Un nonno e due nipoti

Agosto 2015
Un nonno e due nipoti in Russia

Andare in Russia era il mio sogno nel cassetto da molti anni: mia mamma, mio zio e mio fratello ne erano tornati entusiasti e con negli occhi grandi meraviglie. Mio padre, molto più casalingo, si limitava a dire che lui non ne voleva sapere di trascorrere anche solo poco tempo in terra comunista.
L’anno scorso, a titolo di assaggio, abbiamo fatto un’uscita in Carinzia sempre con LA GRANDA e siamo ritornati tutti quanti molto soddisfatti e confortati: si può fare di più.
È stata però Chiara a farmi decidere che quest’anno era l’anno buono per il passo “lungo”. Lei, sfogliando il periodico dell’associazione “Insieme”, scopre che è previsto un viaggio in Russia. Getta alle ortiche le ricerche che aveva predisposto per la sua tesina di terza media e si butta a capofitto su tutto quanto può esserle utile per una nuova tesina tutta impostata sulla Russia: geografia (la più grande nazione del vecchio continente con fiumi e laghi da record, risorse minerarie, ecc.), storia (dinastie memorabili e intrighi di palazzo), sport (Bubka il famoso campione del salto con l’asta), scienze (biologia e l’emofilia che perseguita la famiglia Romanov).
Come lasciare inosservata una simile ricerca?
Prenotiamo speranzosi e subito Piero (il grande presidente della suddetta associazione) ci accoglie a braccia aperte promettendo ampia collaborazione per la predisposizione di tutta la documentazione necessaria: per i due minorenni sono purtroppo previste procedure simili, ma differenti per via della diversa età anagrafica e per di più io non posso mandare subito il mio passaporto perché impegnato in un viaggio in Mozambico con ritorno a ridosso della data ultima di presentazione dei documenti presso il consolato russo a Genova per poter ottenere i visti di rito.
Finalmente, svolte tutte le pratiche burocratiche, bisogna prendere in seria considerazione tutti quei km che mancano per arrivare ai confini con la Russia. Provo ad inviare un email generico a tutti i componenti il viaggio in Russia: “c’è qualcuno che  parte il 26 luglio?”. Nel giro di poche ore mi raggiungono molti messaggi di persone che sono già in Lituania, altri che partiranno all’ultimo momento, altri ancora sono già arrivati. Questa risposta corale è già un primo conforto a possibili ansie. Meraviglia delle meraviglie una telefonata che mi invita ad unirmi a due equipaggi biellesi in partenza proprio il 26!
Se qualche piccola apprensione mi poteva far rimanere sulle mie, dopo questa telefonata tutto è in discesa e sarà così anche nei giorni a seguire: non c’è stato un ben che piccolo o grosso problema non risolto in sintonia e collaborazione con tutti gli altri equipaggi!
Chi mi aiuta a mettere il camper in posizione, chi mi allunga una presa di corrente, altri che aggiungono la loro cannetta perché possa fare il pieno d’acqua più comodamente. Insomma si forma una grande famiglia dove tutti sono attenti alle necessità dell’altro. E il tutto condito di tanta allegria e simpatia.
E i due nipoti? Come hanno trascorso tutti quei giorni fra tanti nonni o quasi? Si c’erano anche dei giovani con i quali hanno scambiato le loro opinioni e quindi non solo convenevoli di circostanza, ma quanto più sorprendente è stato vederli discorrere serenamente e a lungo ora con questo, ora con quello, scherzare con zie, (zio Vanni) nonne, sorelle e … confidarsi anche con mamme!
Veramente un momento di impazienza c’è stato: “Nonno, basta chiese, sono tutte uguali!” Fortunatamente fra i 49 partecipanti al tour c’era un vero esperto e critico di icone e fu la mia/nostra salvezza. (Non ne cito il nome sicuro che lui è in grado di identificarsi e sentirsi gratificato). Si prese a fianco i miei due scontenti e in breve riuscì a fargli scoprire le particolarità e le peculiarità delle singole icone invogliandoli a gareggiare nello scoprirne le differenze. Come d’incanto la visita a quegli scrigni diventò a dir poco interessante e coinvolgente.
Che cosa togliere da questo viaggio? Nulla, proprio nulla, nemmeno i 350 km di strada dissestata che abbiamo dovuto percorrere per un giorno intero! Quando si supera un km di strada rotta o mal rattoppata su i circa 4.000 ricoperti uno se lo dimentica facilmente. Passare un periodo così importante a frullare sul camper ti può solo far riflettere: come è possibile che alcune regioni siano così ricche, curate ed opulente e questa così povera e abbandonata a se stessa? Un “perché” deve pur esserci se questa regione non è “interessante” né per l’agricoltura, né per il commercio, né per l’industria, né tantomeno per la Grande Madre Russia. Chi viene in questa grande nazione con un qualsiasi altro viaggio turistico non ha occasione per porsi questa domanda; noi no, anche se non ci siamo dato una risposta
A questo punto non mi rimane che affermare:  se non avete avuto modo di andare in Russia prima, da giovani, andateci comunque dopo, da nonni, con due nipoti desiderosi di scoprire quella enorme nazione piena di storia, di ricchezze naturali e/o prodotte dalle mani dell’uomo e lasciatevi contagiare dalla loro curiosità, dalla loro voglia di capire e toccare con mano che quello che si legge sui libri esiste davvero anche se da vicino ha un altro aspetto, un altro profumo ehhh un altro sapore. Anche la cucina  russa risulta interessante sia per le minestre, sia per i secondi e sia per i dolci. Per i nonni non dimentichiamo la vodka anche se dopo una certa età dicono che non faccia tanto bene.
La famosa Piazza Rossa è effettivamente diversa da quella che compare sul teleschermo o ammicca dai rotocalchi. Mi ricorda le grandi parate che la attraversavano in tempi andati o le scene non proprio edificanti che sono state riprese nei tempi difficili di questa Russia che stava in qualche modo e a fatica crescendo.
Nessuna cartolina, deplian, filmato e nemmeno libro di settore possono descrivere quanto si può vedere e qualche rara volta anche toccare con mano durante un viaggio così pieno ed esaustivo come quello che abbiamo potuto fare con La Granda.
Dobbiamo dirla tutta: durante il viaggio, nei vari trasferimenti, siamo venuti a contatto con altri turisti italiani impegnati in viaggi organizzati “mozzafiato”; due giorni qua e tre là ed è tutto finito. Per noi no, abbiamo potuto vivere esperienze in diretta, assistere a spettacoli di primordine come “Il lago dei cigni” in un vero teatro di San Pietroburgo, come attrattive più modeste ma veramente “russe” in paesini sperduti nella tundra, gustare la cucina russa in ristoranti cittadini come in altri di campagna, ma ugualmente molto rinomati e sfiziosi.
E che dire della pazienza e del riserbo di Piero e di Cinzia? Delle attenzioni particolari ed addirittura individuali di Irina? Della disponibilità di Eugenio? Sono sicuro di non fare propaganda di parte nel sostenere che un’organizzazione, una premura ed un’attenzione simile non la si trova con qualsiasi altra associazione e azienda turistica che si cimenti in un viaggio impegnativo in Russia.
Ventun giorni, sebbene totalmente immersi nella vita quotidiana russa, non sono sufficienti per poter dire di sapere tutto sulla Russia, ma sicuramente si può affermare di aver aperto una pagina molto importante sulla conoscenza di un mondo tanto lontano, ma altrettanto importante per tutto il pianeta sul quale ci tocca vivere.
Una emozione importante? La premiazione riconosciutami quale primo nonno che porta in Russia i suoi nipoti! Come ho potuto affermare in quel momento, pur con il groppo in gola, il premio va ripartito fra tutti i partecipanti che hanno collaborato a realizzare i nostri sogni di nonno e di nipoti.
Ancora una cosa: oggi, dopo aver attraversato i folti boschi di betulle, visitato i salotti lussuosi dell’Ermitage, suonato la “truba” e visitato con grande attenzione ed ammirazione le centinaia di chiese ortodosse,  posso cominciare a rileggere i vari romanzi  come “Guerra e pace” e “Michele Strogoff” con un altro spirito e con altra enfasi  raccontare ai miei nipoti più piccoli le tante fiabe russe.

Oberto Tarena Felice