Venezia

CAMPER CLUB "LA GRANDA" ITALIA
LA SEZIONE “Triveneto“ propone un raduno a VENEZIA  nei giorni 24-25-26-27-28 APRILE 2013  in occasione del PONTE d’APRILE


IL GHETTO EBRAICO
Il Ghetto di Venezia, nel sestiere di Cannaregio, era il quartiere della città dove gli ebrei veneziani furono obbligati a risiedere durante il periodo della Repubblica veneta. Il nome ghetto, di seguito adottato in tutta Europa, deriva dal fatto che l'allora remota zona della città scelta per l'abitare degli ebrei ospitava una fonderia abbandonata (geto, in dialetto veneziano). Il quartiere a tutt'oggi è rimasto abbastanza integro, anche se gli ebrei veneziani sono ormai poche centinaia. Due sinagoghe sono tuttora aperte al culto, cosi come sono ancora attivi altre istituzioni della comunità: museo, casa di riposo e anche un ristorante kosher. Via via la comunità si consolidava economicamente ed era ricca di fermenti culturali.  In quel tempo gli Ebrei avevano il permesso di esercitare solo alcune professioni e quindi erano medici, inquanto erano i più preparati e abili essendo in grado distudiare testi scritti in arabo, prestatori di denaro, perchè ai cattolici era vietato dalla loro religione, mercanti e "strazzarioli", cioè venditori di stracci. Tradizionalmente gli ebrei veneziani esercitavano l’usura, o quella che veniva definita tale, cioè di fatto un’attività creditizia che ai cristiani era impedita da motivi religiosi, in quanto si riteneva contrario alla morale lucrare interessi su somme date a pegno. Rimangono numerosissime testimonianze letterarie ed epistolari di questa attività in quanto andare in ghetto a contrarre un prestito o a riscattare degli oggetti tenuti in garanzia, faceva parte degli usi abituali. Il Ghetto continuò poi ad esistere come tale per oltredue secoli e mezzo, fino a quando cioè nel 1797 Napoleone ed i francesi conquistarono Venezia e finalmente lo aprirono eliminando definitivamente ogni cancello: gli Ebrei furono così liberi di andare a vivere in altre zone della città.

SAN LAZZARO DEGLI ARMENI
San Lazzaro degli Armeni è una piccola isola nella laguna veneziana, che si trova immediatamente ad ovest del Lido; completamente occupata da un monastero che è la casa madre dell'ordine dei Mekhitaristi. L'isola è uno dei primi centri del mondo di cultura armena. L'isolotto, ad una certa distanza dalle isole principali che formano il centro storico di Venezia, era nella posizione ideale per lo stazionamento in quarantena e fu perciò usato dal XII secolo come lebbrosario (lazzaretto), ricevendo il relativo nome da San Lazzaro mendicante, patrono dei lebbrosi. Abbandonato nel XVI secolo, nel 1717 fu dato dalla Repubblica di Venezia ad un gruppo di monaci armeni in fuga da Modone. Mekhitar con i suoi monaci restaurarono la chiesa e ivi costruirono un monastero.A San Lazzaro degli Armeni sono conservati circa 170.000 volumi, di cui 4.500 sono manoscritti, e molti altri manufatti arabi, indiani ed egiziani, tra cui la curiosa mummia di Nehmeket. L'isola ha inoltre una lunga tradizione di ospitalità agli eruditi ed agli allievi dell'Armenia, fra i quali anche Lord Byron, che ha studiato l'armeno lì nel 1816. Il tipico souvenir dall'isola è la marmellata di petali di rose damascene (vartanush), che producono i padri.

Immagini dal raduno di Venezia