La cronaca del viaggio

Le copertine, iniziale e finale della cronaca del viaggio

LA GRANDA BENELUX 1


Lungo le vie d’acqua tra mulini, tulipani, arte e cultura
12 aprile – 2 maggio 2015


“…Penso che un sogno così non ritorni mai più
mi dipingevo le mani e la faccia di blu….


… di rosa, bianco, giallo, pervinca, amaranto, rubino, turchese, smeraldo…e di tutti i colori che la natura e poi l’uomo hanno saputo creare per la gioia dei nostri occhi e del nostro spirito, raccolti nel magico incanto di un dipinto ad acquerello che racchiude in se tutti i momenti della profumata e
multicolore stagione primaverile olandese.

“Volare oh, oh…cantare oh oh…
viaggiare oh oh….


… tra cielo e mare, tra prati e fiumi, tra strade, golfi e lagune, tra borghi, porti e città…tra la gente e con la gente sentendoci parte del loro mondo.
Questo è il senso del viaggio dei 21 equipaggi che, inanellati come una lunga collana di perle sfavillanti sotto ai raggi del sole di una luminosa e tiepida primavera, hanno percorso le strade del Belgio, Olanda e Lussemburgo nell’aprile 2015.

DOMENICA 12 APRILE 2015

ARRIVATI !
Il campeggio della graziosa cittadina medievale di Valkenburg aan de Geul (Olanda ) sorge arroccato su uno sperone di roccia e guarda dritto dritto negli occhi l’omonimo castello della città. Oggi si conservano solo le rovine del castello dei signori di Fauquenmont, tra le cui mura si sono svolti fatti diamore, di sangue e lotte di casta!
Noi camperisti in viaggio sistemiamo i nostri mezzi proprio lassù nel punto più alto che domina il villaggio sottostante, su quello sperone ricco di una fantastica storia che appartiene al passato, mentre stiamo per dar vita a una nuova parte di storia contemporanea…più allegra, ma sempre ricca di episodi

LUNEDI’ 13 APRILE 2015

TUTTI PRESENTI !

Il sole e la luce cristallina di una magnifica mattinata di primavera, penetrano dalle finestre dei camper e danno il buongiorno anche gli ultimi “pigroni” della
comitiva, pronti per il primo atto ufficiale del viaggio.
Vitto –con il supporto di Nirvana- viaggia sul camper nr. 1 ed è il coordinatore e l’ accompagnatore del tour Benelux 2015. Nella luminosa sala a noi riservata, presenta l’itinerario in ogni suo particolare, dai momenti topici del tour, alle tradizionali raccomandazioni sulle modalità del viaggio in colonna; ogni singolo equipaggio pesca il numero corrispondente alla propria postazione su strada, il tutto è custodito nelle borse di benvenuto con stampigliate le colorate immagini dei più celebri simboli del viaggio.
E’ il “rito” del viaggio di gruppo del camper club la Granda, che si…tramanda di anno in anno di viaggio in viaggio !!
Il pomeriggio soleggiato incoraggia e stimola noi vagabondi giramondo senza sosta, a una bella passeggiata lungo le vie dell’interessante centro storico che ha a disposizione delle nostre curiosità numerose postazioni degne di nota, fino ad arrivare all’atteso momento della cena di inizio tour nella luminosa sala del ristorante posto sulla sommità della collina, tra le vecchie mura del castello. Sul calare della sera, la sua sagoma viene esaltata dalle luci, strategicamente posizionate, che mutano di colore degradando lentamente in una ritmica sequenza, l’atmosfera creatasi ci immerge in uno spettacolo degno delle gentili Castellane e dei Messeri de La Granda!!
Come augurio per questa nuova impresa, faccio mie, condividendone il significato con tutti gli amici, le parole di un anonimo camperista che calzano a pennello in questa circostanza:

“…in una società in cui si è sempre più soli, noi camperisti, abbiamo una
marcia in più che ci permette di socializzare, fare amicizie, scoprire posti
nuovi e vivere nella natura.
Momenti che rimarranno per sempre nel nostro DNA che ci permettono di
vivere le nostre giornate con più gioia di vivere, più sereni e più aperti al
dialogo:
LA VITA E’ UN VIAGGIO…IL VIAGGIO E’ VITA !


Finalmente arriva il giorno…

…martedì 14 aprile

INIZIA L’ AVVENTURA
Ore 7,30 : i 21 mezzi agli ordini della voce ancora un po’ roca di Daniele che, nella tradizionale e consolidata veste mattutina di “raccolta equipaggi”, li chiama per nome sul nastro di partenza uno alla volta. Ordinati e puntuali fin dal primo momento, si avviano lungo lo sterrato che scendendo verso la pianura, li condurrà dopo circa 200 km al sito di Kinderdijk.
L’ingresso al parco è quanto mai allegorico: la stretta strada che affianca il canale, ospita la lunga e ingombrante colonna di camper, molto abile nel destreggiarsi tra impettite biciclette, pedoni in lenta passeggiata, veicoli d’ogni genere che dimostrano di non avere alcuna fretta, quando all’improvviso compare la macchina della polizia locale raggiunta la testa della colonna, la scorta, con gesti e parole di simpatia, fino a un parcheggio adatto alle nostre…proporzioni!!!!
I mulini di Kinderdijk hanno ricevuto il prestigioso riconoscimento dell’UNESCO come sito del Patrimonio dell’Umanità. Questo luogo, che è nato in un territorio tutt’altro che ospitale, narra la storia dei mulini a vento, originati dalla necessità di operare un sistema di drenaggio delle acque che potesse controllare le inondazioni. La dinamica e le funzioni di questi ingegnosi macchinari, sono esaustivamente spiegate nella sala del museo stesso per tutto quanto concerne la parte essenzialmente tecnica, che in un
secondo momento, abbiamo avuto modo di confrontare con la realtà visitando i mulini aperti al pubblico, immagini autentiche della storia e della vita di quanti abitavano al loro interno in periodi non certamente facili o semplici.
Il pomeriggio è ricco di sole e di un venticello sbarazzino; la gitarella che alcuni di noi hanno compiuto a bordo di un barcone sulle tranquille acque del canale è stata veramente rilassante, come il distensivo passeggiare tra i 19 mulini immersi nel verde, costeggiando il canale stesso, sulla cui superficie nuotano famigliole di anatroccoli rigorosamente incolonnati, tutti dietro al capo, il numero 1… forse abbiamo copiato da loro le modalità del viaggio in
colonna?!?!
Il campeggio previsto per la serata -Landhoeve di Lekkerland- dista solo una manciata di kilometri, e la sistemazione dei mezzi si raggiunge dopo una breve ma quanto mai ripida discesa….che crea qualche apprensione… prima per la dura prova che dovranno sopportare i freni e poi per la risalita
dell’indomani !
Durante la riunione serale – come da tradizione il tavolo della sala soggiorno è ricco di dolci, biscotti e qualche buona bottiglia di vino, per brindare a noi tutti. I “tecnici” si impegnano nell’indicare la migliore strategia per superare l’irto salitone…. è tutto molto ben organizzato, basta attenersi alle disposizioni date e contare sulla bravura e esperienza degli autisti!!!!

Mercoledì 15 aprile

BRAVI RAGAZZI!!!

Non c’erano dubbi sull’efficienza della meticolosa organizzazione: un “tecnico” sulla sommità impartisce l’ordine e le modalità di partenza attraverso un walkie-talkie, a un altro “tecnico”, alla base, sventolando un’immaginaria bandiera a scacchi da il via a uno a uno, sempre in contatto tra loro attraverso la rice-trasmittente. La polizia locale con solerte cortesia ferma il traffico mattutino, e i conducenti al volante danno il meglio di sé, così in 15- 20 minuti tutti gli equipaggi hanno guadagnato la strada pianeggiante indenni e con gran soddisfazione generale, pronti a viaggiare per circa 70 km con meta castello de Haar - dei conti Van De Haar e dei loro discendenti - nella località di Haarzuilens nei pressi di Utrecht!
Lo vediamo in lontananza, con la sua maestosità si specchia nelle acque del lago sul quale, tramite delle palafitte, è stato costruito, mentre la lunga colonna si avvia verso il parcheggio già preventivato e raggiunto dalla staffetta camper nr.21 con Renato & Gabriela.
La nostra immaginazione ha già preso il volo e ci fa pensare alla vita che si svolgeva tra quelle imponenti mura, alla Castellana, al Signore, agli abiti sontuosi sia di foggia maschile che femminile, ai banchetti ai balli…la visita all’interno ci conferma molte delle nostre aspettative.
L’aristocratica e severa guida che ci conduce da un salone all’altro attraverso la sala dei cavalieri, alla biblioteca, alla sala delle signore e alla sala da bagno della padrona di casa….una tal Helena de Rothschild, ci racconta con dovizia di particolari - e qualche punto di gossip - la vita della casata, degli intrecci tra i vari proprietari e delle loro discendenze, che si sono succedute fino a qualche decennio fa. Il castello nei suoi fasti e continui rifacimenti, è tenuto in vita grazie all’impegno e alla costanza di una fondazione che ne cura l’immagine e lo mantiene aperto al pubblico.
Si dice che il sole baci i belli…allora noi de “La Granda” siamo a tutti gli effetti bellissimi…uomini e mezzi s’intende…: il sole splende nel cielo azzurro senza abbandonarci lungo tutto l’arco della giornata, né per le foto di gruppo sull’imponente scalinata d’accesso al maniero, il più grande d’Olanda, ne tra i suoi viali alberati, tra i ricchi e pomposi giardini, o nel il roseto che Helena de Rothschild ha fortemente voluto anche al prezzo di far spostare il paese per creare il posto adatto alla coltivazione dei suoi amati fiori!!
E’ ora di tornare sui nostri passi e nella quiete della luminosa serata ci apprestiamo a raggiungere la prossima sosta per la notte.
Il campeggio Farm.Hazenveld, è un “minicamping” una struttura caratteristica che troveremo più volte nel corso del viaggio.
I proprietari ci accolgono sorridenti nella loro fattoria tra alcuni vitellini nati da pochi giorni e la stalla che ospita un allevamento di bovini. Questo paesaggio
molto “natur” ci invoglia ad una bella cenetta all’aperto e così con la temperatura che lentamente ma inesorabilmente scende a valori sempre più
bassi, ci riuniamo per stare assieme scambiandoci le reciproche specialità culinarie. Impavidi e coraggiosi resistiamo nella fresca e spensierata serata fino a quando…un po’ alla volta rientriamo nel tepore dei camper salutati da vigorosi muggiti provenienti dalla stalla!!!

Giovedì 16 aprile

FIORI… FIORI …FIORI…!!!

Lo spirito bucolico della serata precedente non ci abbondona neppure questa mattina, anche il risveglio è a suon di muggiti !!!. La proprietaria ci mette a disposizione le uova fresche, il pane profumato appena sfornato da distribuire a tutti i partecipanti e poi via, ordinatamente come sempre, dopo il gradevole appello quotidiano, verso il parco di “Keukenhof.”
Questa pagina nella quale racconto la nostra visita al Parco Keukenhof, dovrebbe avere una cornice speciale, una cornice capace di racchiudere nelle poche righe scritte, l’essenza della bellezza profusa a piene mani, nei mille spettacoli di colori, di sfumature, di ombre, di luci. Nel lento percorrere dei viali, ci fanno compagnia il fulgore e i lampi delle aiuole colorate da mille e
mille variopinte pennellate, che incontriamo ovunque il nostro sguardo possa spaziare, per poi posarsi delicatamente su un fiore, poi su un altro diverso, poi su un altro ancora per coglierne i particolari dei petali, dei pistilli, delle foglie. I nostri occhi sembrano avere qualche difficoltà nel seguire tutte le ricche e stupefacenti sceneggiature che compaiono in contemporanea o l’una di seguito all’altra, ora di qua ora di la. All’improvviso, come per incanto, ecco un altro cespuglio dove volgere lo sguardo, o un altro ciuffo di colore tra diversi colori che si contrastano o armonizzano tra loro, dando la sensazione di movimenti lenti e progressivi con variazioni di tonalità e gradazioni, ora appena accennate, ora accese. Sono gioielli unici che solo la natura può elegantemente indossare e questo spettacolo essa lo dona generosamente a noi, senza limitazione alcuna!...
I fiori, da sempre, con un linguaggio fatto di eleganza, leggerezza, racchiudono in se delle armoniose melodie che influenzano la nostra sensibilità e la nostra mente, con la loro bellezza eterea ma al tempo stesso palpabile, hanno il magico potere di rilassare il nostro spirito e il nostro corpo, e tutta questa ricchezza di emozioni la stiamo assaporando nell’
indimenticabile mattinata al parco Keukenhof! Gli amici fotografi hanno dimostrato maestria e indubbia capacità, cogliendo con scatti unici e spettacolari, gli infiniti frammenti del prezioso insieme.
Hanno fermato il tempo ad ogni clic di macchina fotografica, perché non scordassimo dell’aprirsi delle corolle, ne dei loro delicati movimenti leggiadri come passi di danza ad ogni alito di vento, o delle meravigliose composizioni floreali con temi tra i più svariati o insoliti. Unico nel suo genere è il grande ritratto di Van Gogh costruito con pazienza unica e certosina, il risultato è senza dubbio un altro ”capolavoro” avendo preso corpo dall’abile posizionamento di un innumerevole numero di petali, il risultato rispecchia
fedelmente il celebre autoritratto dell’artista!
Come ricordo al termine di una così bella giornata, ho avuto il grande piacere di offrire a ciascuna delle mie amiche camperiste il fiore simbolo dell’Olanda: un tulipano. Questo fiore proviene dalla Turchia, uno scienziato olandese portò nella sua terra il bulbo quasi sconosciuto, in essa attecchì, trovando il clima adatto alla sua crescita e diventando così il fiore per antonomasia dell’Olanda.
E’ arrivata l’ora di ripartire, ci attende Amsterdam a circa 30 km, sosteremo al campeggio Amsterdamer Boss per due giorni densi di appuntamenti, in un’ala riservata solo a noi…forse un po’ distante dal centro del campeggio ma quattro passi dopo cena passi fanno sempre bene! Questa sera dolcetti e musica per tutti, come le sere successive…!!

Venerdì 17 - Sabato 18 aprile

AMSTERDAM IN DUE GIORNI

Due intere e intense giornate sono state dedicate alla città di Amsterdam: città stimolante sotto tutti i punti di vista, ricca di vita, di arte, di cultura, di svaghi…talvolta gli uni in contrasto con gli altri, ma a tutti gli effetti degni di una metropoli.
E’ infatti una metropoli multietnica, che riserva molti spazi ai diversi interessi che possa avere un visitatore, e la scelta tra tutti questi è veramente notevole adatta ad ogni tipo di esigenza.
Noi, gruppo di Grandisti in viaggio, ne abbiamo percorso vicoli, stradine, viuzze e piazze a piedi, abilmente accompagnati da due guide, che a seconda della propria personalità, hanno creato in noi differenti aspettative e molteplici curiosità.
La “maratona” olandese su e giù per il centro storico, per nostra fortuna Amsterdam è quasi sempre pianeggiante, ha permesso che potessimo passare, entrando nella quotidianità dei cittadini, attraverso diversi quartieri molto suggestivi, con peculiarità originali e riccamente interessanti.
L’elenco di quanto abbiamo visto e delle relative informazioni ricevute, potrebbe risultare noioso, ma ricordo volentieri l’interesse che tutti abbiamo provato in corrispondenza di alcuni particolari luoghi: la medioevale Piazza Dam centro di Amsterdam, il Palazzo reale, la vivace Piazza Spui luogo d’incontro di Pab e librerie, per arrivare dietro alle mura della città al Begijnhof, un antico convento, un oasi di pace silenziosa e surreale, circondato da minuscole case con altrettanti minuscoli giardini estremamente curati. Al suo interno sorge la Begijnhof Kapel e una chiesa inglese dove le beghine, donne nobili o vedove di buona famiglia dedite alla cura di anziani e malati, si radunavano a pregare dopo la confisca del loro
convento. Poi ancora la casa di Anna Frank la cui triste vicenda conosciamo tutti, la piazza della Pesa con il suo maestoso edificio sede per molti secoli
della pesa pubblica, il teatro dell’opera, il municipio, la Sinagoga e il ….quartiere a luci rosse…vista l’ora del mattino le tendine delle vetrine erano ancora tutte serrate, ..o quasi tutte…!!!.
Non c’è via, strada o vicolo che non sia un continuo sfrecciare di biciclette, di svariate fogge, colori, decorazioni, con con il traino in legno per i bambini, per le merci, per gli animali domestici; i parcheggi a diversi piani, ne contengono una quantità indefinita, e lo stesso vale per i canali…ogni tantodevono essere dragati e ripuliti dai “velocipedi” adagiati sul fondo!!
Non poteva mancare il viaggio lungo i canali, scivoliamo lentamente sulle acque, altrettante strade utilizzate per il commercio e per il turismo.
I canali di Amsterdam sono una magia della città: tanti palcoscenici a cielo aperto, si scorre lentamente davanti ad ognuno degli edifici che abbiamo visto nel precedente percorso a piedi, il battello si incunea sotto ai ponti, racconta la storia stessa della città, delle sue casette dalle facciate alte e strette, per pagare meno tasse, di come si sono ingegnati i mercanti di un
tempo per issare le merci nei magazzini, della crescita e dello sviluppo di un commercio e di come è arrivato fino ai giorni nostri.
Le perle di queste due giornate sono stati il “Van Gogh Museum” e il “Rilksmuseum”.
Nel primo abbiamo avuto la possibilità di soffermarci dinanzi a circa 200 tele e 200 disegni originali di Van Gogh, oltre a opere di artisti suoi contemporanei quali Gaugin, Monet, Toulouse-Lautrec.
Il secondo è il più importante museo d’arte dei Paesi Bassi, ma il fiore all’occhiello è l’affascinante e coinvolgente “Ronda di Notte” di Rembrandt - datata anno 1650 - un’immagine viva della milizia della città agli ordini del Sindaco dell’epoca. Sono anche esposte opere di altri maestri olandesi come Jan Vermeer .
Amsterdam ci ha deliziati con la sua vita, i suoi palazzi, la sua arte e il suo cibo in uno dei più antichi ristoranti della città: il cinquecentesco d’Vijff Vliegen e tutti i partecipanti alla Grandavventura Benelux 1- ne hanno apprezzato le bellezze architettoniche, gli arredi e il menù!
….contiamo di tornare ancora!

Domenica 19 aprile

TRA BORGHI INCANTATI

L’odierna giornata rimette su strada i mezzi: equipaggi pronti e scattanti, motori caldi e tanta, tanta voglia, dopo due giorni di sosta nella città simbolo dei paesi Bassi, di riprendere le nostre care “stradine” ricche di immagini genuine e di angoli sorprendenti, quindi, ingranata la marcia, nell’ordine di colonna della giornata, ci muoviamo, alla volta di Volendam. Il tragitto non è ne lungo ne impegnativo, solo qualche decina di kilometri, dopo un’ottima sistemazione nel parcheggio adibito esclusivamente ai camper, pian pianino con la solita tranquilla camminata i 42 camperisti italiani, in un continuo chiacchiericcio di commento e apprezzamento di quanto fa bella mostra di
se, si impossessano delle vie del borgo di Volendam.
Il villaggio è costruito lungo un diga che lo ripara dalla forza del mare, e termina nel suo incantevole porticciolo tra le colorate case dei pescatori costruite su palafitte. E’ una località deliziosa, a misura d’uomo, che molti turisti come noi amano visitare, i negozi di souvenir non mancano di certo per la gioia delle signore, che non intendono lasciare un simile gioiello senza un seppur piccolo ricordo!
Il viaggio nel battello “Volendam Marken express” naviga verso l’isola di Marken, e ci impegna in una “mini-crociera” di circa 20 minuti, l’occasione per le foto a bordo con la bandiera del club spiegata al vento è veramente ghiotta e d’obbligo, vista la perfetta esposizione con la luce del sole e noi sospesi tra cielo, mare e terra!
Approdiamo sull’isoletta di Marken, collegata al continente via mare, o via terra con un’unica stradina che le biciclette battono numerose, tra folate di vento che non fa mai mancare la sua …presenza dispettosa …!!
Questo minuscolo borgo è veramente speciale, in esso possono risiedere solamente i discendenti degli antichi abitanti, non più di 500 persone, e devono impegnarsi a salvaguardare quanto gli avi hanno lasciato loro in eredità. La suggestione dei vicoli e delle casette ordinate e addobbate con gusto, è unica e l’atmosfera è quasi irreale, sembra un villaggio d’altri tempi immerso in uno scenario che evoca antiche fiabe!
Tappa successiva - dopo circa 3 km - verso una cantina dove si fabbrica il tipico formaggio olandese, ma per un disguido sui tempi della visita….dirottiamo verso una successiva cantina: “Simonehoeve cheese and clogs” cioè…qui si producono formaggi e zoccoli a casa di Simone!
Siamo accolti con estrema gentilezza e cortesia da un’olandesina in costume tipico, che illustra in un discreto italiano, tutte le fasi della fabbricazione del formaggio, dal latte al prodotto finale con una spiegazione interessante e esauriente.
Per la costruzione degli zoccoli ci accomodiamo direttamente nella fabbrica, tutti intorno al tornio dove un esperto maestro artigiano spiega le varie procedure per ottenere uno dei 3.000.000 di zoccoli prodotti all’anno, per i quali si usa il legno di pioppo o di salice, mentre il legno di noce solo per le calzature da matrimonio. Il nostro capo Vitto ha l’onore di provare ad usare i mezzi per la fabbricazione di questo prodotto, uno dei simboli dell’Olanda, forse gli necessiterebbe qualche ora di pratica in più..!
Dulcis in fundo l’assaggio dei prodotti caseari di vario tipo e stagionatura tra cui un genere molto particolare con poteri altrettanto particolari, se non ricordo male all’ortica, che ha riscosso molto successo tra i …signori de La Granda!
Quando prendiamo la strada verso casa - camping Boerencamping de Gouwe - il sole è ancora alto e ci fa da guida lungo le meravigliose stradine dei polder, i terreni rubati all’acqua e oggi adattati a coltivazioni di tulipani.
Marciamo compatti, tranquilli senza interruzioni di sorta, ammirando il panorama, tra fiori, campi di tulipani, case incantate, morbidi prati fino
all’arrivo.
Anche questa sera siamo ben sistemati e la simpatica padrona di casa, fotografa ogni nostro movimento chiamando a raccolta tutta la famiglia; facciamo altrettanto noi per quanto riguarda il campeggio, molto particolare in ogni sua infrastruttura, persino negli originali accessori della toilette!!

Lunedì 20 aprile

IL PAESE SENZA STRADE

Riprendiamo la rotta uscendo dal paese in una limpida e luminosa mattinata, cedendo il passo a un congruo numero di studenti di ogni età che in sella alla bicicletta, si dirige verso le rispettive scuole. Guardiamo incuriosi e stupiti, vista le nostre diverse abitudini a questo riguardo…ma qui è tutta un’altra
musica!!
In men che non si dica, dopo il superamento della lunga e ventilata diga “Markerwaardijk”, arriviamo già alla prima destinazione: all’imponente veliero Batavia, o meglio alla sua fedele ricostruzione, ormeggiato sulla banchina.
La storia di questo veliero è quanto mai tragica: costruito ad Amsterdam nel 1628, appartenente alla Compagnia olandese delle Indie, già durante il viaggio inaugurale in seguito all’ammutinamento del comandante in seconda e di alcuni suoi complici, affondò sulle coste dell’Australia.
Nella località di Lelystad abbiamo ritrovato il veliero completamente ricostruito con minuziosa fedeltà nei materiali dell’epoca come la quercia e la canapa e anche nelle suppellettili. La ricostruzione è durata dieci anni, dopo una breve sosta in Australia è rientrato in Olanda nel 2001. Ne abbiamo seguito, con l’ausilio di Margherita una ragazza italiana che sta frequentando uno stage, tutta la storia antica della nave e anche la storia della sua nuova vita coadiuvata nelle perfette spiegazioni tecniche da due amici camperisti, a
vario titolo esperti nel settore!!
E’ il momento di volgere i camper verso Giethoorn... il paese senza strade!
Prima di entrare nel piccolo gioiello olandese sistemiamo i mezzi nel verde del campeggio Haamstede accolti da Babbo Natale???
Nooo, è un cordiale signore che gli somiglia molto ed è il padrone del camping, egli veleggia lungo il vialetto a bordo del suo rumoroso trattore, sorridente, affabile, gentile e cortese, completamente a nostra disposizione a tal punto che in due e due quattro fa spostare alcuni camperisti di passaggio per liberare le nostre piazzole già prenotate!
Inizia così la passeggiata a Giethoorn: è un altro mondo, un'altra dimensione
di vita.
Ci spostiamo lungo le “strade d’acqua”, con una imbarcazione manovrata da Capitan Jak, sotto a un sole a tutto tondo padrone del cielo azzurro sgombroda nuvole, tra canali dipinti di blu intenso, avvolti in armoniosi silenzi, tra romantici ponti, in totale sono 150, archi naturali formati da piante intrecciate, minuscole case dai tetti di paglia finemente costruiti, giardini incanti che fanno da ornamento o da cornice al tutto.
In questi attimi di autentica magia, percepiamo il sottile silenzio che si anima con il fruscio della barca sull’acqua e con il lieve movimento delle fronde che sfioriamo lungo il percorso: questa è Giethoorn!
E’ stata definita la Venezia del nord, la Venezia dei Paesi bassi, la città verde; è un capolavoro, un merletto prezioso, uno scrigno che racchiude in se molte meraviglie!
L’abbiamo vista e ammirata nella veste di un piccolo borgo di fiaba senza traffico o frenesia, dove tutto si muove a rallentatore, nell’ aria si respirano a pieni polmoni serenità e tranquillità, e i colori sono un pot pourri compreso tra il verde, il blu, e l’argentato azzurro dei suoi elementi vitali!
La giornata non finisce qui c’è ancora molto da vivere quest’oggi: alle ore 20 precise tutti a cena! Ci troviamo nella cantina - museo - soggiorno - del camping allestita fantasmagoricamente con ogni genere di attrezzo, utensile e mobilio: il tutto è senza tempo, senza collocazione precisa, messo li per
essere usato o ammirato.
E’ una base fantastica per la nostra cena “interregionale” in comune, siamo un bel gruppo di commensali festanti e far parte di una così bella e unita compagnia, nonostante i tavoli scricchiolanti, le sedie traballanti e le travi del pavimento sconnesse, è veramente gradevole e gratificante !!

Martedì 21 aprile

LA DIGA

Ci allontaniamo da Giethoorn, il saluto a questo angolo di terra ha un che di magico e fiabesco: il sole è velato dietro ad una leggera coltre di nebbia che salendo dalla liscia superficie del canale, avvolge e abbraccia tutto ciò che incontra. La colonna dei 21 mezzi è ferma sul ciglio del canale a lato dell’umido tappeto erboso punteggiato da fiori gialli, i mezzi lasciano intravvedere la loro sagoma sfumata e poi silenziosi prendono il via, ma un “clic” dell’abile fotografo Pierino ha fermato l’attimo incantato!
Via, via tranquilli e ordinati in fila l’uno dietro all’altro infilati come “ perle di una collana” tra strade ancora deserte e perfette, non solo per il fondo stradale levigato come il tappeto di un biliardo, ma anche per lo scorrere delle immagini dei piccoli paesini che attraversiamo, in un placido procedere lungo gli 80 kilometri che ci separano da Hindeloppen piccolo centro marinaro della regione della Frisia.
Questo è un borgo che in un lontano passato ha visto la sua ricchezza come città della lega Anseatica, molto attiva nei commerci via mare con la Norvegia e i paesi affacciati sul mar Baltico.
Hindeloppen si è presentata rilucente sotto al sole del mattino, le sue case colorate dai colori vivaci sono una delle sue caratteristiche più note, come le ancore poste sulla porta d’ingresso delle vecchie abitazioni dei Capitani, a ricordo delle antiche vestigia della passata storia marinara. Ad esse si accedeva attraverso passerelle di legno poste tra i canali e tutt’ora esistenti
e in uso.
Questa sosta è quanto mai gradevole e rilassante, per la pace, i colori armoniosi e il bel paesaggio che gravita attorno a noi, ci stiamo abituando a queste atmosfere idilliache che ritroviamo quotidianamente, come se ci rincorressero, riscuotendo approvazione e soddisfazione da tutto il gruppo.
Lo spostamento successivo ci porta dalla quiete del piccolo borgo, all’importante manufatto della diga “Ausluitdijk” un’imponente e quanto mai utile opera di sbarramento tra due mari.
E’ un’ardita costruzione completata nel 1933 e inaugurata dalla regina Guglielmina, di 32 km di lunghezza a 7,25 mt. sopra al livello del mare; su di essa corre un’autostrada a 4 corsie, che abbiamo percorso per tutta la sua lunghezza, sostando esattamente a metà percorso per pranzare…tra due mari… dopo l’immancabile e storica foto di gruppo.. con baveri, capelli e
cappelli al vento !
Nel pomeriggio ci imbarchiamo su un traghetto, la traversata è molto breve di circa 20-30 minuti, verso l’isola di Texel: un autentico paradiso in una
natura padrona incontrastata!
Il campeggio Robbenjeger, che ci farà da base per due giorni e due notti, è sulla punta estrema dell’isola a Cocksdroop, sistemazione quasi ai confini della realtà, in un ambiente a prima vista ostile e difficile, ma che in un attimo ci ha preso il cuore.
Per questa serata su questo lembo di terra non più lungo di 30 kilometri, ci lasciamo prendere anche per la gola al ristorante omonimo, nel quale ci sono state servite, in abbondanza, le specialità del luogo dal formaggio, alla birra al famoso agnello di Texel e al delizioso dolce finale completo del digestivo d’erbe autoctone.
Dalle finestre della grande sala si scorge il faro rosso e bianco di Texel - simbolo dell’isola - dietro al quale lentamente il sole si tuffa nel mare fino a scomparire lentamente senza interruzioni di sorta… ed è il buio.
Rimane a guardia la lanterna intermittente che raggiunge anche il mare più scuro e brontolone, per guidare i naviganti fino al porto sicuro, e sembra ammonirci: attenzione qui non si scherza…! E’ giunta l’ora di rientrare e affrontando un discreto venticello, raggiungiamo “casa” per la prima nottata isolana.

Mercoledì 22 aprile

A SPASSO PER L’ISOLA

L’isola di Texel è la più grande delle isole Frisone Occidentali olandesi.
Questa è la definizione geografica del luogo nel quale siamo stati immersi per 48 ore con un’infinità di sensazioni e emozioni nuove, in un ambiente che rapisce i sensi e i sentimenti, in un insieme di stati d’animo vissuti intensamente in questo lembo di terra tra mare impetuoso, sabbia finissima e vento sempre prepotente che fa spostare con gran velocità le nuvole in
cielo!
La giornata inizia a bordo del bus condotto da un autista che non sembrava per nulla propenso a trascorrere molto tempo in nostra compagnia, poi dopoe suadenti parole di Vitto, la sua disponibilità finalmente si è manifestata (forse era intimorito dall’allegro gruppo di turisti italiani?) in un crescendo tale   che non ci avrebbe più lasciati.
Così ci ha fatto girovagare tra i sette villaggi dell’isola, uno più incantevole dell’altro, tra mari di fiori di ogni specie e di ogni colore possibile, ci ha fattosostare nei punti più significativi tra percorsi incantati, tra i prati punteggiati dal bianco degli gli agnelli al pascolo ed è persino riuscito ad entrare in ”anfratti” vietati ai bus, pur di risparmiare qualche fatica a chi era un po’ in
difficoltà.
Così si arriva al Parco Ecomare, giusto in tempo per assistere al pasto delle foche, in lotta con i gabbiani che sono spesso riusciti ad acchiappare al volo il pesce che l’istruttrice stava dando loro.
Questo centro raccoglie animali marini tra cui anche quelli malati o feriti, che vengono portati a completa guarigione e offre ai visitatori uno spaccato molto interessante di quella che è la vita di ogni tipo di animale marino.
Il pranzo si è adeguato, come location, a un ambiente marittimo per eccellenza: la vecchia pescheria del borgo di Oudeschild, che mantenendo la sua antica struttura sia all’esterno che nella sala interna, ci ha deliziati con ogni tipo di pesce preparato in maniere diversificate tra loro, ottime, gustose e profumate…un po’ di coda per procurarsi il piatto preferito…poi tutti
soddisfatti!
Il pomeriggio è libero, non ci sono impegni da programma, ognuno ha scelto come trascorrerlo a proprio piacimento. In molti o forse quasi tutti ci siamo spinti fin sulla maestosa e profonda spiaggia e siamo saliti lungo i faticosi 130 gradini che conducono alla sommità del faro per godere dall’alto, come improvvisati guardiani o lupi di mare, di uno spettacolo impareggiabile con lo sguardo che si poteva spingere così lontano da perdersi nel nulla.
Per domani grandi preparativi per la partenza con sorpresa..!!!

Giovedì 23 aprile

GIROTONDO SOTTO AL FARO

Al momento dell’uscita del campeggio, man mano che i mezzi sfilavano, il simpatico padrone ha offerto ad ogni equipaggio, a ricordo della permanenza, una bottiglietta del liquore tipico di Texel, già più volte apprezzato, e con ampi gesti ha salutato tutta la compagnia invitandola a
tornare quanto prima.
Abbiamo constatato in precedenti occasioni che una buona organizzazione porta sempre a compimento ogni lavoro, e così è stato anche questa mattina.
Tutti gli equipaggi erano già stati allertati dall’ attenta regia degli ideatori e realizzatori del viaggio, per attuare un progetto ideato fin dall’inizio di questo tour: saremmo andati con i mezzi nell’ampio spazio sotto al faro e sistemando i camper nelle postazioni stabilite, disposti a semicerchio, saremmo stati i protagonisti di una fotografia e di una ripresa video…
spettacolari.!
Il progetto ha avuto modo di realizzarsi nella sua completezza: Renato alla videocamera e Pierino con la macchina fotografica, ci hanno immortalati in tutto il nostro splendore: i mezzi dai riflessi luccicanti, noi festanti, il sole, il mare e il faro che guarda e controlla! Immancabile come sempre l’inno di Mameli cantato da tutti con la mano sul cuore sotto alle bandiere gonfiate dal vento.
Le voci e le note si sono sparse nell’aria, come uno straordinario saluto corale all’incantevole isola di Texel accogliente e meravigliosa; infine, sull’ultimo lembo di sabbia che idealmente abbiamo fatto nostro, ci siamo concessi il piacere di sorseggiare un buon caffè caldo nel freschetto della  mattinata, chiudendo un cerchio fatto di attimi indimenticabili !!!
Si riparte verso il traghetto ripercorrendo la strada già conosciuta ieri, dopo la tranquilla navigazione posiamo nuovamente le ruote sulla terra ferma alla ricerca dei bulbi; sappiamo che non è questa la stagione giusta perché i tulipani sono ancora in fiore, quindi i bulbi ancora nel terreno, ma non
disperiamo infatti …
Dopo qualche kilometro a Julianadorp troviamo la floricultura che fa per noi: c’è da sbizzarrirsi. Sostiamo con i camper a lato della strada e poi tutti ad scegliere i vari tipi di bulbi che ci possono interessare. Il colpo d’occhio di tutti noi tra i filari di fiori variopinti e sullo sfondo la lunga colonna dei camper illuminata dal sole, mi porta immediatamente ad una semplice esclamazione:
” fiori tra i fiori” che unita a un motivetto in voga molti decenni or sono e cantato dal trio Lescano, rispecchia l’immagine del momento:

“…parlano d’amore i tuli
tuli tuli tulipan
deliziosi, al cuore
tutti i sogni miei ti giungeran…”


Ma per oggi non è ancora finita…
Pranzo da…cartolina: tutti belli ordinati sullo spiazzo della duna ”più alta” dell’Olanda nei pressi di Bergen, poi a piedi percorriamo qualche metro di salita per superare la cresta della duna e infine giù lungo un’entusiasmante discesa per raggiungere e lambire l’infinito mare, credo che nessuno abbia pensato ad un bagno nelle fresche acque nordiche.
Siamo pronti per l’ultimo spostamento della giornata: “solita” stradina speciale tra i “soliti” campi fioriti di tulipani, giacinti e narcisi; ad ogni metro c’è qualche richiamo da parte dei diversi equipaggi a partire dal numero 1, per far notare agli amici da quanta e quale bellezza siamo circondati.
Procediamo ad un‘andatura che ci permetta di guardare, tutti volgiamo gli occhi a destra, poi a sinistra, vorremmo tuffarci in quella tavolozza variopinta, ma il tempo incalza e dobbiamo arrivare al campeggio De Markiess nei pressi di Alkmaar e il sole ci segue sempre, come un amico fidato.

Venerdì 24 aprile

PESATURA DEL FORMAGGIO

Alkmaar è la città del formaggio per antonomasia; ogni venerdì viene proposta l’antica e vivace cerimonia della pesatura del formaggio, protagonista assoluto del panorama gastronomico olandese, fin dal XVII secolo.
Oggi per l’appunto è venerdì e noi de La Granda siamo presenti sul posto, per veder sfilare circa 30.000 kg di forme di formaggio ammassate in Waagplein, portate alla pesa dai portatori con abiti pittoreschi che con una corsetta molto particolare, arrivano fino agli esperti commercianti. Una volta assaggiate le campionature, ne decretano la perfetta combinazione di latte, acqua e grasso. E’ una sceneggiata che raccoglie tutte le settimane un gran numero di visitatori, alla quale prendono parte - come interpreti - anche i notabili della città che arrivano alla piazza della pesa per concludere ottimi affari, vestiti con gli abiti tradizionali dell’epoca e al termine delle contrattazioni se ne vanno sulle loro barche colme di forme di formaggio, il tutto in favore degli obiettivi dei numerosi turisti arrivati fino a qui.
Il bus ci riporta alla base, ma con una sosta improvvisa…ma ben meditata….ci offre l’occasione di un tuffo, da tempo cercato e desiderato, in un mare rosso vermiglio di tulipani…è li solo per noi, per la nostra gioia!
Il pomeriggio è impegnato verso la prossima destinazione Delft, ultima tappa nei Paesi Bassi, che raggiungeremo dopo 75 kilometri, dei quali una parte anche in autostrada…ce ne eravamo quasi scordata l’esistenza, fino ad arrivare al campeggio Delfte Hout, sistemati tutti vicini l’uno di fronte all’altro!!

Sabato 25 aprile

I TESORI DI DELFT

Il campeggio dista poco dal centro, quindi ancora una volta siamo diretti verso il centro della città a piedi, dove due guide ci aspettano sotto la prima pioggerellina della nostra vacanza, per fortuna durerà poco, al momento però ombrelli aperti !!
Delft è una cittadina deliziosa, molto raffinata, è un piacere camminare per le sue strade fiancheggiate da canali, osservando gli antichi edifici sotto gli
occhi di Johannes Vermeer.
Questi è un pittore nato e vissuto a Delft che l’ha raccontata tramite il suo dipinto “veduta di Delft” dandone un’immagine immaginaria, misteriosa ma quanto mai affascinante, riprodotta sulla facciata dell’elegante edificio della pesa.
Dopo aver intrapreso la nostra passeggiata per le gustose vie della città, ci siamo resi conto che vedere questo luogo a piedi è senza dubbio la maniera  più completa e esaustiva per una vera visita, dopo un assaggio del dolce tipico i Poffertjes, delle frittelline dolci ricoperte di zucchero e burro fuso!!
Siamo accompagnati nella visita da due diverse guide, che fanno strada accompagnandoci lungo un percorso che dalla piazza del municipio conduce verso le due chiese più importanti la Nieuve Kerk e la Oude kerk, per poi procedere nel silenzio delle vie lungo il canale tra un edificio d’epoca e l’altro; a prima vista sembrerebbero assomigliarsi tutti, ma fatti notare i diversi
particolari ci accorgiamo che sono dei piccoli capolavori nella costruzione, nei decori, nelle iscrizioni e nella rappresentazione della storia dell’intera cittadina.
Altro capolavoro di Delft sono le famose porcellane, solitamente bianche e blu, onnipresenti in città nelle insegne dei negozi, sulle piastrelle dei numeri civici delle case, sulla fontana della piazza del Municipio, sulle copie di celebri dipinti di autori olandesi, tutti rigorosamente realizzati con le porcellane di Delft.
Ne visitiamo la più importante e antica fabbrica tutt’ora attiva che produce l’originale ceramica dal XVII secolo la:” Rojal Delft/De Koninklijke Porceleyne Fles” famosa in tutto il mondo, ancora dipinta completamente a mano secondo una tradizione secolare.
Durante la visita, condotti da un abile intrattenitore che, tra una stanza e l’altra ha messo tutti noi in condizione di partecipare ad un viaggio ideale tra passato, presente e futuro di questa secolare ceramica, tra le varie tappe della lavorazione e produzione, arrivando a vedere intente al loro lavoro, le decoratrici impegnate a dipingere davanti ai nostri occhi i prodotti che avremmo poi trovati nella showroom.
In questa sala magica, oltre a tutti i prodotti dedicati alla famiglia reale, al dipinto de La Ronda di Notte a grandezza naturale riprodotto in ceramica di Delft, abbiamo avuto a nostra disposizione un po’ di tempo per soffermarci sui singoli manufatti, apprezzarne da vicino la finezza e la qualità della fattura e forse fare un pensierino per l’acquisto.
Il pomeriggio è trascorso tranquillo tra le mille faccende e impegni che la vita in camper comporta, …..e questa sera si va tutti al cinema….!!
Il film in questione proiettato tra i camper è il resoconto del viaggio che gli equipaggi Carion Vitto e Nirvana e Rui Renato e Gabriela, hanno avuto l’ardire di fare nell’inverno 2014 nel grande nord fino a NordKapp a caccia dell’aurora boreale…vista e ampiamente documentata con immensa soddisfazione e piacere!!

Domenica 26 aprile

DALL’ OLANDA AL BELGIO

I Kilometri che ci separano da Brugge città fiamminga del Belgio sono circa 200 o poco più, li abbiamo percorsi nella mattinata transitando attraverso i manufatti, opere di alta ingegneria, che hanno salvato i Paesi Bassi dalle continue inondazioni.
Soffermandoci a guardare una vecchia carta geografica dell’Olanda ci si potrebbe chiedere come queste popolazioni abbiano potuto resistere in una zona che sembra non appartenere completamente ne alla terra ne al mare, sempre sotta la pressione degli agenti atmosferici, sempre in bilico, sempreall’erta per non essere sopraffatta dall’acqua.
Dopo l’intervento e poi la costruzione del progetto del Piano Delta che ha previsto molte soluzioni importanti come le dighe di contenimento, questi problemi sono quasi del tutto scomparsi. Le dighe permettono sia il traffico automobilistico che dei vari tipi di natanti, attraverso una serie di ponti levatoi e di impianti mobili di arginamento sui quali noi siamo transitati con un mare agitato da una parte e liscio da quella opposta, fino ad arrivare al faro di Westkapelle!!
Sembra che il parcheggio sotto al faro sia tra i nostri preferiti e così è stato: sistemati su file parallele, a un metro o due dal bordo del mare ci concediamo  una rilassante pausa pranzo, caffè, pausa chiacchiere e fotografie per poi proseguire, superare il tunnel Terneuzen e giungere infine a Bruges al camping Kleinstrad.

Lunedì 27 aprile

LA PERLA DEL BELGIO

Mattinata fresca e soleggiata, per un imprevisto dell’ultimo minuto, il programma giornaliero subisce una variazione e sposta la visita alla città nel pomeriggio.
Vista l’inaspettata libertà, decidiamo di visitare o meglio gironzolare lungo le vie del paese che ci ospita - Jabekke - che pur nel suo
piccolo, ha una discreta possibilità di passeggiate e shoping e vanta anche la presenza di più di un supermercato!.
Si parte in bus nel primo pomeriggio alla volta di Bruges o Brugge come indicano i cartelli bilingui, lingua belga e fiamminga.
Bruges, cittadina incantevole, una perla che risplende proprio nella Gran Place o Piazza del mercato, di cui è il centro; in epoca medioevale era un fiorente snodo di commerci, come allora anche oggi è un vero piacere poter posare lo sguardo sugli edifici che la circondano, dalle facciate finemente decorate e dai tetti a guglie uno diverso dall’altro.
Tutto questo si domina dall’alto del campanile, raggiungibile con 366 gradini, il Belfort che è anche il simbolo della città.
Brugge è anche una cittadina molto romantica, dedicata agli innamorati come ci spiega con un sorriso ironico o forse di complicità, la guida sulla sponda del lago Minnewater, che una volta era il porto della città, oggi è “il lago dell’amore”, circondato da un bellissimo parco e attraversato da un ponte del 1700 dove sostiamo e dal quale, al nostro ritorno, lanceremo una monetina, se sarà grande, altrettanto grande sarà la nostra fortuna in amore…!!
Al di la della leggenda, il luogo è veramente suggestivo, oggi la superficie del lago è leggermente increspata per il vento, vi si rispecchiano le case e gli alberi rigogliosi, creando un’immagine tremolante quasi etera.
Proseguiamo lungo i viali del parco tra una bella vegetazione colorata dal caratteristico verde delle prime foglie della primavera appena iniziata, una folta colonia di cigni nuota tranquilla sulle rive del lago, essi secondo una vecchia leggenda, sono protetti nel rispetto di un antico passato ricco di suggestive storie.
Camminiamo volentieri confondendoci tra la folla dei turisti che, come noi si sono lasciati incantare delle bellezze della città, sostando di tanto in tanto presso qualche edificio di particolare importanza come la Basilica del Santo Sangue, la Chiesa di Gerusalemme con la particolare torre ottagonale o il Begijnhof, un luogo molto comune nella cultura delle zone della Fiandra.
Per il nostro gruppo proveniente dall’Italia è motivo d’orgoglio entrare nella chiesa di Nostra Signora e trovarvi una scultura in marmo di Carrara dell’artista Michelangelo Buonarroti la “Madonna con Bambino” che per motivi di sicurezza è conservata dietro un vetro antiproiettile!
Bruges, incantevole in ogni suo angolo, ha molte peculiarità tra le quali è anche la produzione di birre di uno svariato numero di qualità diverse, di cioccolato di ottima fattura, dalle praline ai lingotti di cioccolato puro, ai tessuti e infine ai merletti preziosi e fini, lavorati da abili mani al tombolo…non rimane altro che gustare le sue prelibatezze e portare a casa qualche ricordo!

Martedì 28 aprile

PARLAMENTARI DE LA GRANDA

Dalla splendida Bruges ci mettiamo in strada per arrivare dopo 95 kilometri di una trafficata autostrada, nell’austera Bruxelles la capitale del Belgio, stazioniamo al campeggio Grimbergen, alcuni kilometri fuori dal centro, la visita alla città sarà fatta con il bus.
Oggi viaggeremo comodamente su un mezzo guidato dal simpaticissimo autista Raschid, fin da subito nostro amico!
Dopo una panoramica della città per cercare di conoscerne un po’ la struttura, percorrendo molte delle strade che costituiscono il cuore di Bruxelles, composto da sei lati che racchiudono quasi tutti gli uffici e le amministrazioni più importanti del Paese.
Sosta d’obbligo l’Atomium, fin dall’ingresso dovendo passare attraverso il metal detector, ne capiamo l’estrema importanza e ordinatamente ci mettiamo in fila per salire sull’ascensore che raggiunge i 100 metri dell’altezza dell’edificio in pochissimi secondi…la velocità fa trattenere il fiato!
La struttura fu costruita per l’Expò del 1958 è composta da 9 sfere d’acciaio collegate da tubi percorribili con scale mobili e rappresenta la molecola di ferro ingrandita 165 miliardi di volte. Dall’alto svettiamo sul panorama della città, sempre in basso alla nostra destra vediamo il manto erboso dello stadio Heysel, a noi tristemente noto per la morte di molti tifosi tra cui 32 nostri connazionali, durante una partita di calcio il 29 maggio 1985, oggi lo stadio ha preso il nome di Stadio Re Baldovino e ricorda tutte le vittime della tragedia con una grande lapide apposta sul muro dello stadio sulla quale sono incisi tutti i nomi.
Altra tappa importante e interessante e questa volta dovremmo essere molto seri e contenuti: entriamo nel palazzo del Parlamento Europeo. Anche qui dopo i controlli di rito, ci avviamo verso i grandi ambienti che ospitano le immagini e i commenti -siamo dotati di cuffie- della storia dell’Europa e dei suoi stati. Le immagini ricordano episodi, guerre, momenti difficili dell’economia, fatti di cronaca di notevole rilevanza che quasi tutti noi abbiamo vissuto in prima persona.
E’ stato un percorso interattivo estremamente interessante e valido proiettato al futuro a quello che ancora sia possibile fare per rendere sempre migliore la
nostra bella Europa.
Come finale della visita, abbiamo anche potuto sederci sugli scranni dei parlamentari, e siamo stati messi alla prova con alcuni semplici quesiti
telematici.
La giornata ormai volge al termine e il nostro autista Raschid, ci concede alcuni fuoriprogramma: una folle corsa per le vie del centro alla urgente ricerca di un panificio, (trovato con gran gioia gioia del proprietario!) mettendo più volte in crisi la viabilità cittadina, così abbiamo avuto modo di udire nuovamente il fastidioso rumore dei clacson delle macchine, e lo stridio dei freni scordati da diverso tempo!. Dulcis in fundo, dopo altre peripezie tra il traffico, arriviamo all’Arco di Trionfo per una fantasmagorica foto di gruppo
come sempre…baciati dal sole!!!!

Mercoledì 29 aprile

NAPOLEONE BONAPARTE

Sistemati per il secondo giorno al campeggio Grimbergen, alle 9 partiam con il bus, in una bella ma ventosa giornata di sole, verso il campo di battaglia che vide la sconfitta di Napoleone a Waterloo.
18 giugno 1815.
Il campo di battaglia di Waterloo è stato il teatro di uno degli scontri più sanguinosi d’Europa, che impresse una svolta di grande importanza al corso della storia.
A 200 anni da questo avvenimento, siamo riuniti sullo quello stesso campo di battaglia, seguendo le vicende, che tutti noi abbiamo studiato più volte nella nostra carriera scolastica, che la nostra guida il Signor Andrè illustra in maniera completa e precisa.
Lo seguiamo passo passo nel percorso obbligato della visita: una prima parte è di estrema utilità per inquadrare la situazione politica del momento e come si arriva al conflitto, e poi la strategia di guerra delle due più importanti fazioni contrapposte: Wellington e Napoleone.
I nostri muscoli sono stati messi a dura prova durante la salita al Borgo del leone o “la Butte du Lion” una collina conica che si raggiunge dopo 225 gradini, qualcuno aveva tergiversato all’idea della salita, ma alla fine ci siamo ritrovati tutti assieme e un po’ di fiatone è concesso.
E’ valsa la pena cimentarsi in questa piccola fatica, da lassù abbiamo avuto una visione completa del campo di battaglia con le difficoltà che Napoleone aveva sottovalutato, costandogli una dolorosa sconfitta.
Il dipinto circolare del Panorama della battaglia, allestito già agli inizi del secolo, rappresenta minuziosamente tutto il teatro delle operazioni di guerra; il dipinto ha una circonferenza di 110m. e in esso siamo riusciti a riconoscere tutti i personaggi principali della vicenda, colti nel momento di maggior intensità del combattimento.
Noi camperisti in viaggio non stiamo mai fermi, e nel pomeriggio di relax abbiamo voluto visitare il paese di Grimbergen, la sua bella chiesa, le sue vecchie strade, assaggiare la sua buona birra e, in serata, ritrovarci ancora assieme per una ottima pizza…in terra straniera, ma il pizzaiolo era italiano molto esperto nel suo mestiere!!!

Giovedì 30 aprile

MARCINELLE

La giornata oggi è nuvolosa, la colonna si mette in movimento per percorrere i 65 kilometri che ci condurranno a Marcinelle, nome che il mondo intero e noi italiani conosciamo benissimo e se aggiungiamo a questo nome anche una data 8 agosto 1956, sappiamo quale fatto tragico ci ricorda.
A Marcinelle nella miniera denominata le Bois du Cazier, per un errore umano si sviluppò un incendio che causò una strage: le vittime furono 262 tra
cui 136 erano italiane.
Non mi soffermo sulla descrizione degli impianti o delle sale, ma sull’incontro che abbiamo avuto all’esterno della casa museo, mentre deponendo un
mazzo di fiori in ricordo del tragico evento e cantando il nostro inno, ci si è avvicinato un uomo. E’ un uomo non più giovane, chiede scusa per il disturbo, ma sentendo le nostre voci che cantano l’inno di Mameli non ha potuto resistere e ha voluto conoscerci. All’epoca dei fatti era un ragazzo che con la famiglia ha dovuto emigrare lasciando la propria patria, e in seguito purtroppo ha vissuto anche l’esperienza traumatica del dramma della miniera con la perdita del padre e di molti amici della comunità. Ricordo la sua voce resa incerta dall’emozione e anche la nostra emozione nel sentire le sue parole :

” In questa terra noi abbiamo lasciato lacrime, sudore e sangue.
Non fate agli ultimi arrivati ciò che è stato fatto a noi.
Questa è anche casa vostra!”


Qualche ora dopo via mail ci è arrivato un suo scritto indirizzato a Vitto e a tutto il gruppo :

E’ stato un piacere fare la sua conoscenza al Bois du Cazier e per noi italiani emigrati in Belgio è sempre una grande soddisfazione ritrovarci con un
gruppo di connazionali……
Se decidete di venire ancora in Belgio in qualsiasi occasione noi siamo a vostra completa disposizione per accogliervi.
Un cordiale e affettuoso saluto da parte di tutti gli emigrati italiani in Belgio.
Sergio Alboni Presidente dell’Amicale des Mineurs des Charbonnanges de Wallonie :
Ecco chi ero lo sconosciuto!

Il viaggio riprende con il cuore ancora gonfio di commozione per quanto abbiamo visto e sentito, siamo diretti a Chimay e precisamente all’Abbazia Notre Dame di Scourmont-Chimay, abbazia dall’aspetto severo ed essenziale sia nella struttura esterna che negli arredi interni che raggiungiamo attraverso una breve passeggiata attraverso il bosco.
I monaci dell’Abbazia sono Cistercensi Trappisti, in un primo tempo erano dediti solo alla coltivazione dei campi, poi lentamente iniziarono anche la
produzione dei formaggi ed oggi con la produzione dello loro particolari birre sono conosciuti quasi ovunque.
I monasteri trappisti che producono queste birre, in tutto il mondo, sono solo
sette, noi abbiamo avuto il privilegio di visitarne uno per gli altri sei ci faremo un pensierino…!
Le birre oggi prodotte sono la Chimay rouge, blanche e doree; come logica conseguenza dopo il produttore arriva il consumatore, quindi raggiunta la birreria ci sediamo ai tavoli e a tutti viene portato l’assaggio delle tre diverse qualità, alcuni porzioni di formaggio sempre a base di questa birra e poi solo….ALLEGRIAAAA, ALLEGRIAAAAA, seguendo il motto di un celebre
conduttore televisivo, che ha coinvolto tutto il gruppo senza alcuna  eccezione.
Fortunatamente il camping Municipal du Chimay dista solo 3 o 4 kilometri, una volta raggiunto e sistemati i mezzi, un buon sonno ristoratore ci condurrà direttamente a domani, ultimo giorno di viaggio!

Venerdì 1 maggio

LUSSEMBURGO

Il Granducato di Lussemburgo si estende per soli 84 kilometri, arriviamo in  mattinata dopo un percorso che sale verso la montagna e precisamente sulle Ardenne al campeggio Fussekaul a 500 mt. di altezza dopo essere stati nei 20 giorni precedenti anche sotto al livello del mare, sempre più in alto!!!
Ci accompagna nel breve tour della città di Lussemburgo una gentile signora italiana approdata per amore da queste parti.
La città ha origine prima dell’anno 1000 quando il conte delle Ardenne
Sigfrido fece erigere un castello su uno sperone di roccia che oggi si chiama Bock.
Siamo arrivati fino a lì attraverso il Chemin de la Corniche, un bel percorso pedonale che ci porta sul più bel balcone d’Europa, così è chiamato dagli
abitanti.
Dalla cima della rocca si gode di una vista magnifica, e a metà costa si trovano le cosi dette casematte, un dedalo di gallerie e cunicoli scavati nella
roccia.
La parte bassa della città è animata da una festa in occasione del primo maggio, a base di prodotti gastronomici ed altro, in essa ci siamo lasciati coinvolgere girovagando tra i caratteristici banchetti di dolciumi giocattoli ecc. ecc.!
L’ultimo giro da turisti è ancora nel centro storico per osservare da vicino alcuni palazzi importanti per poi terminare ai piedi della statua della bella
duchessa Elena per la foto ricordo.
Anche questa visita-lampo nel granducato è terminata, è stato solo un assaggio, con esso abbiamo completato il nostro tour, ora bisogna prepararsi per la cena finale, il ristorante è il dirimpettaio del campeggio, lo si raggiunge in un attimo.
I saluti e i ringraziamenti e gli auguri ad un amico per festeggiarne il compleanno, più che doverosi sono veramente sentiti di cuore. Siamo stati un bel gruppo coeso, abbiamo consolidato vecchie amicizie e ne abbiamo fatte di nuove che si sono subito ambientate nel nostro spirito di viaggiatori instancabili, che si spostano a bordo delle proprie case viaggianti con interesse, nel rispetto dei territori e delle diverse culture delle località che attraversiamo Abbiamo iniziato il nostro viaggio in una località con un castello costruito su uno sperone di roccia, lo concludiamo in un altra località, distante 1000 kilometri, sempre con un castello costruito su uno sperone di roccia!!

Sabato 2 maggio

COLAZIONE

Prima di salutarci personalmente uno a uno, ancora qualche minuto in comunità per le foto ricordo di ogni singolo equipaggio accanto al proprio
mezzo che l’ha condotto fino a qui, dopo 21 intensi giorni di tour del Benelux tra le terre di Olanda, Belgio e Lussemburgo.
L’ultimo atto in amicizia e armonia che sancisce la conclusione definitiva del viaggio, è la colazione all’aperto tutti assieme con l’augurio di un buon rientro
nelle proprie case e nella propria vita.
Abbiamo viaggiato con cuore e sentimento, siamo partiti con un programma e la carta geografica in mano…. …ora il nostro “volo” è terminato, ci rituffiamo nel quotidiano con gli occhi, la mente e il cuore pieni di attimi intensi, sensazioni, emozioni, esperienze e conoscenze che ci hanno arricchiti e fatti sentire partecipi della grande mondo che gira intorno a noi.
Siamo pronti per “mollare le cime” per un prossimo viaggio, c’è ancora molto da vedere, da scoprire o da riscoprire, e allora tutti INSIEME: partiamo….sogniamo….esploriamo…scopriamo, ci sono ancora molte strade da percorrere !!!

“Volare oh oh…
……E continuo a volare più in alto del sole e ancora più su….”



A prestissimo

Nirvana Kucich Carion