ottimo prodotto!!! Riusciamo anche a vedere il Monastero, un complesso benedettino, prima che i ragazzi che ne detengono le chiavi, ci facciano segno che sono in procinto di chiudere !
Ultima tappa, attraversando colline ricoperte da vigneti, arriviamo al campeggio di Logrono capoluogo della Rioja, dove necessita un gran lavoro dei posteggiatori e l’abilità degli autisti, per via delle piazzole piuttosto striminzite. Una volta sistemati, si va a piedi verso centro città, per vedere la cattedrale de La Redonda, all’interno un dipinto su tela rappresentante il Calvario che da alcuni esperti è attribuibile a Michelangelo, e la Iglesia de Santiago con la famosa e imponente statua di Santiago Matamoros che regge la spada insanguinata dopo una battaglia contro i mussulmani. Ci spostiamo di pochi metri in una simpatica piazzetta del gioco dell’Oca, prende infatti il nome di Placa de la Oca, che ha disegnate sul selciato nelle caratteristiche caselle le immagini delle tappe più importanti del Camino, per finire poi a dissetarci alla fuente del pellegrino!! In serata, tuoni fulmini un po’ d’acqua non fanno venir meno la voglia di quattro chiacchiere, e qualche brindisi sotto alla provvidenziale tettoia nel classico “dopocena” del gruppo dei pellegrini quasi camminatori!
Dopo molti cin cin, tutti a nanna
SABATO 27 maggio 2017
Sempre pronti e scattanti come da tradizione ormai consolidata, oggi siamo diretti alla località di Santo Domingo de la Calzada, con la celebre Cattedrale che vanta la particolarità oltre che artistica, quella di avere al suo interno un pollaio con due galline, poste lì simbolicamente a ricordo di un miracolo avvenuto nel XV secolo che racconta di una gallina che ha cantato…dopo essere stata arrostita!
La cittadina merita una breve passeggiata e una sosta al supermercato, con un ottimo posteggio adatto alle esigenze di 20 camper. Si riprende il viaggio compatti, i richiami a “compattare” arrivano sia dalla testa che dalla coda della colonna, con l’ intervento anche del mezzo posizionato alla postazione nr. 10. Siamo tenuti sotto l’occhio vigile degli amici che, con grande disponibilità, fanno si che il lungo serpente dei camper segua il mezzo in testa, possa sentire senza problemi le varie comunicazioni, e interagire con i compagni di avventura per qualche piccolo confronto del genere più svariato.
Con il successivo spostamento raggiungiamo la frazione di Tosantos, sistemiamo un po’ fortunosamente i camper, ma la bella passeggiata prevista fino all’eremo di Nuestra Senora de la Pena, scavato nella roccia calcare, è inaccessibile per lo smottamento di un tratto di percorso, quindi piuttosto pericoloso. La visita al piccolo borgo -neppure 500 abitanti- si risolve in breve tempo, ma tutti o quasi sono venuti ad ammirare e a far festa ai camper, ospiti graditi, e siamo stati oggetto di numerose fotografie, piccolo momento di gioia e qualche chiacchiera con i paesani più loquaci!
Tra morbide colline e declivi che sembrano una infiorata sui toni di varie gradazioni del giallo, colore predominante, del verde dei prati in contrasto con il cielo di un colore turchino sul quale troneggia la luce del sole, zigzagando lungo una stradina tranquilla e quasi deserta, giungiamo a San Juan de Ortega, ripresi da una macchina fotografica che esce dall’oblò del camper nr. 3: Pierino…attento! E’ un monastero romanico, severo con una luce particolare e ombreggiature che sembra siano state disegnate ad arte, pervaso dal silenzio e da piccoli capolavori che si lasciano ammirare in questo lucente e tranquillo pomeriggio della regione della Castiglia e Leon.
Siamo quasi a fine giornata, il campeggio di Burgos ci aspetta per un sano relax, il tempo si è fatto minaccioso mettendo in dubbio i progetti per una bella cenetta all’aperto, ma con un colpo di genio, posizionati tavoli e sedie al coperto sotto alla tettoia del reparto….lavandini, con cibo e vino buoni, l’amicizia e il buonumore, tutto acquista una luce diversa e le gocce d’acqua non ci smuovono minimamente!
DOMENICA 28 maggio 2017
La combinazione, città di Burgos e splendida guida Noelia, è risultata vincente fin dalle prime battute della conoscenza di entrambe!
Si inizia con l’atmosfera rilassante e spirituale del monastero di Las Helgas un monastero cistercense femminile di clausura, dove possiamo solo immaginare il tipo di vita che vi si conduceva, nel beato silenzio della mattinata già ricca di sole.
La breve passeggiata per le vie del centro in una Burgos ancora dormiente, tra i vari bar chiusi dopo le “fiestas” che si sono protratte fino a tarda notte o primissima mattina, ha messo in difficoltà il gruppo dei camperisti italiani soliti a bere un buon caffè all’ora in cui molti spagnoli sono invece andati a letto. Qualche fortunato tra noi, è riuscito a procurarsi degli ottimi “churros” appena….fritti e fragranti offrendo generosamente un assaggio anche agli amici!!
Finalmente arriviamo davanti alla porta principale, costruita in onore di Carlo V e dedicata a Santa Maria la Mayor, che ci immette nel cuore del centro incorniciato dall’arco di Santa Maria dal quale si vedono spuntare le guglie e i fantastici pinnacoli della Cattedrale, che svettano con i loro 84 m. di altezza. La Cattedrale, capolavoro gotico, è chiamata la superba, la grandiosa, l’armonica con le guglie di filigrana di pietra, il rosone originale che spande la luce colorata fin all’interno, la Pala dell’Altare maggiore, la scala dorata, il dipinto della Maddalena forse attribuibile a Leonardo da Vinci, la cappella di Sant’Anna, il Cristo di Burgos, il particolare orologio Mangiamosche. Splende la carrozza d’argento usata nella festività del Corpus Domini e la volta a 8 punte simbolo di perfezione con l’imponenza dei 54 mt. di altezza dona ulteriore luce. Per completare la visita sostiamo sotto a una volta stellata dove sono conservate le spoglie mortali di Rodrigo Diaz conte di Bivar ossia il mitico “El Cid Campeador” eroe della Reconquista spagnola e di sua moglie Jimena! Tutto questo e molto altro è la cattedrale di Burgos e Noelia l’ha raccontata e fatta vivere a tutti noi con la magia del suo amore per la città, la sua competenza, il piacere di raccontare ogni sorta di notizia e aneddoto e con la voce calda e sicura ha destato un vivo interesse; senza dubbio serberemo un bel ricordo di questa intensa mattinata, e delle meraviglie di questa città.
Lasciamo le luci e i colori della cattedrale di Burgos, solo il tempo di sederci ai tavoli del ristorante La Favorita per un incontro ravvicinato con la cucina spagnola, e siamo nuovamente in bus con l’amica Noelia per arrivare alla Cartuja de Miraflores, un antico monastero dei monaci certosini, fondato da San Bruno con una regola monastica molto severa, tutt’ora in vigore, che prevede il silenzio e la preghiera. Ci siamo soffermati nell’ammirare i capolavori contenuti in essa: l’altare con la pala in legno, il coro, il sepolcro di San Joan II e Isabella di Portogallo e altre 500 statue di alabastro. I monaci producono diversi profumi e oggetti ricavati dalla rosa, tra cui il rosario per realizzare il quale necessitano 3000 petali di rosa.
Serata all’insegna dei preparativi per la partenza di domani mattina, con il classico brindisi durante il briefing nel dopocena, corredato da una delle tante “colombe”!!
A domani amici camperisti !
LUNEDI’ 29 maggio 2017
La partenza, con le modalità stabilite fin dal primo giorno, anche questa mattina si svolge con la solita calma e precisione, dopo un bel temporalino notturno.
Percorriamo circa 70 km o poco più per giungere alla sosta caffè, prevista in un punto molto particolare del nostro viaggio. Siamo a Itero de la Vega, lasciateci alle spalle la città di Burgos e altre piccole cittadine, sempre nella comunità autonoma della Castiglia e Leon, seguiamo il rio Pisuerga che scorre per un tratto parallelo alla strada percorsa dai pellegrini, e nelle numerose anse la interseca, si rende necessario il ponte per l’attraversamento. Il medioevale puente Fitero è uno tra i diversi ponti a dorso di mulo che incontriamo lungo il percorso, sul quale transitiamo nelle prime ore della fresca mattinata. Lo superiamo, un mezzo alla volta perché la careggiata in quel punto è piuttosto stretta, per fermarci qualche metro dopo in corrispondenza di un cippo illustrativo del percorso e della direzione da prendere per raggiungere Santiago, segnata anche dalla ormai familiare freccia gialla che incrociamo più e più volte. Dopo le foto di rito, andiamo a visitare l’ “Hospital San Nicolas de Puente Fitero, posto isolato nella suggestiva campagna del Camino che sorge come un “miraggio” ai pellegrini che hanno appena attraversato le mesetas. E’ un simbolo ed un esempio, che vuole insegnare e ricordare lo stretto rapporto che ci deve essere tra pellegrino e ospitalità, seguendo una antica tradizione “ospitalera” presente fin dal secolo XII, che inizia con la lavanda dei piedi e l’assistenza a chiunque si fermi in questo Ostello, dopo aver percorso diversi giorni camminando solo tra grano, polvere, cielo, nuvole e uccelli.
La pausa caffè si è trasformata in un bel momento di incontro con la realtà del Camino in questa nuova espressione, semplice, essenziale ma rigorosa nella tradizione portata avanti dai volontari, e nell’incontro con molti pellegrini che con il passo più o meno veloce, ricco di progetti e aspettative, come sempre ci salutano con calore e simpatia, anche oggi solo per noi, un’altra piccola “perla ” di emozione.
Riprendiamo per l’ultimo tratto di percorso motorizzato, dopo pochi km siamo pronti per il “nostro camino”. I mezzi sono fermi a Boadilla del Camino, sorvegliati da un volo di cicogne, e quelli tra di noi che desiderano camminare, si stanno allacciando gli scarponi, si mettono al collo la conchiglia, prendono il loro bastone e s’incamminano, verso la nuova esperienza, del “camminare” su questo percorso confusi tra tutti gli altri pellegrini!
Buen Camino!
Ultreja y suseja – più avanti, più in alto - antica esortazione ai pellegrini
Non siamo più incolonnati come su strada, ci sgraniamo, ognuno segue il suo percorso: c’è che sceglie di stare sul ciglio della strada, chi sceglie di calpestare tutti i sassi come molti ma molti prima di lui hanno fatto, chi si immedesima nel valore di questi attimi, chi rimane in silenzio e riflette, chi decide di scambiare qualche parola, qualche impressione o qualche nuovo sentimento con il suo vicino. Ad ogni incrocio o semplice deviazione, occhieggia la freccia gialla, quasi sempre tracciata con una semplice pennellata di vernice gialla, non si sa da chi, quel che è certo è che fa compagnia, rassicura, ci segue e ci precede, fida compagna di viaggio!
“…Cammina cammina, quante strade
partire ritornare,
rimangono nel cuore e nella mente.
Cammima cammina, quante scarpe consumate,
quante strade colorate, cammina cammina …” – I Nomadi
Queste parole mi sono ritornate nella mente e mi sembrano il giusto corollario alla nostra breve ma intensa e importante tappa di oggi, rimasta nel cuore e nella mente a molti.
Non c’è il vincitore, arriviamo tutti a Fromista, - cittadina che prende il nome dal frumento che abbonda in queste zone- punto d’incontro per esprimere la nostra soddisfazione. Anche l’amica Filomena, che lungo il percorso ha avuto un piccolo incidente, ma non ha voluto demordere è arrivata fino alla fine dell’impegno preso.
Nella località appena raggiunta visitiamo la chiesa di San Martin, gioiello artistico esempio di romanico spagnolo, il suo interno è sobrio e rigoroso, le mura imponenti sembrano avere una funzione protettiva, come due ali che vogliono racchiudere quanti intendono concentrarsi in quel luogo.
Riprendiamo la strada a bordo dei mezzi rombanti, forse si saranno sentiti un po’ trascurati, li rassicuriamo subito e premendo sull’acceleratore imbocchiamo la superstrada per raggiungere il campeggio, e la serata sarà tutta dedicata alle nostre voci impegnatissime in un travolgente karaoke!
Fate bei sogni amici canterini!
MARTEDI’ 30 maggio 2017
Leon, capoluogo dell’omonima provincia protetta dalle cime della cordigliera cantabrica, ci attende in una luminosissima mattinata, la visitiamo accompagnati da Camino, simpatica signora, professoressa di storia in pensione, molto affabile, gentile e preparata, da subito determinata nel farci gustare le bellezze della città di Leon.
E’ una città che conta circa 150.000 abitanti, quindi il traffico è sostenuto, percorriamo le vie più significative a bordo del bus in una prima ispezione del centro guidati dalla calda voce di Camino, nome di donna molto diffuso in Spagna, con qualche breve sosta, come quella dinanzi al famoso e spettacolare palazzo San Marcos, splendente nella sua maestosità, antico ospedale dei pellegrini oggi esclusivo “parador” cioè uno tra i ristoranti più prestigiosi di Spagna inseriti in importanti monumenti nazionali.
Non ci sono dubbi che il ”piatto forte” della giornata sia la Cattedrale, la piazza antistante ampia e spaziosa –Plaza Regla- la presenta in tutta la sua bellezza e noi l’ammiriamo fin dalla prima occhiata, non possiamo quindi non condividere la definizione che le fu data di “Pulchra Leonina” la Catedral de la Luz!
E’ un esempio tra i più alti di gotico spagnolo: l’ammirazione è incondizionata, le parole di spiegazione di Camino ci rendono possibile seguire ogni particolare del suo interno: l’altare maggiore, la cappella della Vergine del Camino, il dipinto della Madonna incinta, i portali, le alte e leggere colonne gotiche, gli archi dei soffitti, le cappelle laterali. I nostri occhi si posano sulla delicatezza del rosone che lascia filtrare un raggio di sole che dipinge l’altare maggiore, e sulle splendenti vetrate policrome ognuna delle quali racconta una parte di storia.
Tutto l’interno della Cattedrale è un grandioso caleidoscopio di colori che variano a seconda dell’inclinazione del sole attraverso le 128 vetrate che raggiungono un complessivo di 1800 metri quadrati di vetro riccamente dipinti. Altra definizione che completa il quadro sempre più suggestivo della cattedrale di Leon è quella del futuro Papa Giovanni XXIII in una sua visita che così l’ha commentata:…”ho visto più vetro che pietra, più luce che vetro, più fede che luce”.
La mattinata è volata, salutiamo la carissima Camino e ci concediamo una passeggiata per rivedere tutti i luoghi che con maestria ci sono stati descritti e perché no…sostare in qualche bel vicoletto della città e assaggiare i saporiti piatti della tradizione spagnola!
Serata luminosa, il sole cala molto tardi, anche oggi l’appuntamento tra tutti gli amici pellegrini-camperisti verso Santiago è un appuntamento da non scordare, che termina sempre con un bel brindisi a tutta la compagnia e in questa serata ancora calda prevede anche l’assaggio della Torta di Santiago, dolce goloso a base di mandorle e cannella tipico di Santiago e di tutta la Galizia. Questa sera abbiamo anche un’incombenza del tutto particolare per prepararci al percorso dell’indomani, firmiamo tutti il gagliardetto del nostro Club che lasceremo come ricordo alla croce di ferro, Cruz de hierro.
MERCOLEDI’ 31 maggio 2017
Prima tappa odierna è Astorga chiamata la fiera, in programma c’è una bella sosta nel cuore cittadino visto che abbiamo a disposizione un ampio parcheggio dove tutti i nostri ingombranti mezzi possono tranquillamente riposare ed attenderci con calma durante la visita. Così dopo un’oretta di viaggio giungiamo in città, il camper nr. 1 in testa alla colonna vede a poche spanne di distanza le guglie della cattedrale, e ritiene quindi di “disubbidire” alla indicazioni del navigatore che intimava di procedere per ancora 2 km. circa per arrivare al punto giusto (scopriremo dopo che era la circonvallazione del centro storico)…. così il capo trascina dietro a se l’intera colonna per le strettissssssime stradine del centro storico limitate da alcuni segnalatori, per fortuna di plastica, e per le altrettanto strette curve sotto gli occhi allibiti dei cittadini…siamo giunti ugualmente al punto X ma con qualche…evidente difficoltà!
La città di Astorga ha meritato, nonostante l’inconveniente, una seppur breve visita: il palacio Episcopal progettato da Gaudì e la Cattedrale, un gigante gotico, ci attendono circondate dalle vette, alcune cime punteggiate di neve, della cordigliera Cantabrica.
Siamo pronti per ripartire, ci prepariamo a raggiungere uno dei punti cardine del Camino, un luogo dal fascino speciale che non lascia indifferenti: la croce di ferro. Ci arriviamo con calma, un kilometro dietro l’altro salendo a velocità ridotta, noi motorizzati viaggiamo sulla stessa strada dei pellegrini a piedi o in bicicletta che procedono lungo la salita, sulle spalle hanno caricato lo zaino, dal quale dondola ritmicamente a ogni passo, la conchiglia. Per tutta la durata del viaggio lo zaino rappresenta la loro casa, tutto ciò su cui possono contare in questo percorso che li vede impegnati per circa un mese o poco più. Respirano affannosamente per la fatica del tragitto che si fa sempre più ripido, ogni metro percorso è vissuto intensamente, sono intrisi di sudore e polvere, ma sul loro viso abbiamo sempre visto dipinti serenità , gioia di vivere e il piacere dell’incontro, non vogliamo disturbare, ci salutano con il gradito buen camino, che ricambiamo di cuore. Abbiamo incontrato pellegrini di tutte le età, giovani, meno giovani, famiglie con bimbi anche piccoli, gruppi di ragazzi e molti pellegrini ”soli” ma con il grande bagaglio del desiderio e della forza per arrivare fino al traguardo, sul Camino non si è mai “soli”!
Anche i camper sono partecipi a questo momento, motori perfetti, silenziosi quasi sincronizzati tra loro, le ruote accarezzano il selciato, saltellano su avvallamenti e sassi, senza alcuno stridore di freni o suonata di clacson, portati avanti da autisti attenti e responsabili, al C.B. si commentano con poche frasi gli attimi intensi che viviamo, questi sono tessere di un prezioso mosaico che combaciano in armonia perfetta tra loro La strada sale e sale ancora, attraversiamo pittoreschi paesini di poche case, dalle porte multicolori, circondati da distese di fiori e alberi di vario genere, continuiamo la nostra strada, attraversiamo il paese di El Ganso, Rabanal del Camino, Foncebadon per arrivare a 1500 metri alla croce di Ferro, il punto più alto e più suggestivo del Camino!
Il cielo quest’oggi è grigio, sembra cada qualche gocciolina, fermiamo i camper costruendo una sorta di abbraccio di fronte al monumento simbolico che completa il cerchio! La storia della Croce di ferro ha antiche tradizioni ben consolidate, ne raggiungiamo la base , ci raduniamo per cantare tutti assieme l’inno d’Italia, poi vogliamo sistemare il nostro ricordo su un punto alto del palo sulla cui cima è piantata la croce di ferro, gli uomini aiutano Franca nell’operazione, la seguiamo con gli occhi la sua emozione, è anche la nostra emozione!. Il palo che regge la croce – alto circa 5 metri- è situato su un cumulo di sassi e oggetti di vario genere depositati lì nel tempo dai pellegrini di tutto il mondo, molti portano il ”sasso” dalla propria terra, così ci sarà una commistione di ideali di persone provenienti dai diversi paesi . Il sasso o l’oggetto che simbolicamente si lascia ai piedi della croce, ha il significato di chiedere perdono dei propri peccati e quindi di scrollarsi un peso da dosso, uno dei tanti valori e spunti che dà il Camino.
Forse ognuno di noi arrivato in quel punto e posando la sua pietra, ha detto fra se e se una semplice preghiera, nonostante la presenza di molte persone, è riuscito a sentirsi unico in quel luogo, i nostri sguardi si sono incrociati più volte in segno di condivisione. Il silenzio interiore non si è confuso con le parole o i canti degli altri pellegrini che hanno raggiunto la croce di ferro con la fatica dipinta su ogni muscolo del corpo, ma felici e soddisfatti dall’aver raggiunto quello speciale traguardo. Alcuni amici di avventura sono voluti scendere fino a un Hospital a pochi km. più sotto, il Manharin retto da Thomas, un personaggio folcloristico che dà una cruda ospitalità ai pellegrini, nel senso che fornisce loro solo un materasso in un altrettanto folcloristico ostello, in una stanza illuminata dalle candele e per lavarsi… l’acqua del torrente, è anche un luogo di incontro, di scambio di idee, di esperienze tra tutti quelli che transitano da lì!
Le avventure di oggi non sono ancora terminate: un guasto al camper dell’amico Cesare, lo costringe ad una tappa forzata all’officina di Ponferrada, mentre il resto del gruppo va a visitare, come ultimo impegno della giornata, il castello dei templari della città. Ultima chicca della giornata: il campeggio che ci ospita è forse un po’ troppo spartano e ci mette in difficoltà fin dall’ ingresso, la sistemazione è laboriosa, ma alla fin fine, siamo tutti a posto (!!!) immersi nel verde, tra alberi frondosi, accompagnati dal rumore dello scroscio dell’acqua di un torrentello che scorre sotto di noi, unici abitanti del luogo!.
La giornata appena trascorsa è stata un ventaglio di forti emozioni, di pensieri e riflessioni, credo che nessuno sia rimasto indifferente a tutto quanto abbiamo assistito sia come spettatori che come attori protagonisti, un incontro molto ravvicinato con il mondo dei pellegrini che vogliono raggiungere Santiago de Compostela, e anche noi, a modo nostro, ne facciamo sicuramente parte.
Notte silenziosa, e le stelle…ci stanno a guardare!
GIOVEDI’ 1 giugno 2017
Siamo entrati in campeggio la sera precedente con qualche difficoltà, ma questa mattina, con alcuni accorgimenti, una buona programmazione e regia, uno alla volta tutti gli equipaggi si sono rimessi in movimento, e incolonnati sulla strada che conduce a O’ Cebreiro a 1300 mt. di altezza nella regione della Galizia.
Lasciamo i mezzi qualche curva prima dell’accogliente paese, anche questo meta storica e mitica sul Camino, e lo raggiungiamo a piedi proseguendo la nostra camminata verso una postazione ancora più in alto favoriti dalla temperatura mite, dal tempo bello e dalla nostra “voglia” sempre più prepotente di Camino.
O’ Cebreiro è un antico paese che da sempre ha ospitato i pellegrini nelle sue tipiche case dal tetto di paglia, le palloza. Oggi, pur rimanendo un punto fermo per i pellegrini di passaggio, è divenuto un ritrovo gradevolmente “turistico” che ha mantenuto inalterati certi valori nonostante il grande afflusso giornaliero di persone . Conserva senza dubbio tutta la sua seria intimità la piccola chiesetta di Santa Maria. Entrando regna l’assoluto silenzio, la luce proviene dalle numerose candele accese, si respira l’atmosfera dell’intensa religiosità del luogo, a terra sono posati gli zaini e gli scarponi con i segni di polvere e fango, dei pellegrini appena arrivati dopo kilometri percorsi nel fitto bosco, leggiamo nel loro volto una intima soddisfazione, avranno seguito la freccia gialla con determinazione e costanza, un passo dietro l’altro fino a qui a circa 200 km da Santiago de Compostela.
Ancora tutti assieme ai tavoli della Taberna Moreno per il pranzo in stile gallego, come il tipico “caldo gallego”, una zuppa povera con gli ingredienti di stagione, più e più volte apprezzata dal gruppo dei camperisti, oltre a tutti gli altri piatti arrivati uno dietro l’altro. E’ stato un gradevole momento, decisamente inaspettato, l’incontro con la coppia di sposi, che con gli abiti da cerimonia del matrimonio, il lungo abito bianco per lei e il severo abito scuro per lui, portavano con disinvoltura e gioia sulle spalle lo zaino gli scarponi e la conchiglia pronti per intraprendere il Camino a piedi!!
La discesa verso la pianura, verso Santiago, attraverso piccoli paesi e villaggi è uno spettacolo, tra fiori, prati, campi coltivati, vigneti; lo sguardo e la mente sono già rivolti avanti più avanti, con un immaginario conto alla rovescia fino all’arrivo alle porte della città. Eccoci finalmente anche noi siamo giunti alla meta di tutti i pellegrini in viaggio, quindi anche la nostra, “pellegrini in camper”!
Bravi ragazzi, un abbraccio a ciascuno di voi, ci avete seguiti su ogni tipo di strada, da quelle perfette delle autopiste, alle “stradine” minuscole ma spettacolari, a qualche improvvisa inversione di marcia, a qualche difficile attesa, a intense giornate al volante, non sempre i cavalli del vostro camper hanno potuto scatenarsi, ma voi avete tenute ben salde nelle mani le redini, benvenuti in questo luogo che profuma di gioia, di amicizia, di buoni sentimenti, ma anche di fatica, dolore e di ogni tipo di difficoltà.
Con questo fiume di emozioni, con una gran voglia di mettere i piedi su questa terra piena di tradizioni, storia, ideali, arriviamo alla postazione che ci accoglierà per 3 giorni.
Qualche difficile manovra di assestamento in un campeggio tutto in salita, e poi in molti siamo scesi verso la città, desiderosi di mescolarci assieme alla folla dei pellegrini, e di tutti i visitatori, verso la celebre Praza do Obradoiro, Piazza dell’Opera d’oro! Si uniscono al nostro gruppo Marino, fratello di Vitto, con Tiziana di passaggio a Santiago per alcuni giorni, ci faranno compagnia nelle nostre avventure! Le musiche tradizionali celtiche di alcuni gruppi, riecheggiano all’imbrunire sotto gli archi della piazza, invitandoci a qualche accenno di passo di danza, così il tutto assume una luce diversa quasi magica, o forse è solo la mia gioia di esserci che mi confonde le idee??! La bellissima Cattedrale, seppur in parte incappucciata, ci ha incantati per bellezza e maestosità, e sistemati in favore della webcam ci siamo lasciati immortalare, la nostra immagine è volata, via etere, in chissà quali luoghi!
I lastroni levigati della piazza do Obradoiro, hanno una sommessa voce, quante storie hanno da raccontare, quante lacrime di gioia versate hanno visto, quanti cori e saluti da ogni parte del mondo hanno preso il via da una qualsiasi di quelle pietre, è un rincorrersi di emozioni che leggiamo sui volti di quanti arrivano chissà da dove, ma tutti fermi qui come noi e con noi! Proprio su quel selciato lucidissimo, come da tradizione ci sdraiamo a pancia in su con le spalle rivolte alla Cattedrale… veramente una bella immagine proiettata su un cielo color cobalto , un attimo di “contemplazione” poi tutti… sù !!
Risaliamo verso il campeggio lasciando alle spalle questa prima imperdibile immagine, viziandoci con un “assaggio” dei buonissimi e golosi churros! Nel frattempo è rientrato in seno al gruppo anche l’equipaggio di Cesare e Maria con un frizione assolutamente nuova!!
Buonanotte e sogni d’oro da Santiago de Compostela
VENERDI’ 2 giugno 2017
Oggi è una giornata speciale, siamo a Santiago de Compostela, l’abbiamo molto studiata, da libri, computer, riviste, ne abbiamo sentito parlare dai vari racconti di amici o conoscenti, e ora non ci rimane che ammirarla, scoprirne i segreti, le bellezze. Vogliamo scoprire quello che la nostra curiosità ci sprona a fare per saperne di più, guardare negli occhi tutte le persone che sono arrivate fino a questo punto dopo un lungo Camino, immedesimarci nella loro fatica e nell’entusiasmo dell’abbraccio collettivo per la soddisfazione dell’arrivo.
Visitiamo la città con una bravissima guida, che con calma ci conduce non solo nella zona più celebrata come la Piazza delle Cattedrale, le due piazze limitrofe della Quintana, sulla quale si apre la Porta Santa, della Plateria cioè degli argentieri, e della Acibecheria. Ci prende per mano per condurci in una Santiago reale e regale: quella dei tesori, delle piccole e anche grandi opere d’arte, dei vicoli - ruas- che si intrecciano tra di loro, per aprirsi e rivelare edifici dalle splendide facciate barocche e palazzi nobiliari costruiti in epoche diverse, che ben si completano con la Santiago dove vive opera la vivace vita di tutti i giorni, come lo spettacolare mercato del pesce. La Piazza do Obradoiro custodisce anche la facciata monumentale dell’Ospizio Reale cioè Hospital Real oggi divenuto Hostal de los Reyes Catolicos, uno dei più importanti Parador della Spagna, che oggi ospiterà tutto il nostro gruppo de La Granda per il pranzo nel salone reale!
A mezzogiorno, non manchiamo all’appuntamento con la Messa del Pellegrino, è un appuntamento che riveste particolare importanza, tutti i pellegrini arrivati fino a qui, si apprestano ad assistere a questa Santa Messa in segno di ringraziamento per aver raggiunto la meta.
La cattedrale è assiepata, riusciamo a raggiungere i posti assegnati al nostro gruppo, purtroppo non per tutti, ma ciascuno di noi ha trovato un angolo dove sistemarsi.
La celebrazione di oggi è officiata dall’Arcivescovo di Santiago e dedicata alle forze armate che ne fanno anche l’accompagnamento musicale con la loro banda.
All’inizio della celebrazione, come benvenuto viene data lettura di quanti pellegrini hanno ricevuto la compostela a testimonianza dell’essere giunti fino a qui e da quale paese provengono. Quest’oggi è stato menzionato anche il nostro Club in quanto ha richiesto e ottenuto che al termine della funzione ci potesse essere anche il “Botafumeiro.” Questo è un grande ostensorio, che in passato veniva messo in funzione come elemento purificatore dei pellegrini convenuti, e non solo per le colpe commesse ma anche per l’aria stagnante….che regnava nella Cattedrale ! Il suo peso è ragguardevole circa 50/55 kg messo in funzione con un sistema di funi e verricelli da 8 tiraboleiros che possono farlo volare fino a 20 metri di altezza lungo la navata.
Questo “volo” è accompagnato dall’ Himno del Apostol, suonato da organi barocchi; gli occhi dei presenti volano assieme al botafumeiro, sono come ipnotizzati dai suoi movimenti, lo seguono nella sua perfetta danza, l’organo posto poco sopra l’altar maggiore diffonde il suo suono intenso e coinvolgente e fa sentire un brivido correre lungo la schiena ad ogni nota emessa dai tasti dello strumento, il pathos che questa esperienza ha provocato, si rivela sui volti di coloro che hanno assistito alla celebrazione e sui molti occhi lucidi.
I pellegrini, quelli che hanno percorso tutti gli 800 km a piedi, in bicicletta o a cavallo sono molto assorti durante la celebrazione, osservandoli bene sembrano “un libro aperto”: ne leggiamo l’espressione del volto rilassata nonostante i segni della fatica, le mani congiunte in segno di preghiera di ringraziamento, i bastoni posati a terra gli scarponi ancora ai piedi, sono più esplicativi di tante righe scritte.
Arrivano anche le ore 13, il momento dell’ingresso al Parador de los Reyes Catolicos, per il pranzo del nostro gruppo. Impossibile non rimanere stupefatti entrando nella imponente hall, proseguendo poi lungo i corridoi tappezzati da arazzi e ritratti di personaggi d’epoca medioevale fino all’ingresso del salone a noi riservato. Ci si sente nella storia, siamo partecipi di avventure, di guerre e di amori e i 39 commensali tra dame e cavalieri prendono posto sui loro scranni per consumare un ottimo banchetto, con altrettanto ottime libagioni, e grande soddisfazione dei convitati.
Il pomeriggio trascorre a seconda delle opzioni che ciascuno di noi sceglie tra passeggio, shopping, visita ai monumenti conosciuti in mattinata e tanto altro, e domani non mancheranno avventure ed esperienze nuove!
A domani !
SABATO 3 giugno 2017
Anche oggi giornata di riposo per gli autisti, si viaggia comodamente sul bus turistico con la guida Jesus, nome maschile molto diffuso in Galizia, siamo diretti verso la Costa da morte.
Jesus è un “personaggio” conosce molto bene la sua terra in ogni sfaccettatura, dal turismo, all’economia, alla politica ed è un abile oratore, per cui ci ha intrattenuti lungo tutto il tragitto fino a Camarinas, sugli argomenti più svariati, dalla storia del Camino a tutti gli aspetti della vita di questa regione della penisola iberica. Gli aneddoti che inserisce nel racconto danno maggior forza alle sue parole, esordisce con una nota sul tempo in Galizia solitamente piovoso o nuvoloso con solo 100 giorni di sole all’anno, ma è per questo motivo che viene definita la verde Galizia, ricca di prati e boschi in particolare in questa zona di Eucalipti, molto importanti per l’economia locale.
L’immagine che ci appare durante il viaggio è quella di un paesaggio morbido, molto verde, ricco di vegetazione, di animali, di piccoli borghi di comunità rurali, dove la natura si è impegnata per realizzare un ottimo lavoro.
Prima sosta, e siamo già arrivati sulla riva del mare, Camarinas, in corrispondenza di Capo Vilan, città dei pizzi al tombolo, lavori spettacolari eseguiti con il filo e i fuselli; alle ricamatrici è stato dedicato un monumento all’ingresso della città.
La strada che si inerpica in un paesaggio da cartolina tra boschi e verdi vallate per scendere poi verso l’oceano a Muxia -si pronuncia Muscia- è uno spettacolo da guardare sotto ogni angolatura: il sole, il cielo azzurro, i colori del mare, le nuvole, gli uccelli, e tutta la gente che vive e lavora per questa terra, sono senza dubbio i protagonisti di questo tratto di viaggio.
Il promontorio di Muxia è un luogo di grande suggestione: enormi pietre levigate e arrotondate dal movimento incessante del mare e del vento, la schiuma bianca rumoreggiante che si innalza portata dal vento, la piccola chiesetta dedicata alla Virgen de la barca sono le immagini che ci giungono in questa splendida mattinata. Immagini difficili da scordare, come le credenze popolari sulle pietre “ le pedras santas” che portano nomi diversi a seconda della loro forma come la “pedra de abalar” la pietra che balla, oscillante e si dice che sia lo scafo della Madonna, la pietra per gli innamorati e perfino pietre a cui si attribuiscono proprietà curative come quelle per far passare il male ai reni o il mal di testa!
Finisterre ovvero Km 0, i pellegrini ritengono che il punto finale del Camino sia qui a 90 km da Santiago de Compostela. E’ il punto più occidentale d’Europa, un paesaggio selvaggio, le scogliere si tuffano nel mare, il rumore dell’Oceano è un tutt’uno con il soffio del vento, con lo stridio dei gabbiani, il tutto illuminato da uno spettacolare sole a tutto tondo. E’ anche il luogo dove i pellegrini arrivano stanchi dopo l’ultima dura salita e bruciano gli scarponi sulla riva dell’Oceano e aspettano, seduti sulla scogliera per far riposare il corpo ormai molto provato, il tramonto del sole per concludere in armonia con se stessi, il lungo viaggio.
Le cartoline dei luoghi attraversati oggi sono molte e ognuna di esse merita di essere menzionata, come il bellissimo borgo di Pindo, con il monte di roccia rossa scolpita dalla natura, la bella spiaggia di Ezaro con il mare di un blù intenso che è un invito a tuffarsi, Carnota, dove dominano gli horeos i granai più grandi, altrettanto Lira e li il granaio, del parroco, conta ben 44 gambe. Tutte queste meraviglie sono raggruppate nel percorso galiziano chiamata la costa della morte o come lo ha definito un poeta del luogo ”l’ultimo sorriso dell’uomo prima dell’infinito”
DOMENICA 4 giugno 2017
In silenzio i 20 equipaggi de La Granda in viaggio sul Camino di Santiago, alle sei del mattino di domenica 4 giugno, piano piano escono dal campeggio e si allineano per procedere lungo le vie della città fino al trionfale ingresso con i camper in parata, per fermarsi silenziosi come sono arrivati, davanti alla facciata della Cattedrale in piazza dell’Obradoiro.
La polizia ci spetta, sapeva del nostro arrivo, erano stati richiesti per tempo tutti i permessi necessari per poter arrivare fino a questo punto con grande contentezza e compiacimento di tutta la comitiva. Una volta sistemati in bell’ordine, si scattano le foto ufficiali a testimonianza dell’impresa e si alza in volo il drone, in competizione con i gabbiani incuriositi o nervosi??!!
Salutiamo Santiago, la piazza, il sole che la sta inondando di luce, ricordandoci una detto che riguarda il Camino …”pellegrini si è per sempre!...”
Il tempo a nostra disposizione è terminato e dopo un ora tra una foto e l’altra siamo in viaggio diretti a A Coruna.
Arriviamo percorrendo un tragitto sufficientemente breve di circa 80 km, che ci consente di avere il tempo di sistemarci bene in campeggio ma soprattutto di prendere accordi per una cena comunitaria con l’immancabile “pastasciutta di gruppo” cioè tutti presenti!!
Come al solito ci impossessiamo delle immagini della città percorrendola in bus accompagnati dalla guida, in questo caso un simpatico giovanotto, che ci illustra le varie zone cittadine della penisola de A Coruna, città dominata dalla torre d’Ercole, antico faro romano ancora in funzione.
La città luminosa sotto al sole è una località moderna e al tempo stesso ricca di monumenti o chiese che rivelano fasti architettonici del passato. Le “galerias” ovvero le facciate delle case con le vetrate che ricoprono completamente la parte frontale degli edifici, sono una delle caratteristiche di questa città galiziana. Esse lasciano entrare non solo la luce ma anche la brezza marina, hanno infatti delle piccole aperture verso l’alto che consentono ai profumi e al vento dell’oceano di entrare nelle case.
Arriviamo fino al Faro guardiano della città, immerso nell’azzurro del cielo e nel blù spumeggiante dell’Atlantico, affacciato su una costa rude e spesso violentemente spazzata dai venti. Il cuore di A Coruna è la piazza Maria Pita, interamente dedicata alla sua eroina, che nonostante avesse subito l’uccisione del marito, aiutata dalle altre donne, fieramente, ha difeso la propria città dall’assalto degli inglesi. Ai piedi del monumento dedicato a questa eroina tutte le donne de La Granda si sono messe in posa per condividerne il coraggio e il valore!
Anche questo pomeriggio è terminato, abbiamo goduto di un cielo terso, di un sole che ci ha riscaldati e delle bellezza di una città bella e vivace come A Coruna. Non appena rientrati, non ci rimane che prepararci a gustare la cena seduti ai tavolini di una lunga e multicolore tavolata, in una bella e straordinaria serata in terra galega!
Arrivederci a domani mattina!
LUNEDI’ 5 giugno 2017
Lasciando A’Coruna, siamo giunti al giro di boa del nostro viaggio della primavera 2017, oggi ci apprestiamo a raggiungere Carino, piccolo paese sempre in terra galiziana, lì nell’apposita area sosta, sistemeremo i camper, ma non tutti! La trasferta di oggi prevede di raggiungere Cabo Ortegal, uno dei più bei promontori della Galizia, lungo una strada in molti tratti ripida e stretta. Usiamo la formula dell’ospitalità cioè un camper ospita….3/4/5…forse anche 6 amici per raggiungere il Cabo che dista appena 10 km dal campo base di Carino!
Appena arrivati rimaniamo tutti a bocca aperta, è uno spettacolo per i nostri occhi: un terrazzamento che sembra sospeso tra mare e cielo ci conduce al limite di un impervio promontorio che scende a picco sul mare, anzi sul punto in cui l’oceano Atlantico s’incontra con il golfo di Biscaglia.
L’acqua e la terra si incontrano con il fragore delle onde, con la loro forza che prepotentemente affronta i faraglioni a picco sulla massa d’acqua in gran movimento. Il faro con i classici colori rosso e bianco, punta diritto verso l’intenso azzurro del cielo dove anche oggi splende il sole e da quell’angolo di mondo dove siamo arrivati, ci verrebbe voglia di dire che è tutto per noi! Anche questa nuova emozione è un regalo che la natura ancora una volta ci elargisce a piene mani!
Scendiamo nuovamente verso la pianura per raggiungere la località di Barreiros, dove troveremo il nostro punto d’arrivo, il campeggio affacciato su una bella spiaggia ventilata; ci sistemiamo con la tradizionale calma aiutati dagli amici posteggiatori e in poco tempo siamo tutti al proprio posto!
MARTEDI’ 6 giugno 2017
Oggi brevissimo spostamento di circa 5 km per giungere un luogo incantato :
…”lì dove il potere del mare e la pazienza del tempo costruiscono le cattedrali della natura…”
ovvero Praia as Catedrais di Ribadeo.
Arriviamo in questo mondo di terra, roccia, mare in costante e regolare movimento, al mattino quando la marea mette in atto il suo piano quotidiano, si sta lentamente ritirando e lascia scoprire il grande repertorio architettonico.
Entriamo in questa cattedrale, imponente e delicato monumento che l’uomo non ha di certo edificato, ma lo può ammirare e capire quanta e quale sia la forza delle maree, che non si stancano mai di costruire e poi nascondere giorno dopo giorno da…sempre e per sempre! Passeggiamo tra bastioni che superano i 30 metri, tra grotte con raffinate cupole decorate con pinnacoli di una delicatezza unica, per arrivare nella navata centrale, silenziosa, elegante quasi mistica!
Noi de La Granda lasciamo ovunque un ricordo, oggi sulla immensa spiaggia di Ribadeo, formato un grande cerchio, al centro del quale l’amica Flaviana ha disegnato il nostro cuore pulsante, ci siamo esibiti in un magico “girotondo” sotto l’occhio impertinente del drone sempre pronto e vigile. Giusto in tempo…la marea si sta alzando, entro breve il nostro cuore sarà coperto dall’acqua, ma rimarrà custodito nei nostri ricordi.
Come disse qualcuno…non è finita qui!
Raggiunto il piccolo paesino di Castaneras, ormai siamo giunti in terra asturiana, salutati alcuni lavoratori dei campi intenti al loro lavoro, ci avviamo lungo una strada sterrata in discesa, da percorrere a piedi per circa un km o poco più, verso la Playa del silencio, una spiaggia dorata bagnata da un mare sufficientemente calmo e protetta da un’impervia scogliera forma di mezza luna o di conchiglia..
Fin dall’alto vediamo che sotto, più sotto, alla fine della discesa, potremo assistere ad un ennesimo spettacolo: silenzio ragazzi, qui si “stacca la spina” non si parla, si scolta il rumore del mare, delle onde che si infrangono sulla spiaggia sassosa, rumore che è anche musica e cresce man mano che ci si avvicina, gli fanno eco i gabbiani che scendono sul pelo dell’acqua, risalgono e svolazzano tranquilli in questo altrettanto tranquillo pomeriggio di primavera.
Serata in compagnia con la voglia di stare ancora assieme di chiacchierare del più e del meno di assaggiare le specialità che ognuno di noi ha in serbo nella magica cambusa del camper!
Buon appetito e buon….tutto!
MERCOLEDI’7 giugno 2017
Giornata soleggiata fin dal momento della partenza per raggiungere un'altra nuova spiaggia playa de la Vega, un’enorme spiaggia selvaggia profonda quasi un kilometro, lunga….non sappiamo quanto lunga possa essere perché mentre a grandi passi stavamo iniziando la passeggiata su quell’enorme spianata di sabbia e mare, con il sole negli occhi e un leggero venticello sul viso, spunta dal nulla la polizia locale. Comunica al nostro capogruppo Vitto che non avremmo potuto rimanere parcheggiati dove ci eravamo sistemati in precedenza, quindi nuovamente tutti in camper fino a Ribadesella alcuni km distante, che ci regala un bel parcheggio e una bella visita alla cittadina marinara in giornata di mercato!
Da una bella e ridente località marina, saliamo poi verso il picos de Europa e precisamente a Cavadonga a circa 300 metri di altezza, anche se lungo la strada in salita, il paesaggio in generale, la vegetazione, i monti circostanti, il genere di case costruite con legno e tetto spiovente, farebbero pensare ad un altezza più elevata. Raggiungiamo la basilica de Santa Maria in stile romanico dal caratteristico colore roseo. Già dalle ultime curve si intravvedeva la sua imponente sagoma, questo luogo è meta di alcuni pellegrinaggi nelle varie festività religiose, come la grotta o cueva, piccola cappella tagliata nella roccia dedicata alla Madonna, molto raccolta e coinvolgente. Cavadonga offre anche le sue specialità gastronomiche come la minestra di fagioli, chorizzo, morcilla e tanto altro chiamata fabada, e il formaggio cabrales un misto di mucca e capra, di cui ci siamo ampiamente approvvigionati.
Serata all’aperto con cena “mista” cioè quello che si chiama ogni ben di Dio, karaoke e corrida con relativi vincitori e premi, il tutto sotto ad un sole che non intende tramontare, vuole rimanere con la nostra allegra compagnia!
GIOVEDI’ 8 giugno 2017-09-04
Qualche nuvola nel cielo, e una leggera nebbiolina, scendiamo nuovamente verso la pianura, ma quando scocca l’ora della pausa caffè e della…colomba.. il sole ha già deciso di farsi vedere in tutto il suo splendore.
Raggiungiamo poco dopo un gioiello di questa terra: Santillana del mar nella regione della Cantabria, la cui architettura medioevale ha affascinato non solo noi, ma artisti pittori e cineasti e Joan Pauol Sarte l’ha definita “uno dei luoghi più graziosi” di Spagna. Tutta la cittadina si irradia intorno alla collegiata di Santa Juliana con il suo stupendo chiostro e il sepolcro della martire che si erge al centro della chiesa. La sosta in questo borgo del Camino del nord, è stata gradevole e ricca di suggestivi angoli, lungo le strade acciottolate contornate da splendidi edifici in pietra e mattoni su cui si riconoscono immagini che rappresentano l’origine nobile degli abitanti. Abbiamo dedicato anche alcuni momenti allo shopping sia dei suoi illustri prodotti gastronomici, come le famose acciughe, che dei prodotti di artigianato, abbiamo respirato aria d’altri tempi, e vissuto in un piccolo mondo fantastico si, ma reale!!
Arriva il momento di lasciare questo piccolo scrigno pieno di veri gioielli, che ci ha regalato immagini garbate fuori dall’orinario ritmo di vita frenetica, per raggiungere e sistemarci nel nostro campeggio la Virgen del Mar di Santander spazzati da un forte vento!
Non ci lasciamo intimidire dagli agenti atmosferici e andiamo in perlustrazione dei dintorni verso l’oceano; a guardia delle acque tumultuose, sorge su una collinetta, una piccola cappella dedicata alla Virgen del mar protettrice della gente che va per mare. Alle sue spalle un breve sentiero, tra siepi battute dal vento e sassi, porta a una serie di rocce, alcune levigate alcune aguzze, che cadono a picco tra le onde è uno spettacolo bellissimo e veramente suggestivo. Ancora più intenso e commovente sarà nella tarda serata il momento del tramonto, che dipinge di rosso fuoco il cielo e le rocce, la cappella e i nostri volti incantati nell’ammirarlo.
N.B. in serata vediamo che su Facebook è stato postato il nostro bellissimo girotondo sulla spiaggia!
VENERDI’ 9 giugno 2017
Santander oggi sarà tutta per noi, fin dalle 9 del mattino accompagnati da Pilar, andremo a conoscere le bellezze di questa splendida località capitale della Cantabria.
La città da sempre dedita al commercio marittimo, sorge all’interno di una baia, nella perlustrazione a bordo del bus riusciamo a vederne le parti essenziali che si affacciano sul mare e le vie più importanti del centro. Una breve passeggiata ci conduce a Cabo Mayor, un piccolo promontorio dal quale si abbraccia la magnifica baia con un solo sguardo. Lo raggiungiamo tramite una scalinata, da sempre una torre di segnalazione, un tempo veniva acceso un fuoco durante le tempeste o le giornate di nebbia fitta, oggi è elettrificato e mantiene le stesse importanti funzioni, al suo interno una bella mostra di “vita di mare” con soggetti naturalmente a carattere marinaresco.
Le spiagge di Santander sono molto note e Pilar ci conduce in un breve giro fino alla Playa del Sardinero, la principale che si affaccia sul mare aperto e molto frequentata dai locali. Tutto l’ambiente circostante, dominato dal verde dei parchi e del campo da golf, denota la molta cura con cui vengono sempre tenuti in ordine questi luoghi.
Altro momento interessante è stata la visita alla penisola della Maddalena, che abbiamo raggiunto con un simpatico trenino attraversando un piccolo zoo con foche e pinguini e la riproduzione dei tre galeoni donati dal navigatore Alsar alla città al termine dei suoi viaggi ed anche una fragile imbarcazione di legno usato allo stesso scopo, oggi quasi impensabile per una simile impresa. L’edificio più importante dell’isola, oggi sede di una prestigiosa università è il Palacio residenza estiva di Alfonso di Spagna nei primi anni del 900.
Lasciamo la verde e soleggiata Santander per un più semplice…supermercato del quale tutte le cambuse dei camper avevano necessità.
Alle spalle della chiesetta de la Virgen del mar questa sera lo spettacolo del tramonto infuocato si replica, la scogliera è la platea dalla quale assistiamo alla nuova rappresentazione, il palco e le scene sono le acque in movimento dell’oceano, che non dorme mai, le onde che s’infrangono e la grande palla rosso dorata che piano piano, ma inesorabilmente, scende per un ultimo tuffo e lascia il palco, nel cielo rimane un roseo alone destinato a dissolversi, buonanotte a tutti!
SABATO 10 giugno 2017
Oggi si inizia dalla cittadina di Castro Urdiales, antico insediamento romano, situato in mezzo alle grandi città di Santander e Bilbao, come ormai tradizione il sole ci accompagna fin dalla partenza e sarà con noi fino a tarda sera. Troviamo un comodo parcheggio nel piazzale antistante la fabbrica di conservazione del pesce Lalin, molto importante per l’economia locale, abbiamo approfittato della situazione a mt. “0” e ci siamo dati agli acquisti dei tipici prodotti ittici inscatolati.
La visita alla città, bel centro a carattere marinaresco, si svolge in maniera autonoma, la passeggiata sul lungomare a fianco delle onde dell’Oceano e sotto le ali dei voli dei gabbiani ci porta direttamente al nucleo più importante del luogo: la chiesa de Santa Maria de Assuncion e il faro-castello che sorgono sull’altura che domina tutta la cittadina di Castro Urdiales, visibili da ogni suo punto.
Altro momento di fruizione dei prodotti locali, è quello in cui molti di noi si sono soffermati davanti ai vassoi pieni di deliziose tapas…o pinchos…o boccadillos, nell’imbarazzo della denominazione esatta, si assaggiano tutti con grande soddisfazione, anche questi sono momenti di pura poesia!
Si riprende la strada che nel pomeriggio ci porta diritti diritti fino a Bilbao, nella frazione di Gorliz dove è ubicato il nostro campeggio, le serate di sosta saranno tre, siamo stazionati su un bel prato verde e ogni equipaggio cerca una situazione ideale per le tre nottate che ci attendono in terra basca!
DOMENICA 11 giugno 2017
Gernika: Gernika è innanzitutto il celebre quadro di Picasso che racconta la barbarie dell’ aviazione tedesca al servizio di Franco, che attacca e distrugge la città, il 26 aprile 1937, in un giorno di mercato mirando alla popolazione, quasi un preludio alle guerre successive, un muto e drammatico racconto visivo che fa accapponare la pelle e scuotere le menti.
Il quadro monocromatico è esposto a grandezza naturale nelle sale del Museo della pace, è un museo dinamico che fa rivivere scenari reali che mai avrebbero dovuto esserci, e scatena l’emozione provocata dalla dura realtà della recente storia. Riviviamo quegli attimi di assoluta follia e disperazione, in una proiezione con gli effetti sonori autentici della giornata, un monito che dovrebbe far pensare a una pace duratura che prenda forma da Gernika città martire per il delirio di onnipotenza di alcuni…personaggi…del tempo.
Joan, la nostra guida basca che ci accompagna, orgoglioso della sua genia e della sua regione, ci porta nel cuore di Gernika, nella Juntas de Bizkaia, laddove è nata la storia e la vita della provincia basca! Già entrando e ammirando il soffitto a vetrate su cui è dipinta una grande quercia ci rendiamo conto dell’attaccamento della gente basca alla terra natia. I racconti di Joan, dalla voce stentorea e con una gran sonorità, sono ricchi di patos e di emozione, nel raccontarci la vita in questa comunità, le regole, le tradizioni da rispettare, i simboli, come la foglia di quercia che lui ha tatuata sul braccio.
Come atto finale delle sue dotte illustrazioni, dopo esserci addentrati tra le vie della città, arriviamo all’albero di Gernika, una quercia che simboleggia la libertà tradizionale del popolo biscaglino e di conseguenza di tutto il popolo basco, la prima quercia piantata durò circa 450 anni, da questa sono nate tutte le altre di cui l’ultima messa a dimora nel 2015.
Si cambia registro, il bus ci porta nel centro di Bilbao in una sidreria, per l’incontro con il sidro, e le tradizionali e ferree regole per spillarlo con gesti ampi e studiati, dalla grande botte, ci proviamo tutti con più o meno successo sotto agli occhi del maestro Joan il basco, assoluto e fiero sponsorizzatore di tutto ciò che riguarda la vita della comunità basca!
Visita d’obbligo per noi che stiamo visitando Bilbao è il Guggenheim Museum, un museo d’arte contemporanea. Ospita nei suoi saloni solitamente opere del XX secolo, fu inaugurato nel 1997, e fin dall’inizio subì una sequela di critiche per i costi eccessivi della struttura per le idee fin troppo innovative nella sua realizzazione, critiche poi smorzate del grande successo avuto nel corso degli anni. La costruzione fu molto laboriosa, dall’esterno ha l’aspetto di una luccicante nave, i materiali usati sono stai il titanio di cui è completamente rivestito, la pietra calcarea e il doppio cristallo per isolare gli interni dal calore del sole.
I simboli del museo, sono il famoso ragno Maman, posto davanti l’ingresso e dalla parte opposta il cane Puppy ricoperto di fiori a seconda della stagione, ma sempre perfetto nei colori e nella sistemazione. Giriamo per i saloni con la spiegazione di Joan e di una sua collega che ci illustra le opere salienti di diversi artisti. Al termine della visita si ritorna a “casa” con un buon bagaglio di notizie e immagini di questa prima giornata a Bilbao, pronti per una cena del tutto speciale.
Le signore, solo se volontarie, si cimentano in una gara di risotti con la libera scelta degli ingredienti e dei sapori, un’apposita giuria di assaggiatori saggi, deciderà quali saranno i risotti “top tree”!
Padelle in funzione, animazione per i preparativi, grande concentrazione dei 5 giudici e al termina della gara, la vincitrice risulta essere Antonia con un risotto al bacio che come ingrediente principale ha dei squisiti gamberoni. Applaudita da tutti, ha diritto come prima classificata, anche ad un premio, oltre a un gran mazzo di freschissimi fiori di campo colti da Meris, anche di un bel completo di collana e orecchini, eseguiti dalle abili mani di Maddalena, poi solo musica e canzoni anni 60/70 i “nostri migliori anni” !
LUNEDI’ 12 giugno 2017
Qualche goccia di pioggia bagna i vetri dei finestrini del pulman che ci conduce verso Bermeo sulla costa di Biscaglia ( Bizkaia), da li proseguiamo a piedi verso l’isoletta che ospita l’Eremo di Gatzelugatxe dedicato a San Juan.
Sembrerebbe una delle tante passeggiate, ma quest’oggi ci vuole un certo impegno ed un certo fiato per arrivare fin lassù, per raggiungere la piccola chiesa bianca posta in cima alla scalinata sull’oceano!
Nella zona, questa rocca è sempre stata oggetto di intriganti leggende riguardanti pirati e streghe, ma anche di una certa devozione da parte di molte donne che desiderando la maternità, raggiungono la cappella per ricevere questa grazia.
L’inizio del percorso è uno sterrato che attraverso dei gradoni, quest’oggi piuttosto scivolosi per la pioggia caduta durante la notte, ci conduce alla base dell’istmo che collega la terra ferma all’isolotto, da lì lanciamo uno sguardo un po’ dubbioso all’eremo così distante, 241 gradini scavati nella roccia, con coraggio iniziamo l’ascesa e non ci lasciamo scoraggiare da alcun pensiero, la meta ci regalerà senza dubbio una grande soddisfazione !.
La salita in alcuni punti è interrotta dalle stazioni della via crucis, queste servono per riprendere un po’ fiato, volgendo gli occhi verso quanto abbiamo già percorso, e rimirare la rocciosa e sinuosa scalinata nuotare nell’oceano tra onde rumoreggianti e gabbiani chiacchieroni. Arrivati al sommo, a un passo dal cielo… bisogna suonare la campanella tre volte ed esprimere un desiderio: pare che questi desideri si avverino.. non ci rimane che sperare. La cappella è chiusa, ma da un pertugio riusciamo a scorgerne l’interno dove sono conservati alcuni pezzi di imbarcazioni salvate dai marosi dell’oceano e lo scafo di una barca che, dice la leggenda, abbia traghettato fin lì San Giovanni, San Juan.
Con gli amici compagni di salita, ci soffermiamo ancora qualche istante di compiaciuta ammirazione del panorama e della nostra soddisfazione per l’ardita impresa, poi posiamo in favore delle macchine fotografiche e dell’ ”amico drone” che volendo imitare il volo dei gabbiani non voleva saperne di tornare a casa!
Un buon pranzo corroborante a Bakio, un paese qualche km. più a valle, seduti ai tavoli di un ristorante con vista sull’Oceano e la sua spiaggia, riprendiamo le forze per poi incontrare nuovamente l’amico Joan il basco, per completare la visita alla città di Bilbao!
Già nella giornata di ieri abbiamo avuto un primo approccio con Bilbao-Bilbo e la città vecchia, densa di atmosfere e dei vicoli che trasudano sentimenti di forza, grinta, e di attaccamento alla vita della popolazione basca, con i caratteristici locali, i colori delle case, le voci stentoree degli abitanti e le spiegazioni esaustive e sempre molto precise di chi ci accompagna. Le tappe imperdibili, oltre ad alcuni scorci caratteristici, sono la collina di Begona con la sua Basilica, edificio religioso simbolo di Bilbao, il Duomo in centro città, il ponte sospeso di Portugalete ideato e costruito nel 1893 da un allievo di Eiffel, e la straordinaria struttura di Alhondiga, un deposito di vino che dal xx secolo ospita attività culturali, sportive, saloni, ristoranti, il tutto sotto ad una piscina posta al piano superiore che forma quindi il soffitto nuotante di tutte le altre attività, opera del designer Philippe Starck.
Questa giornata è stata vissuta molto intensamente: la camminata entusiasmante e impegnativa, la visita alla città di Bilbao, su e giù per le vie del centro, da un punto all’altro per seguire le spiegazioni al meglio,…. È faticoso fare i turisti e per di più camminatori!!!
La serata è all’insegna del relax, ci ritroviamo in alcuni seduti a semicerchio, pian pianino arrivano altri amici e il semicerchio diviene un ampio cerchio che si chiude con un buon bicchiere di prosecco doc per rendere ancora più saporita la colomba, spuntata chissà da quale camper, per chiudere la bellissima giornata in dolcezza.
Buon riposo a tutti!
MARTEDI’ 13 giugno 2017
Da Bilbao a San Sebastian, una volata di circa 100 Km per l’ultimo trasferimento di questa vacanza, arriveremo a Zarauzt lungo una bella strada panoramica, e in senso contrario al nostro incontreremo i pellegrini che percorrono a piedi il Camino del Norte che parte da Irun –30 km prima di San Sebastian- per arrivare anch’esso a Santiago de Compostela per un totale di 800 km, come quello francese più conosciuto.
Il campeggio è situato sulle rive dell’Oceano, con una bella camminata si può arrivare a lambirne la spiaggia, rientrando entro le 16 circa perché ci attende l’appuntamento con la cantina di vino Talai Berri. E’ la casa produttrice del famoso vino Txakoli, vino bianco dalla gradazione alcoolica di 10/12 gradi, con relativa, visita ai macchinari della cantina, spiegazione del processo di vinificazione, degustazione ed eventuale acquisto!!! .
Grandi progetti per la serata: alcuni uomini si offrono volontari come cuochi, il menù prevede pasta all’amatriciana, non vogliono essere disturbati dalle donne in questa missione. A noi rimane solo il compito di apparecchiare la tavolata, per tutti i 39 commensali ognuno dei quali mette a disposizione degli amici quanto ha di buono e appetitoso. Il risultato di questa condivisione è una appetitosa e squisita miscellanea di cibo prelibato, di vini dalle diverse caratteristiche , di dolci, caffè e ammazzacaffè per tutti i palati eh… inutile dirlo… la pastasciutta era squisita ed è andata a ruba.
Le chiacchiere nel corso della serata sono state le più svariate, partendo dai viaggi dei luoghi più belli visitati, siamo arrivati a confidenze più personalizzate, a ricordi di vita della nostra gioventù, ci lasciamo andare a ricordi, a momenti magici vissuti, il tutto in una serena atmosfera di amicizia, mentre quel curiosone del drone ronza in un continuo andirivieni sopra alle nostre teste!
GIOVEDI’ 14 giugno 2017
San Sebastian è una splendida città basca, Donostia, in stile Belle Epoque, che risente dell’influsso francese, sua confinante con la città di Biarritz. Nella visita alla città ci accompagna Eli, come sempre siamo coinvolti in una prima escursione in bus per renderci conto per sommi capi della città delle sue vie e rioni più importanti. San Sebastian è stata definita la perla dell’oceano affacciata sul golfo di Biscaglia, oggi illuminata dal sole, con un aria tersa e il cielo azzurro che più azzurro non si può, si mostra in tutta la sua bellezza e il suo fascino.
Come inizio del percorso ci soffermiamo al Palacio Real de Miramar, residenza estiva della casa reale, costruito in stile cottage inglese del XIX secolo e affacciato sulla splendida spiaggia della Concha, chiamata così per la sua forma che richiama una conchiglia. Questa spiaggia è sempre stata frequentata dai personaggi notabili della città e naturalmente dai reali che avevano la personalissima cabina-palazzo per godere della privacy a loro dovuta, il tutto contornato da alberi di tamerici e siepi di ortensie fiorite, fiore che è il simbolo nazionale.
Altre sono le spiagge della città, centro balneare molto importante, come la spiaggia di Zurriola per gli amanti del surf, e la spiaggia di Ondarreta per gli amanti del relax e della vita marinara ad oltranza. La città offre ancora molti momenti dedicati a visite importanti come la Cattedrale del buon Pastore, la chiesa di Sant Vincente in stile gotico spagnolo, i suoi numerosi ponti, il ponte di Maria Cristina, quello del Corsaro entrambi sul fiume Urumea, le sue piazze ognuna con caratteristiche diverse come la Plaza de la Constitucion, molto estesa con i balconi dipinti di giallo e numerati perché vengono affittati in occasioni di feste o corride. La passeggiata tra le vie, calle Major è tra le più belle, è fonte di continue informazioni e delucidazioni a carattere storico che racconti di tradizioni popolari ben consolidate. Ci lasciamo con Eli nel Casco Viejo, cioè la città vecchia, per andare alla ricerca dei migliori pinchos: ogni bar, ogni trattoria sfoggia dei piatti pantagruelici sistemati a forma di piramide e continuamente rimpinguati. Se ne scelgono alcuni tipi accompagnati da una birra o un buon bicchiere di vino, si cambia luogo per assaggiarne alcuni di diversa composizione e questo è il tran-tran tipico del pranzo basco di San Sebastian e anche noi ci siamo adeguati. Nel pomeriggio voliamo a monte Igueldo e dalla terrazza posta sulla sua cima godiamo di un panorama mozzafiato della bahia de la Concha, della costa circostante e delle montagne dirimpettaie. E’ il salotto degli abitanti che nelle calde serate estive vengono a goderne la frescura, con possibilità varie di svago per la presenza di un Luna Park in pianta stabile per il divertimento di grandi e piccini, bar e ristoranti.
Siamo così arrivati al termine della giornata a San Sebastian, ma non di certo dei nostri appuntamenti: la notte è piccola per noi… cena di chiusura al ristorante nel centro storico, per apprezzare le specialità che una gentilissima padrona di casa ci propone, in una atmosfera calda e cordiale.
E’ il momento delle parole di fine tour di Vitto, miei e di alcuni amici, alcuni al primo viaggio di gruppo, altri veterani di simili esperienze. Antonia, a nome di tutti i “ragazzi” dedica a noi e al tour che si sta concludendo le sue parole in rima, senza dubbio dettate dal cuore e noi con il cuore in mano le abbiamo gradite.
“…Cari amici,
possiamo dirlo, giunti in fondo a questo tour, siam sorpresi e soddisfatti per il giro che abbiam fatto.
Siam partiti concentrati con amore e devozione e San Giacomo ci ha seguiti con prudenza e molta pazienza.
Ma a guardarvi e ad ascoltarvi nei momenti di trasferimento, mi avete ricordato un girone un po’ dantesco.
C’è il prudente e rigoroso che non vede i buchi e il vuoto, mentre quello presuntuoso pensa: il meglio è sempre il mio percorso.
L’eccentrico, si sa, fa tutto quello che gli va, ma il drastico e il pessimista, guai se esula dalla mischia, mentre serio e pensieroso, proporrebbe un nuovo percorso.
Ma alla sera con la doccia e il bucato, cosa cara al pellegrino, c’è il momento di raccolta e riflessione e tra tisane e liquorini, noi torniamo tutti bambini.
Poi i tramonti in technicolor fan riflettere che è stato fatto un bel lavoro.
All’inizio sia Nirvana ed anche Vitto, con l’augurio di “buen Camino” hanno aperto il nostro giro ed è stato un buon augurio poiché al termine, si sa, l’amicizia prevarrà…”
Buonanotte a tutti!
GIOVEDI’ 15 giugno 2017
Oggi, anzi questa mattina, si chiude il tour, abbiamo trascorso assieme 24 intense giornate della nostra vita, abbiamo condiviso l’esperienza del Camino di Santiago, quello che in partenza ho voluto presentarvi come “il viaggio del cuore” seguendo… la freccia gialla!
Così abbiamo fatto giorno dopo giorno, passo dopo passo!
Ora ritorniamo alle nostre case, sono certa che tutti avremo un bagaglio di esperienza in più avendo vissuto questa magica avventura. Ne ricorderemo i singoli attimi, qualche difficoltà strada facendo, tutti i momenti di gioia e di aggregazione, i paesaggi, le persone, i sentimenti, tutto ciò non si può dimenticare facilmente. I ricordi, gli episodi avranno per ciascuno di noi una luce, un senso diverso, ognuno potrà dare loro una valenza e una connotazione del tutto personale a seconda delle emozioni provate e di quelle suscitate durante il viaggio. Scorreranno nelle nostre menti immagini diverse, brevi come un battito di ciglio o come il nostro respiro, o momenti lunghi di riflessione e valutazione, ricorderemo parole e frasi che hanno risvegliato sentimenti nuovi o forse solo sopiti, insomma l’essenza stessa di questo viaggio, l’essenza del Camino de Santiago!
Grazie Amici camperisti/pellegrini della vostra attenzione e della vostra collaborazione.
Alla prossima ... avventura !
Nirvana Kucich Carion
… chi torna da un viaggio non è mai la stessa persona che è partita …!