CAMPER CLUB "LA GRANDA" ITALIA
LA SEZIONE TRIVENETO propone un Raduno Itinerante tra SPILIMBERGO-VIVARO-MANIAGO-MONTREALE tra 30/05 e il 02/06
CONOSCERE IL NOSTRO FRIULI
SPILIMBERGO LA Storia
Il territorio del comune era sicuramente frequentato in epoca preromana, come testimoniano i resti del castelliere di Gradisca, alla sinistra del torrente Cosa, mentre il più antico documento che riporta il nome Castrum de Spengenberg risale al 1120.
Durante il medioevo la città cresce attorno al suo castello fino a dotarsi di tre cerchie di mura, i cui resti sono ancora visibili.
Nel 1797 Spilimbergo passa all'Austria. Viene a far parte del Regno d'Italia nel 1866.
Il Terremoto
Nel 1976 fu devastato dai terremoti del 6 maggio e del 15 settembre, che provocarono enormi crolli e danni. Molti crolli furono favoriti dall'età avanzata degli edifici, che erano stati risparmiati dalle devastazioni delle guerre mondiali. Dopo il terremoto venneriedificato completamente con criteri antisismici.
La Scuola di Mosaico di Spilimbergo è attiva a Spilimbergo (PN) dal 1922. È stata fondata nel primo dopoguerra per offrire opportunità di studio e di lavoro ai giovani, su iniziativa di Lodovico Zanini (delegato della Società Umanitaria di Milano a Udine) e di Ezio Cantarutti (Sindaco di Spilimbergo).È situata a due passi da
Aquileia, importante sito musivo romano e paleocristiano, e da Venezia, culla della tradizione del mosaico bizantino. Raccoglie la tradizione dei mosaicisti e dei terrazzieri della pedemontana friulana che dal Cinquecento in poi hanno tracciato nel mondo le vie del mosaico con le loro significative realizzazioni musive: dalla Library of Congress di
Washington ai lavori musivi del War Memorial di Canberra, agli interventi dell’Opera di Parigi, dovuti
– quest’ultimi - a Gian Domenico Facchina, mosaicista e imprenditore di Sequals (Pordenone), che ha messo a punto la tecnica musiva a rovescio su carta.Oggi la Scuola Mosaicisti[1] è – come alle origini – una scuola professionale che si propone di dare senso alla storia e spazio alle soluzioni contemporanee, stimolando la ricerca, la creatività, la partecipazione personale.
Ha triplice funzione: didattica, promozionale, produttiva.
Monumenti e luoghi d'interesse
Il cuore della città è sicuramente Corso Roma, che attraversa il centro storico da est ad ovest. È luogo di passeggio sul quale si affacciano storici edifici multicolori.
Percorrendo la via partendo da ovest si incontra subito la Torre occidentale, risalente al XIV secolo e che era l'ingresso al Borgo Nuovo, racchiuso dalla terza cinta muraria, ora scomparsa.
Duomo.Proseguendo verso est si incontra prima il Palazzo Monaco e si giunge poi in Piazza Garibaldi, centro ideale della città. A sud della piazza si trovano la Chiesa di San Giuseppe e Pantaleone, nel cui interno è conservato il Coro Ligneo, e la Chiesa di San Giovanni. Proseguendo ancora si arriva alla Torre Orientale, che apparteneva alla seconda cinta muraria. Adagiata alla torre si può ammirare la Casa Dipinta, con affreschi del XVI secolo rappresentanti scene della vita diErcole. Corso Roma termina in piazza Duomo, delimitata a sud dal Duomo, risalente al XIII secolo. Affacciati alla piazza, a ovest il Palazzo de Daziaro e a nord la Loggia della Macia, sulla cui colonna ad angolo è ancora visibile la Macia, unità di misura di lunghezza anticamente usata negli scambi commerciali. Dalla piazza, attraverso un ponte sull'antico fossato, si entra nel Castello, l'edificio più orientale della città, costruito sul limitare del fiume Tagliamento. Risale al 1120 il primo documento che parla del Castrum de Spengenberg. Distrutto da un incendio nel 1511 fu ricostruito secondo schemi medioevali. Al suo interno il Palazzo Dipinto e il Palazzo Tadea, costruzione portata a termine nel 1566 da Tadea, vedova del conte Bernardino.
A nord del castello si trova il Palazzo di sopra, recentemente restaurato e ora sede del Municipio. Dal cortile del palazzo si gode di una magnifica vista sulla valle del Tagliamento. Di fronte al palazzo il quartiereValbruna, dalla tipica struttura medioevale.
Gelindo dei Magredi
Il centro di turismo rurale è situato nei Magredi, un parco naturale di 400 kmq poco a nord di Pordenone, ai piedi delle Alpi Carniche. Nel podere di 15 ettari sono inseriti l’albergo-ristorante; gli alloggi agrituristici, la Casa Rossa e l’agricampeggio. I pascoli ombrosi, gli orti e i frutteti biologici, le vigne, la cantina, il piccolo museo della vita contadina, le scuderie con campi scuola e maneggio coperto e la piscina in fase di ultimazione completano la struttura agriricettiva.
Il corpo aziendale è costituito da un podere di 15 ettari in cui sono inseriti l’albergo-ristorante; gli alloggi agrituristici, con camere dotate di servizi interni, tv e clima; la Casa Rossa con saletta dotata di un “fogolar” (caminetto) in stile friulano; l’agricampeggio con specchio d’acqua e giochi per i ragazzi.
Museo delle Coltellerie di Maniago
Inaugurato nel 1998 e collocato all'interno dei locali della Filanda, a partire dai primi mesi del 2007 è stato riaperto in quella che risulta essere quasi una sede naturale: il
CORICAMA.
L'edificio, recentemente restaurato, dall'inizio del '900 fu sede del primo grande impianto manifatturiero per la
fabbricazione di coltelli a Maniago, laddove la produzione avveniva prevalentemente in officine di piccole dimensioni. Il Museo dell'arte fabbrile e delle coltellerie diventa il luogo dove ritrovare le tracce di un recente passato e lo slancio futuro dell'attività di una popolazione da sempre legata al rapporto con la lavorazione del metallo. Il CORICAMA fa parte della storia, memoria e immaginario dei maniaghesi da quasi un secolo e al suo interno raccoglie oggi strumenti e ambienti di lavoro densi di ricordi, macchinari imponenti che rammentano le fatiche sopportate, materiali e tecnologie che raccontano lo sviluppo industriale di simile lavorazione. Gli elementi distintivi: il coltello e la sorella forbice sono esposti in un percorso di allestimento che ne risalta le forme, le molteplici funzionalità, lo sviluppo, l'estetica ed il design. Il Museo, rinnovato, prevede un nuovo percorso e allestimento. Le HALL: "Il museo e l'identità di Maniago" del piano terra e del primo piano illustrano il rapporto con il territorio, l'identità locale, e la rappresentazione simbolica di coltelli e lame, nella storia locale e nella mitologia universale. La Sezione 1 "La fucina del mago: mestiere e tecniche del coltellinaio",e la Sezione 2: "Dall'ossidiana all'ossido metallico: materie prime, fonti di energia, saperi e pratiche", propongono un ricco viaggio nel mondo dell'arte fabbrile dai primordi della lavorazione dei metalli ad oggi. Nella SEZIONE 3: "Dalla Funzione alla Forma - evoluzioni e trasformazioni della produzione dei coltellinai maniaghesi", è possibile visitare la nuova sezione completamente dedicata alla produzione e commercializzazione di coltelli, forbici e vari strumenti da taglio realizzati a Maniago, in continuo aggiornamento con i nuovi prodotti creati dalle aziende, seguendo lo sviluppo della ricerca e le richieste del mercato. Sempre all'interno della struttura museale si possono visitare due ulteriori sezioni:
Sezione 4: Mostre temporanee
Sezione 5: Sezione del ferro e legno del Museo Provinciale della Civiltà contadina "Diogene Penzi". La sede maniaghese si articola su due temi, il primo dei quali riguarda tutti i prodotti del lavoro del fabbro, mentre il secondo concerne lo specifico di mestieri come il falegname, il bottaio, il taglialegna e il carradore.
La centrale idroelettrica di Malnisio a Montreale Valcellina Immersa nel rigoglioso paesaggio naturale pedemontano, l’ex Centrale idroelettrica “Antonio Pitter” è uno splendido esempio di architettura industriale di primi del Novecento ed è oggi un museo dove è possibile vedere i macchinari originali perfettamente conservati e la sala comandi.
L’ex Centrale costituisce anche un prestigioso teatro per i divertenti percorsi interattivi dell’Immaginario Scientifico. È qui infatti presente un Science Centre con exhibit hands-on, ovvero postazioni interattive da toccare e manipolare, per entrare in contatto con la scienza e la tecnologia in modo creativo e dinamico, partecipando in prima persona a ciò che accade quotidianamente attorno a noi. Sono inoltre disponibili attività di didattica informale dedicate a bambini e studenti di ogni ordine e grado.
La storia dell’avventura umana e tecnologica che, attraverso un’opera di ingegno e di fatica ha cambiato in soli 5 anni il destino di un intero territorio, togliendolo dall’isolamento e trasformando il torrente Cellina in fonte energetica, fino a illuminare Piazza S. Marco a Venezia. In funzione dal 1905, nel 1988 la Centrale cessa le sue attività. Dopo l’acquisto da parte del Comune di Montereale Valcellina e a seguito degli interventi di recupero, nel giugno del 2006 la Centrale riapre al pubblico come museo di se stessa: straordinario esempio di archeologia industriale.
Distribuito in due ali dell’edificio, il Science Centre comprende una sezione museale interattiva e ludo-didattica (“Fenomena”), e una sala polifunzionale per le attività
laboratoriali. Un museo diverso per stimolare la curiosità verso i fenomeni naturali e promuovere la sperimentazionee e la cultura scientifica