La cronaca del viaggio

Cronaca del Tour organizzato dall'agenzia "V come Viaggio" per conto del "Camper Club La Granda" a cura di Nirvana Kucich Carion
 

CRONACA PORTOGALLO 2012

LUNEDI’ 16 APRILE 2012
Camping Camino de Santiago - Villadangos del Paramo (Leon)


Siamo al km 324 della “carretera n.120” che porta a Santiago de Compostela, 51 persone sono riunite nella sala del Campeggio Camino de Santiago. S’incontrano con piacere vecchi e nuovi compagni di viaggio, si fanno conoscenze, si rinsaldano amicizie, si pongono le basi per costruirne di nuove, tutti pronti ad intraprendere il nuovo viaggio “ LA GRANDA PORTOGALLO 1 “.
Ogni viaggio è un insieme di emozioni, prima, durante e dopo….dal momento della sua ideazione, alla concretizzazione sul percorso, ai ricordi che potranno essere ricchi di emozionanti sensazioni gradevoli,oppure sbiaditi dal tempo o dalla noncuranza, ma sempre tutti da annotare con cura nel grande libro della vita di ciascuno di noi!
Il gruppo, così riunito, da forza e colore a tutte queste emozioni che un po’ alla volta stanno per assumere le vesti di una nuova avventura che si snoderà per 17 giorni in terra portoghese.
Dopo le tradizionali “istruzioni per l’uso” sulle modalità del viaggio in colonna, l’assegnazione dei numeri agli equipaggi che compongono il lungo serpente di 26 mezzi dal colore bianco in tutte le sue tonalità, punteggiato qua e la da una pennellata diversa che va dall’argento, all’oro e al nero, siamo pronti per la visita alla città di Leon.
Il sole splende, ma la temperatura è resa piuttosto rigida dal vento pungente; la calda voce e le parole dell’esperta guida – Signora Camino – ci accompagnano dapprima in un percorso a bordo del bus per avere un’inquadratura generale della città stessa, poi illustrano e commentano, passando con disinvoltura dall’aspetto storico a quello architettonico, i luoghi più caratteristici di Leon, meravigliosa città capoluogo della regione Castilla e Leon.
Iniziamo dal Parador San Marcos, un tempo ospedale per i pellegrini, per poi divenire un monastero dei Cavalieri di Santiago, oggi gran parte del maestoso edificio è occupato dall’esclusivo Parador, uno dei più rinomati alberghi di tutta la Spagna. La cena inaugurale sarà servita proprio all’interno di questo palazzo; la Sig.ra Camino, ottenuta l’autorizzazione da parte di un custode dall’aria severa di poter accedere anche alla sala del capitolo e all’incantevole chiostro, ricco di lapidi e sculture, ne illustra tutte le peculiarità.
Il centro artistico e religioso della città è la “Catedral” espressione massima del gotico fiammeggiante spagnolo… così scrivono le guide!
Fermi a contemplare i suoi pinnacoli, i suoi archi, per poi accedere all’interno attraverso il portale raffigurante l’ultima cena, rimaniamo incantati da tanta maestosità. Il massimo della bellezza e lucentezza è il momento in cui percorriamo l’intera galleria di vetrate policrome le “vidrieras”:128 vetrate dai colori diversi come toni e sfumature per una superficie complessiva di 1800 mq. illuminate dal sole i cui raggi riflettendone la luce, si spandono lungo tutto l’interno della Cattedrale. Ci rimane ancora un po’ di tempo per la Real Basilica di Sant’Isidoro, per Casa Gaudì e per alcune curiosità riguardanti abitudini e tradizioni della città spagnola, una delle più importanti tappe sul Camino de Santiago.
Il freddo si fa più pungente, allora ci rifugiamo nel caldo e accogliente salotto del Parador San Marcos, finché non giunge il tanto desiderato momento di mettersi a tavola per assaporare una gustosa cena in quello splendido e confortevole ambiente. Uscendo nella fredda serata, abbiamo un’ulteriore possibilità di ammirare l’imponente facciata del Parador illuminata da fasci di luce che la rendono ancora più suggestiva.
Il bus ci riporta in campeggio, domani mattina sarà la prima giornata di viaggio, quindi buon riposo a tutto il gruppo.


MARTEDI 17 APRILE 2012
Da Villadangos del Paramo (Leon) a Braganca – Camping Cepo Verde


La giornata d’inizio si presenta bene, sole e cielo azzurro, ma una fugace occhiata al termometro, 5 o 6 gr. di temperatura nella fresca mattinata della “Portogallavventura“, ci fa scegliere per un abbigliamento più consono al clima odierno!
Usciamo dal campeggio seguendo la chiamata, non solo per numero di colonna ma anche con i nostri nomi, dell’equipaggio “scopa” n.26, Marinella e Daniele Scala con il riccioluto Kerry. I motori rombano, gli autisti sono già al volante, siamo tutti pronti per il VIA, direzione Portogallo, con la gradita usanza dell’amico Carlo -camper n.4- che augura buon viaggio a tutte le Signore camperiste!
Ci sistemiamo ordinatamente in colonna, creando un nastro che si snoda sull’asfalto per circa 1500/1800 metri, a una velocità che oscilla tra i 50 e i 60 km orari….da crociera! Come sempre la sosta caffè di mezza mattina, ha molte funzioni oltre a quella di corroborarci con la bevanda preferita, anche quella di registrare i C.B., di risolvere qualche piccolo inconveniente ai mezzi e non ultima, quella di aggregazione tra i vari equipaggi.
La strada scorre liscia, senza intoppi, lungo gli ultimi lembi della penisola Iberica, ormai il cemento delle città lascia spazio a cittadine che divengono sempre più piccole, le automobili di passaggio sono sempre più rade. Viaggiamo a un’altitudine di circa 300 mt. tra prati d’erica fiorita che occhieggiano dalla vallata, siamo sufficientemente alti per vedere il paesaggio puntellato qua e là da minuscoli centri abitati…poi boschi, prati e dolci declivi.
I pochi km. che ci separano dalla meta, che utilizzeremo per la sosta pranzo, tra una curva e l’altra, sembra non debbano terminare mai…un altopiano, poi un altro, un altro ancora, i camper salgono, scendono, sussultano su un asfalto dai rattoppi peggiori delle buche, fino all’ultima discesa che ci porta a raggiungere Rio de Onor. Un gruppetto di anziani del paese, incuriositi per la novità del nostro passaggio, saluta agitando il proprio basco, lasciando così trasparire uno sguardo sereno su un volto segnato dai solchi delle rughe a testimonianza di una vita seppur semplice, ma costellata da ogni genere di difficoltà.
E’ uno dei pochi villaggi tipici rimasti ancora intatti, è diviso a metà dal Rio: su una riva sventola la bandiera spagnola e sull’altra quella portoghese. I tetti d’ardesia riflettono la luce del sole, le case dalle minuscole finestre abbellite da fiori sono poste ai lati dell’unica via polverosa del luogo che ospita la bellezza di 70 anime! Per un paio d’ore il villaggio si è animato e la popolazione quasi…raddoppiata, siamo senza dubbio oggetto dello sguardo e dei commenti degli autoctoni, contenti per la gioia dell’inaspettata novità. Una signora, un’abile commerciante particolarmente loquace, ci vende il miele prodotto con fiori della zona e ci propone tutte le eventuali possibilità d’alloggio se volessimo trascorrere a Rio de Onor qualche periodo di vacanza più lungo…ci penseremo!
In questo minuscolo “centro” abbiamo anche risolto il problema dell’equipaggio n.17, Fam. Piccone, che aveva urgenza di trovare una bombola di gas…..e qui c’era!
Si riparte verso Braganca per un rifornimento di viveri al supermercato, nel frattempo il sole ha lasciato il posto a una pioggia battente; i frigoriferi hanno le loro esigenze da rispettare, sfidando l’acqua a catinelle tutti a fare la spesa… anche se… siamo solo al primo giorno di tour…ma è meglio essere previdenti!
La pioggia non ci abbandonerà più per tutta la serata; il campeggio predisposto per la sosta notturna è all’interno del parco naturale tra prati e boschi, disposto su più livelli, con un meraviglioso panorama sulla vallata sottostante…ed è questo motivo che ci ha indotti a sceglierlo! La pioggia e il vento hanno pensato diversamente, e hanno precluso ogni possibilità di ammirare il paesaggio, inzuppando gli abiti dei solerti parcheggiatori, che al termine del loro lavoro, sistemato fino all’ultimo equipaggio con allacciamento luce compreso, rientrano ai camper infreddoliti!
Tutti a nanna presto, in questa serata da lupi, subito dopo il breve incontro atto a illustrare il programma dell’indomani, direttamente dalla carta geografica spiegata sul tavolo, corredato da pasticcini e da un buon bicchiere di vino. Per tutta la notte la pioggia picchietterà con forza sui tetti delle nostre casette….ma noi non apriremo a nessuno!

MERCOLEDI’ 18 APRILE 2012 –
Da Braganca a Geres – Camping Parque de Campismo, Campo de Geres - Calda de Geres


Nel momento in cui sto scrivendo il dettaglio di questa giornata di viaggio, leggo dal sito internet che nel Parque del Montesinho la temperatura è di 30° in una bella giornata di sole…al momento in cui ho preso nota e scritto i miei appunti sul posto, la temperatura arrivava a mala pena a 5°, cielo plumbeo, pioggia battente !!!
Si parte un po’ sconsolati sperando che i venti spazzino il cielo da tutti quei nuvoloni, ma le nostre speranze andranno deluse per…l’intera giornata e non solo!
Viaggiamo sempre nel bellissimo e selvaggio Parque di Montesinho, in una strada dalle morbide curve contornate da cespugli di ginestra bianca, carichi anch’essi di goccioloni d’acqua che lambiscono i fianchi dei camper. Siamo in un ambiente rurale, i rari borghi che incontriamo sono nascosti tra boschi di querce e castagni. Si arriva a toccare quota 650 mt. tra prati che scivolano fino a incontrare i fiumi, tra cime arrotondate ricoperte di erica; sembra quasi che uomo e natura si vogliano mimetizzare tra loro. Rimane però molto evidente il segno della distruzione provocata dagli incendi lungo i fianchi delle colline, ci auguriamo tutti che non sia stata la mano dell’uomo a provocare questi scempi di una natura così unica e preziosa.
Arriviamo a Vinhais, seguendo l’asse dell’antica strada romana che toccava Braganca – Vinhais – Astorga. Oggi Vinhais è un centro a carattere turistico che offre monumenti degni di nota oltre a diverse specialità gastronomiche come il suo salame insaccato in maniera particolare e il “vinho verde” E’ un vino giovane in contrapposizione con gli altri vini maturi, i vigneti sono alti da terra legati a dei pali con due o tre filari che corrono paralleli tra loro; sotto la vigna i contadini coltivano i loro ortaggi.
Il parcheggio è individuato in un ampio piazzale, e a turno si provvede anche a fare rifornimento di carburante presso un distributore situato poco distante, il cui gestore, sbalordito dall’improvvisa ressa, ogni tanto….perde la…tramontana. Alla fine tutti gli equipaggi durante la sosta, hanno riempito i serbatoi, hanno fatto un salutare giretto nella cittadina con l’acquisto di generi vari sempre con l’ombrello aperto, e tutti abbiamo sistemato anche la fame che iniziava a farsi sentire, insomma 3 piccioni con una fava….!
La tappa successiva è Chaves, sistemazione nel parcheggio, ma il mercato tanto sognato dalle signore, ormai -ore 16.00- è in fase di smantellamento. Diamo ugualmente una rapida occhiata, non ci è sembrato che i prodotti in vendita potessero essere stati…di nostro gusto, non ci rimane altro che passeggiare tranquillamente attorno alle mura, ben protette da un corpo di militari, del Forte Sao Francisco dal quale si gode una bella panoramica della città di Chaves.

N.B. per la durata del nostro breve passeggio non è scesa neppure una goccia d’acqua!
Riprendiamo per gli ultimi km di viaggio prima di arrivare al campeggio. La strada è panoramica, l’attraversamento di una zona termale, corre tra macchie rossastre di erica, per arrivare a costeggiare un ampio lago con un bel porticciolo e infine s’inoltra in una morbida e verde vallata. La nebbia per un certo tratto sembra coprire tutto il paesaggio, ma si dissolve rapidamente in un susseguirsi di panorami diversi, che distinguiamo tra una raffica violenta di pioggia, tra un attimo di calma per poi riprendere nuovamente con un superlavoro dei tergicristalli! Pian pianino arriviamo in vista della sistemazione per la notte e in quel momento preciso, la calma virtuale di una leggera pioggia, si tramuta in scrosci violenti d’acqua.
Sotto quell’acquazzone riusciamo ugualmente a sistemarci, osservati dall’occhio incredulo e sbigottito da tanto coraggio del proprietario del camping, con l’aiuto dei …parcheggiatori che a fine lavoro saranno talmente inzuppati da aver bisogno di una centrifuga nella quale inserirsi calzati e vestiti!
Rimane impantanato l’equipaggio n.3, ma attendendo con calma che arrivi il trattore a trarlo d’impaccio, riprende qualche scena a documentazione dei momenti cruciali,… sempre in servizio…!
La serata è dedicata ai festeggiamenti dell’amico Renato del camper n.9, tutti presenti nonostante le condizioni atmosferiche avverse per cantargli “tanti Auguri” e brindare con un po’ di vivaci bollicine!

GIOVEDI’ 19 APRILE 2012
Da Geres a Vilanova de Gaia – Camping Orbitur Madalena


“Piove… Senti come piove… Madonna come piove… Senti come viene giù…!” testo di Jovanotti o di 26 camper in viaggio sulle vie del Portogallo… entrambe le soluzioni si adattano perfettamente!
Visto il maltempo si è deciso durante la serata scorsa, di non raggiungere la successiva tappa di Lindoso attraverso uno sterrato che accorcerebbe di molto il tragitto. Seguendo il consiglio dell’esperto gestore del campeggio, abbiamo stabilito di accedere al parco naturale scegliendo un percorso stradale più sicuro.
Siamo in marcia già alle 8 del mattino, dopo una breve diatriba con gli operai addetti al Camping riguardante alcune prese luce introvabili…ripercorriamo un tratto di strada già visto al momento del nostro arrivo fino ad immetterci sulla nuova dirittura di viaggio!
Entriamo nel “Parque Nacional da Peneda”, primo parco portoghese istituito nel 1971, il cui simbolo è il profilo di una testa di cervo che si staglia su uno sfondo tondo di colore verde.
La strada si presenta subito con un’irta salita sul pavè condita da alcuni tornanti secchi; il nostro pensiero va con un po’ d’apprensione ai mezzi della colonna più lunghi e imponenti e alle loro probabili difficoltà, ma la voce proveniente dall’equipaggio 23 - Renato e Gabriela a bordo di un mezzo di una certa stazza - ci rassicura con un “ tutto bene, tutto bene”.
Il Parco che attraversiamo, percorrendo la strada da Peneda 20 km. in totale, è molto esteso, raggiunge i 700.000 kmq., vanta una vegetazione lussureggiante rimasta “vergine”.
Attraversiamo boschi di rovere, betulle, tassi…cascate di felci ci accarezzano, qualche ramo sospeso fa il solletico ai camper…! Sul fondo valle scorrono dei gorgoglianti torrenti alimentati da vivaci e scenografiche cascate…sono solo questi i suoni che riusciamo a percepire nel silenzio della foresta, anche il rumore dei motori è assorbito dall’imponenza della vegetazione, piante e fiori di ogni genere, tanto che ho la sensazione che la colonna transiti a motori spenti. Tra una foglia e l’altra, tra arbusti imponenti, celandosi dietro le alte cime degli alberi….filtra qualche raggio di sole, proprio nel momento in cui la strada sconfina nella Galizia spagnola per alcuni km. per poi ritornare “portugeisa”.
Si giunge finalmente su un percorso tradizionale con un certo sollievo, ma anche con il piacere di aver partecipato attivamente a un “viaggio nella natura”. Gli autisti sono stati bravissimi, seguendo ogni metro di questo primordiale spettacolo con la massima attenzione alla guida ma anche con un occhio al panorama; le solerti navigatrici avranno raccontato loro tutto ciò che l’impegno della guida non ha permesso di gustare!
Superata la diga di Lindoso, che cela nei suoi fondali un villaggio sommerso, arriviamo agli “espigueiros”.
Sono circa 50 “granai” schierati su una piattaforma rocciosa ai piedi del castello, sono posati su palafitte o colonne brevi, i lati hanno delle fessure per la ventilazione e sono sormontati da una o due croci. Risalgono al XVII–XIX secolo, ma sono, a tutt’oggi, il miglior sistema per conservare le granaglie al riparo dall’umidità e dai roditori.
Riprendiamo il viaggio secondo programma, questa volta su percorsi più semplici, per avvicinarsi alla città di Braga. Qualche semaforo birichino fa perdere contatto a un piccolo gruppo della colonna che però in breve si ricongiunge fino ad arrivare all’ampio parcheggio del Santuario Bom Jesus do Monte con il sole che splende; anche qui siamo oggetto degli sguardi stupiti e ammirati dei locali, che seguono con vivo interesse le manovre di stazionamento e che forse mai più vedranno un simile numero di camper giungere incolonnati!
Il Santuario è una costruzione imponente che subito esercita un certo fascino per le sue dimensioni, soprattutto in altezza, è una delle testimonianze più note dell’arte barocca portoghese. Raggiungiamo, con una corsa esclusiva per il nostro gruppo, la sommità usufruendo della funicolare- escalador- che in breve ci conduce fino al belvedere - la famosa scalinata sarà percorsa da molti di noi a piedi, scendendo - Una volta…lassù…si presenta davanti ai nostri occhi la monumentale scalinata in tutta la sua ampiezza, 116 mt. di dislivello e 600 gradini; a ogni “pianerottolo” ci sono le fontane tutte diverse tra loro e le cappelle dedicate ai Santi, dall’alto sembra quasi una fisarmonica che si apre lasciando intravedere le sue meraviglie architettoniche.
Ci soffermiamo per ammirare il panorama, a visitare la chiesa e fare una capatina all’immancabile negozio di souvenir, e poi, rifocillati dal pranzo, pronti per una nuova tappa. Ci attende Barcelos, la città che ha dato origine alla leggenda del galletto (molte altre città ne vantano i natali) la cui effige, divenuta poi simbolo di tutto il Portogallo, è proprio il galletto nero dal piumaggio colorato.
Tutti attendavamo questa città e il suo famoso mercato in Campo da Republica, visita programmata con cura, facendo in modo di raggiungerlo proprio nella giornata-mercato del giovedì. Arrivando in prossimità della città il troppo traffico, caotico e confuso, ci mette in allarme. Raggiunto poi il parcheggio prestabilito e trovandolo già pieno all’inverosimile da un non preventivato “luna park”, capito che gli spazi liberi erano ormai completamente esauriti e visti poi i frequentatori del mercato…, dal camper n°1 è arrivata l’immediata decisione di proseguire! La delusione è stata tanta, ma i rischi e i problemi di una sosta fortuita forse sarebbero stati altrettanti se non maggiori.
Raggiungiamo così il campeggio che ci ospiterà per due notti con ancora il sole che ci illumina, ma non fidiamoci, solo qualche ora dopo, mentre raggiungiamo la sala del convivio per le nostre solite chiacchiere di programmazione e per lo spuntino con brindisi serale, dapprima è scesa solo qualche goccia di leggera pioggerella, poi…sempre più…sempre più..!

VENERDI’ 20 APRILE 2012
Città di PORTO


Partiamo in bus, in una giornata discreta sia come temperatura che precipitazioni, alla volta di Porto – Oporto per i portoghesi. Ci guida, alla sua scoperta, Irene, dapprima in una rapida carrellata ancora seduti comodamente nel bus turistico e poi per le vie della città, scoprendone un po’ alla volta il fascino.
Porto sorge sul fiume Douro che arriva dalla Spagna ed è la seconda città del Portogallo, si snoda su tre livelli dall’alto fino ad arrivare alla Ribeira, il quartiere che si affaccia sul fiume e che ben rappresenta il suo cuore marinaresco. Lungo le pittoresche vie e vicoli molto animati, le case sono simili a quelle tipiche dei pescatori, non troppo grandi, quasi accavallate le une sulle altre e tutte coloratissime, tutt’intorno, ombrelloni di ristoranti a decine fino ad arrivare sulla riva del fiume tra le bancarelle dei souvenir, si vende di tutto e di più con un unico coloratissimo soggetto: il galletto...!
Lo spettacolo per eccellenza è quello degli “azulejos”, le celebri maioliche sui toni del bianco e azzurro, talvolta anche ocra e bianco, di cui sono rivestiti molti edifici, all’inizio il loro utilizzo era soprattutto per riparare le facciate dalle intemperie del tempo. Sono pareti da sogno, rivestite dagli azulejos quelle della “Capela das Almas de Santa Caterina”, gli ornamenti a carattere floreale inquadrano le finestre e le scene sulla vita e sulla morte di San Francesco d’Assisi e di Santa Caterina da Siena su tutte le facciate della chiesa. Altro esempio è la stazione ferroviaria di ”Sao Bento,” funzionante a tutti gli effetti, il cui interno è stato arricchito con 20.000 magnifici azulejos, che raccontano la storia dei mezzi di trasporto per giungere alla costruzione della ferrovia e la storia portoghese con le battaglie per la “reconquista”. La visita a questa “ capital do norte” arriva fino alla cattedrale -Sé- e ad altri punti d’interesse come la casa da musica, per soffermasi al ristorante tipico “Chez Lapen” in compagnia di un simpatico gruppo di turisti francesi con i quali scambiamo qualche scherzosa battuta.
Al ristorante a noi viene servito il piatto caratteristico portoghese il “bacalao” (si dice che se ne contino 365 ricette diverse…una per ogni giorno dell’anno). Per conoscere più profondamente un popolo, una terra, il cibo è il mezzo migliore: fa pensare ai motivi di tale scelta, agli ingredienti usati, ai profumi, diversi di quelli di casa nostra, anche questa è una forma di cultura che ci può trasmettere una quantità di svariate sensazioni.
Attraverso il Ponte de Arrabida, uno dei 6 ponti che attraversano il fiume Douro, arriviamo alla città di Vilanova de Gaia -1 km circa la separa da Porto- alle cantine Calem per una visita…enologica, dove conosceremo tutti i dettagli della nascita e della vita del “vinho Porto”. La spiegazione parte da una carrellata su quelle che sono le varie varietà di uve utilizzate e lavorate presso lo stabilimento di Pinhao, per essere poi trasportate, con il “barco rabelo” un’imbarcazione adatta al trasporto delle botti sul fiume Douro, a Vilanova de Gaia dove termina il processo di maturazione.
Botti e barche sono spesso ancora in uso, queste ultime sono ancorate lungo la riva del fiume di fronte alle cantine creando un colorato colpo d’occhio che si scorge fin da lontano.
Arrivati alle cantine dall’intenso profumo dell’ottimo vino, siamo immortalati in una bella foto di gruppo tra le botti piene del prezioso nettare, e subito l’immagine è inviata alle pagine facebook,- potenza della tecnologia telematica - così gli amici a casa ci avranno invidiati almeno un po’.
La parte finale della visita è la più distensiva e accattivante. L’assaggio si prolunga con commenti di alto gradimento, per essere completato da cospicui acquisti.
La giornata turistica con la gradevole visita di Porto è terminata, il tempo ci è stato amico. Ci rincontreremo più tardi, dopo cena, per le consuete informazioni sul programma del giorno successivo; questa sera si sono nuovamente chiarite le modalità del viaggio in colonna, che non può prevedere distanze troppo lunghe tra un mezzo e l’altro per non perdere il contatto via C.B. né quello visivo, e quindi la difficoltà di comunicazione tra la coda e la testa della colonna al fine di non creare disguidi lungo il tragitto.
Dopo il classico dolce di questo viaggio la ”colomba pasquale” (… ma quante ne avranno acquistate gli amici camperisti) e un buon bicchiere di porto e altro ancora...ci possiamo augurare una buona notte!

SABATO 21 APRILE 2012
Da Vila Nova de Gaia a Figueira da Foz – Camping Orbitur Gala


L’autostrada ci aspetta per il rifornimento carburante, per il caffè, per le chiacchiere di mezza mattina e per la fotografia…che ci scatta l’apparecchiatura di pagamento elettronico autostradale!
Quest’oggi con noi c’è un mezzo in più…una macchina della locale Polizia che, visto l’assembramento di tanti mezzi nell’area parcheggio, ci invita a liberare lo spazio comune di transito…!
Detto fatto, ci muoviamo per la nostra prossima meta: Aveiro, la Venezia portoghese, con un tempo... “meglio lasciar perdere” e lasciarsi trasportare dalle novità che la mattinata ha in serbo per i 51 camperisti italiani più Kerry, anch’egli felice di partecipare all’escursione.
Aveiro è una pittoresca e colorata cittadina, con molte strade d’acqua, ovvero i canali, che tagliano il blu della placida laguna, sui quali scivolano silenziosi i “ moliceiros”
Sono imbarcazioni che somigliano alle gondole veneziane, dipinte a colori vivaci, con scene che rappresentano la vita marinara del luogo. In origine i moliceiros erano i pescatori d’alghe che spingendo con una pertica i barconi di legno variopinti, raccoglievano con un rastrello le alghe lungo i bordi del canale usate poi come fertilizzanti. Ormai questo mestiere manuale, è quasi del tutto abbandonato, ne rimane, come testimonianza, una bella statua di bronzo all’ingresso del canale principale che ritrae questi lavoratori.
Ci suddividiamo su diverse barche, per gironzolare lungo i canali, quello principale si chiama “canal grande”!
Il marinaio che conduce la barca, procura delle calde e asciutte coperte per i nostri infreddoliti lati “ B”, dei coloratissimi ombrelli per la pioggerellina e s’improvvisa anche cicerone, raccontandoci la storia di questi mezzi d’acqua, del loro utilizzo illustrandoci gli angoli più suggestivi della città!
Rimane del tempo a nostra disposizione per completare la passeggiata lungo il pittoresco centro cittadino della Venezia portoghese, e per tuffarci in qualche “pastelleria” per assaggiare una delle dolci specialità del luogo: “ovos moles”…deliziosi dolcetti, a base di tuorlo d’uovo dalle forme e dimensioni più svariate, da gustare nel dopo pranzo, con il piacere di vedere il cielo azzurro e un discreto sole che ci riscalda!
Il parcheggio, dalle dimensioni adatte al volume che occupiamo con l’imponenza dei nostri mezzi di terra, è raggiungibile attraverso una serie di ponti stile “veneziano”, ci ospita anche per il pranzo, ben controllati da un ragazzone molto premuroso, al quale Vitto ha promesso una buona bottiglia di vino italiano in cambio del suo compito ben svolto…la promessa è stata mantenuta da entrambe le parti.
Dopo la simpatica e originale visita, la nostra intenzione è di raggiungere qualche bella praja -spiaggia-, ma il navigatore dalla squillante voce femminile al quale ci affidiamo, ci sconsiglia di avventurarci per simili tortuosi percorsi, in compenso arriva la sosta inaspettata, ma quanto mai gradita, al paese di Tocha (non più di 1500 abitanti). Uno spazio di stazionamento sufficientemente capiente fa al caso nostro, una chiesa posta al margine di una morbida spianata di erba verde, cespugli e piante, attira l’attenzione, incuriositi… entriamo. E’ una bella scoperta: al suo interno tutte le pareti sono ricoperte da pannelli d’azulejos, con la rappresentazione della guerra portoghese per arrivare all’indipendenza; dalla porta d’ingresso, unica fonte di luce, entra il bagliore di un raggio di sole, che illumina e valorizza le preziose maioliche creando un contesto quasi magico!.
Dalla pianura ora si sale verso il Cabo Mondego, che prende il nome dal fiume Mondego il cui corso scorre sempre in territorio portoghese fino a sfociare nell’Oceano Atlantico a Figueira da Foz, cittadina che raggiungeremo in serata e che dall’alto del Cabo, in condizioni ottimali di tempo, potrebbe essere visibile.
L’avventura continua, si sale, si sale, lungo una strada le cui curve corrono in un bosco di eucalipti, finché quest’ultima rimpicciolisce sempre più…allora solo Vitto ed io con il nostro mezzo ci avventuriamo. La scelta si rivela azzardata: lo sterrato sempre più stretto precipita verso l’oceano. Ritorniamo sui nostri passi a marcia indietro e dopo lo scampato pericolo, troviamo un percorso adatto a tutti e 26 i mezzi che avvisati, tramite dei ragazzi italiani incontrati per caso, comunicano la nostra ambasciata (in mancanza del segnale del cellulare) al gruppo in attesa che prontamente ci raggiunge. Per una bella e rilassante sosta troviamo un comodo parcheggio davanti al faro e al suo panorama in faccia a quell’enorme massa d’acqua salata che è l’oceano Atlantico con il cielo miracolosamente limpido e azzurro.
Il luogo, ben vigilato dai militari, è una loro base con l’ingresso” off limits” per i civili come noi, a nulla è valso il tentativo di Vitto di avere un permesso d’entrata per una rapida occhiata dall’alto, diniego ben visibile anche dagli eloquenti gesti del militare di guardia. Il faro è posto in una magnifica posizione tra un declivio ricoperto dai tipici fiori multicolori della flora delle zone oceaniche che ritroveremo più volte nel nostro percorso, e il roccione di bianco calcare che scivola nelle azzurre acque…e qui la foto di gruppo ci vuole, e il nostro fotografo, Pierino, assolve ancora una volta al suo compito!
Costeggiamo il paese di Figueira da Foz per arrivare alla fine della giornata al nostro campeggio e il tempo si mantiene sufficientemente…bello sperando che i santi Numi non cambino idea e vogliano inumidirci ancora in po’, anche perché abbiamo steso il bucato!

DOMENICA 22 APRILE 2012
Città di COIMBRA e sito di CONINBRIGA


E’ domenica mattina, una mattina soleggiata, un po’ ventilata che sembra avere in se tutti i presupposti ideali per trascorrere una bella giornata assieme ad un gruppo di persone, tra le quali si è instaurato un rapporto di cortese amicizia, e per condividere questa nuova esperienza esplorando la città di Coimbra.
Sono circa 60 i km che percorriamo in bus lungo un’autostrada quasi deserta, per raggiungere la meta dove attende la guida che ci accompagnerà, passo passo, per l’intera giornata.
Raggiungiamo l’ingresso del”Convento de Santa Clara a Nova” prima che inizino le celebrazioni domenicali. Il convento è posato su un morbido colle e la chiesa barocca conserva intatte le spoglie della regina Isabella, veneratissima dai portoghesi. La Regina era una donna molto generosa, al contrario del re avido e egoista, essa portava quotidianamente ben celato sotto al suo mantello, il pane ai poveri della città; fu scoperta dal marito che le intimò di far vedere cosa mai nascondesse, ….i pani furono per miracolo tramutati in rose e questo fu da allora chiamato il ”milagre das rosas”. La statua della Regina posta nel giardino e circondata da cespugli di rose, si riferisce proprio al miracolo. Dal giardino del convento possiamo vedere dall’alto una parte della città, percorsa dal Rio Mondego. Il poeta tedesco, Rainer Maria Rilke, che qui visse e studiò, paragonò Coimbra ad Atene per la sua posizione: la città bassa sorge sulle rive del fiume e sullo sfondo, alla sommità della collina, s’innalza l’antica Università dalla quale con lo sguardo si domina tutto il panorama circostante.
L’Università la più illustre e antica -fondata nell’anno 1290 e rimasta l’unica fino al 1900- rappresenta il vanto della città stessa, gli studenti provenienti da tutta Europa e anche da oltre oceano, ne sono parte integrante e attiva. Le tradizioni universitarie sono ben radicate e vissute, non solo dai diretti interessati, ma da tutti gli abitanti dell’antica Aeminium romana (Coimbra). Tra le varie tradizioni ricordo i nastri colorati, a seconda della facoltà frequentata, che vengono appuntati all’occhiello della divisa; saranno bruciati al momento della laurea nel corso di una festa generale o le lunghe tonache nere con dei tagli che simboleggiano gli esami sostenuti, ma anche gli amori vissuti!
Qualche minuto di attesa alla biglietteria prima dell’ingresso agli spazi universitari, per la differenza dei costi in base… all’età…sconti per i senior…, e per le stanze che si desiderano visitare. Il gruppo si suddivide, qualcuno sceglie di rimanere nel grande piazzale che pullula di studenti intenti a vendere con gentile insistenza penne, dvd, e pubblicazioni relative all’ateneo, per racimolare una cifra che consenta loro di organizzare la festa di laurea che si terrà sotto alla Torre Cabra che scandisce da sempre la vita studentesca della città.
Una seconda parte sceglie di accedere alla Biblioteca Joanina, 200.000 e più volumi in tre sale successive contenuti in scaffalature di legni esotici, soffitti altissimi, passerelle di accesso ai vari ripiani, leggii e un particolare sistema di ombreggiatura degli ambienti, il tutto arredato nello stile barocco dell’epoca -metà del settecento-. Una curiosità relativa alla “pulizia” di questi locali, sta nel fatto che gli acari, nemici del prezioso capitale librario conservato, sono debellati da una colonia di …pipistrelli…indefessi lavoratori notturni che mantengono linde e pulite le stanze della biblioteca! Attraverso un lungo porticato accediamo alla Sala de Los Capelos, dove, affacciandoci ai minuscoli balconcini, dall’alto vediamo le sale nelle quali si discutono le tesi in un’atmosfera molto rigida e severa….il divieto di riprese e fotografie è assoluto, ma forse qualche clic è sfuggito!
Dopo la storia pluri-centenaria della città, superato il ponte sul rio Mondego, eccoci al ristorante Dom Luis. Il pranzo è a buffet… scegliamo tutto ciò che ci stuzzica l’appetito invogliati dai profumi, dai colori o dalle novità, creando un gran vortice di andirivieni tra i commensali de La Granda.
Conimbriga è l’ultima sosta della giornata, il sito contiene delle rovine che testimoniano la presenza dei Romani in Portogallo, ancora oggi sono oggetto di scavo. La cittadina del II° secolo a.c. era difesa da circa 2 km di muraglie tutt’ora in gran parte visibili; quanto rimane ci porta a conoscenza della ricchezza delle case, delle terme, dei giardini con dei bellissimi mosaici. E’ stata molto interessante la casa dei giochi d’acqua, con i pavimenti ricoperti da colorati mosaici molto ben conservati e da spruzzi di fontanelle che arricchiscono tutto l’insieme.
La giornata volge al termine, rientriamo con un tranquillo viaggetto al campeggio e… domani sarà un altro giorno…cosa faremo? Lo sapremo più tardi, seguendo il programma della successiva giornata, tra dolci, forse una colomba, buon vino e chiacchiere in quantità!

LUNEDI’ 23 APRILE 2012
Da Figueira da Foz a Fatima


I mezzi lasciati a riposo per quasi 40 ore, sono pronti a riprendere il viaggio, solo dopo essere chiamati dall’appello, oggi in stile e lingua simil-latina dal Professor Daniele. Non manca il saluto alle signore camperiste dell’amico Carlo e le puntuali osservazioni del nostro solerte e “controllore Sergio” che ci richiama a chiudere gli oblò, a ritirare i gradini e quant’altro, piccole dimenticanze che possono costituire un pericolo per noi e per i mezzi durante il viaggio.
Ci muoviamo attraverso un percorso che si snoda tra le vie di diversi paesini, come sempre suscitando sorpresa e curiosità dei locali raccolti in gruppetti agli angoli delle strade, che seguono con lo sguardo e il sorriso, la nostra carovana transitare sotto casa! I portoghesi sono persone gentili e cordiali, forse vorrebbero fermarci, scambiare qualche parola con noi per sapere chi siamo, da dove arriviamo, raccontarci di loro stessi, delle loro vite, ma il programma odierno prevede di raggiungere il Monastero di “Santa Maria da Vitoria a Batalha”.
Lo raggiungiamo al termine di una discesa, dalle ultime curve lo si vede stagliarsi nitidamente nel caratteristico color ocra, con guglie e pinnacoli che svettano verso il cielo, sembra occupare gran parte del centro della piazza cittadina data la sua imponenza.
Il parcheggio circostante ci contiene senza alcun problema, ma un problema c’è: piove a catinelle per cui via di corsa verso l’ingresso del monastero per risparmiarci una poco salutare lavata!
Il forte rumore degli scrosci d’acqua torrenziale, all’interno della navata si amplia ulteriormente; i goccioloni si posano sui merletti delle torri e riscendono a terra con maggior forza, velano con un gioco di trasparenze chiaro-scure il colonnato e gli accessi ai chiostri. Il Claustro Real è in stile gotico e manuelino, la pietra da cui è formato, è stata intagliata dalla maestria degli artisti creando capolavori che sembrano essere leggiadri pizzi posati quasi per caso su creste, archi, volte e pinnacoli. Il chiostro è delimitato da colonne l’una diversa dall’altra, su cui sono intagliati motivi floreali talmente perfetti che sembra si muovano sospinti da aliti di vento.
Nella Sala del Capitolo, dedicata al Milite Ignoto dove la lapide è vegliata sempre da due militari, assistiamo al cambio della guardia, ci è sembrato strano, vedere le uniformi e la cerimonia a carattere militare all’interno di un luogo sacro.
Abbiamo tutto il tempo necessario per la visita al monastero, per qualche “spesuccia” personale e per la sosta pranzo prima di raggiungere il parcheggio n°2 di Fatima che dista circa 20 km.
Sistemati l’uno accanto all’altro, in questo luogo di culto, ognuno di noi è libero di professare la propria fede o di dedicarsi ad altre attività, l’appuntamento, per chi lo desideri, è alla fiaccolata delle ore 20 presso la Cappella delle apparizioni.
Fatima riveste un importante momento della storia religiosa portoghese: il 13 maggio del 1917, e il giorno 13 dei mesi seguenti la Madonna apparve ai tre pastorelli Lucia, Francisco e Jacinta, preannunciando i tre segreti, che cambiarono il corso della storia di molte nazioni .
Si fa sera, ogni equipaggio si organizza su come trascorrere la serata secondo i propri desideri, i propri interessi con l’assoluto rispetto per qualsivoglia decisione venga presa.

MARTEDI’ 24 APRILE 2012
Da Fatima a Caldas da Rainha – Camping Foz de Arelho


Alle ore 8.00 alla cappella delle apparizioni c’è la Messa in lingua italiana, un gruppo dei partecipanti al tour aderisce all’iniziativa, che si è rivelata molto coinvolgente per tutti noi: Carmen è chiamata dal celebrante a leggere una lettura e Vitto, al termine della celebrazione, legge la “ preghiera del camperista” scritta dalla nostra socia e amica Ivana Zuccali.
Alle ore 9.00 ci spostiamo al museo, ci accompagna nella visita una suora statunitense, che in perfetto italiano ci fa conoscere la storia del Santuario fino ad arrivare alla corona di Fatima dove è incastonato il proiettile che ferì Papa Wojtyla. La suorina non si sofferma in chiacchiere, alle 10 ha già un altro gruppo a cui fare da guida, quindi ci congeda per tempo e noi ci ricongiungiamo con il resto del gruppo.
La direzione programmata per la successiva tappa, è il Monastero cistercense di Santa Maria di Alcobaca.
Sole, sole e sole, apprezziamo ogni raggio che finalmente ci accarezza, il parcheggio è ampio a due passi dal Monastero, con una segnalazione da parte della Polizia locale di porre particolare attenzione ai ladruncoli che attendono…i turisti!
Piccolo conciliabolo, e alcuni “giovanotti” del nostro gruppo si offrono di rimanere in zona per garantire la necessaria sicurezza…grazie ragazzi!
Qui ad Alcobaca, abbiamo la possibilità di vedere un altro gioiello architettonico, splendidamente conservato e in grado di affascinarci.
L’esterno al primo momento ci lascia un po’ dubbiosi per l’intrico di stili e per l’usura che si fa notare, l’interno invece è splendidamente gotico risalente al 1153.
E’ molto austero, ma la luce che filtra dal rosone sul fondo, gli conferisce una leggerezza unica; è proprio lì che spiccano i due sepolcri bianchi di Don Pedro e Dona Ines.
Pedro e Ines sono due figure molto note della letteratura portoghese: s’innamorarono e per tutta la vita tentarono di essere felici assieme senza mai riuscirvi; i loro sepolcri sono collocati l’uno di fronte all’altro così nel giorno del Giudizio risorgendo, le loro anime potranno ritrovarsi.
Dopo il pranzo, sempre accompagnati dal bel sole, puntiamo i musi dei camper verso Nazarè, dapprima lungo una delle bellissime strade paesane che ci immettono direttamente nella vita portoghese, poi salendo verso il promontorio di Sitio, primo nucleo storico della città di Nazarè, sosta in un parcheggio a picco sull’oceano e vicini, vicini, freno a mano tirato, ci stiamo tutti e 26 e poi…libera uscita per le viuzze pittoresche del paese!
La falesia di Sitio offre una vista spettacolare della costa, si affaccia con un salto di 150 m. sulla spiaggia in riva all’oceano, presenta un panorama fantastico con il sole che continua a essere alto nel cielo turchino, ci soffermiamo volentieri in questa zona che ha molto da offrire per le diverse esigenze della combriccola. Si fanno notare la bianca e piccola cappella della memoria posta a margine del dirupo ricoperta al suo interno da azulejos e nel centro della piazza principale l’imponente chiesa seicentesca di “Nossa Senhora da Nazarè” che testimonia con un dipinto, la leggenda del cavallo che insegue un cervo, ma al momento di precipitare dalla roccia di Sitio l’apparizione della Madonna lo salva.
Oltre a questi due motivi d’interesse, i variopinti e vivaci banchi dei souvenir tipici che spaziano tra i tradizionali galletti, piastrelle di azulejos, lavori in sughero… attraggono le nostre signore. Le venditrici di frutta secca con i loro carretti a ruote richiamano i passanti con grida incomprensibili mostrando le tradizionali sette variopinte gonne trattenute assieme da un nodo.
Qualche avventuroso “telecronista” invece è sceso con la funicolare fin sulla spiaggia di Nazarè per riprendere anche quest’aspetto del luogo e salutarci dal basso!
L’unica possibilità d’uscita da Sitio, ci ha impegnati nel percorrere con prudenza e attenzione le strette vie del paese, forse abbiamo anche trattenuto il fiato per qualche metro, ma i colori delle case lucenti sotto al sole, dei fiori, i volti dei bimbi festosi al nostro passaggio, l’insieme delle caratteristiche di questo paese marinaro, il riflessi dorati della sabbia e dell’acqua dell’oceano, la leggera brezza che portava ovunque i suoi profumi, sono stati la contropartita di qualche breve istante di suspance!
Arriviamo al campeggio per la sosta, a noi spetta l’ultimo livello nel punto più alto, i tempi per la sistemazione si allungano un po’ e richiedono qualche manovra in più del solito, ma con tanta buona volontà e un po’ di spirito di adattamento e collaborazione, come presuppone un viaggio di gruppo come il nostro, tutto si risolve !

MERCOLEDI’ 25 APRILE 2012
Da Caldas da Rainha a Ericeira - Parque Municipal de Campismo Mil Regos


Non si può dire che il tempo di oggi ci abbia colti alla sprovvista nella nuova cavalcata verso Obidos: cielo cupo, nuvoloni ancora più cupi che riservano la tradizionale conclusione…pioggia, che non accenna a diminuire neppure al momento del nostro comodo e spazioso punto sosta sotto le mura dell’ acquedotto romano e tantomeno quando ci avviamo alla visita guidata!
Ci accompagna nel percorso la competenza e la simpatia di Carla, la guida, ci assicura che, una simile situazione di piogge continue, sia assolutamente inusuale in Portogallo che soffre per la siccità…!
Obidos è una splendida cittadella medioevale arrampicata su una collina e circondata da una cinta di mura, alta 13 mt. Gli eventi atmosferici non celano né il suo fascino né i suoi colori, sembra di vivere in un paesaggio da fiaba, vicoli stretti e lastricati con belle pietre lucenti, case bianche di calce bordate da una striscia colorata blu- rossa- verde o gialla, a seconda del significato allegorico che le viene attribuito, solo le chiese sono dipinte di un serio colore grigio.
Le vie che la percorrono sono solamente due, ma gli angoli, i cortili, i terrazzini, i camminamenti tortuosi tra un viottolo e l’altro, i gradini resi splendenti dalla pioggia, fanno di quest’antico borgo un museo naturale a cielo aperto, ricco d’infinite suggestioni.
Ci soffermiamo in ognuno di questi punti speciali e in Praca Santa Maria nella quale si erge la chiesa parrocchiale omonima con l’interno rivestito di azulejos, ben riparati sotto il ricco e frondoso fogliame di due grandi e massicci alberi di arancio amaro dai rigogliosi frutti arancioni -molto usato in questa parte d’Europa per le sue proprietà terapeutiche- ascoltando attentamente tutte le spiegazioni e gli aneddoti che Carla ci regala in continuazione.
La seconda parte della giornata, dopo gli acquisti di vario genere e in particolare del tipico liquore portoghese la “ ginjinha “ a base di ciliegie o amarene, ci vede in viaggio verso Cabo Carvoeiro con Carla a bordo del camper n°1 nelle vesti di fine cicerone illustrando, tramite il C.B. grande novità per lei, il percorso e le sue prerogative.
Cabo Carvoeiro, flagellato dal maltempo, è il capo dei corvi, oggi anche loro saranno ben nascosti in qualche anfratto con il capo racchiuso tra le ali. La pioggia e il vento a ridosso dell’oceano, sono sempre più violenti e le onde alte e schiumose s’infrangono con violenza sulla barriera di rocce calcaree, creando dei vortici e degli alti spruzzi, la nebbia troppo spesso cela alla nostra vista l’inquieto panorama. Non possiamo mettere neppure il naso fuori dai camper, solo i cineoperatori coraggiosi si avventurano nella tormenta per le riprese del faro e della chiesa della Madonna del Remedio…foto e riprese da oscar! Proseguiamo verso Peniche al museo del pizzo al tombolo: le bravissime ricamatrici sono venute nella sala del ricamo, in una giornata di festa nazionale solo per noi, per raccontarci la storia della loro arte e per farci ammirare i loro prodotti.
Arriviamo subito dopo alla Fortaleza -fortezza- di Peniche che domina tutta la penisola, circondata dall’oceano sempre più tumultuoso e fragoroso, risalente al XVI secolo; noi la ricordiamo per infausti avvenimenti più recenti: durante la dittatura di Salazar fu carcere dei prigionieri politici, molte immagini e testi documentano episodi reali, relativi alla strenua opposizione e quindi alla dura repressione dittatoriale del periodo.
Ultimo sforzo…Sobreiro, villaggio tradizionale portoghese ricostruito in ogni sua parte a cura di Josè Franco un artista locale; sono rappresentati tutti i mestieri e le attività del”vecchio e rurale Portogallo”, con dei meccanismi che le animano, ma c’è anche la possibilità di un po’ di shopping per consolarci…con tanti manufatti artigianali.
La giornata del camperista vagabondo volge al termine, ci attende un bel campeggio, siamo raccolti tutti vicini, ogni equipaggio cerca una buona posizione di parcheggio, i motori taceranno per i prossimi due giorni!
Dopo cena, nell’ampia sala del convivio, distribuzioni dei gialli “braccialetti di riconoscimento” per entrata e uscita dal campeggio, ma…niente colomba. Questa sera si festeggiano due compleanni, le festeggiate Theo, nativa dall’Irlanda e Rosmarie dalla Svizzera, hanno unito le loro capacità di abili pasticcere a favore di tutti noi.
Hanno apparecchiato con cura un bel tavolo sul quale troneggiano 4 torte di diverso genere tra cui una ricca di whisky irlandese, che ci servono su dei romantici piattini rosa aiutate dagli operosi consorti; noi ricambiamo con un piccolo ricordo, con numerosi brindisi augurali alla salute delle due ragazze e la tradizionale canzoncina augurale accompagnata dalla chitarra di Renato!

GIOVEDI’ 26 APRILE 2012
Sintra - Cabo de Roca- Cascais


Lord Byron soggiornò a Sintra e la definì “lo splendido Eden”, fu la residenza estiva e di caccia della famiglia reale portoghese, è inserita dall’UNESCO tra i beni culturali dell’umanità fin dal 1995.
Questa è una delle tante immagini che la cittadina offre a piene mani ai suoi visitatori per la bellezza del paesaggio, per la splendida vegetazione tropicale, per gli importanti palazzi, per le opere d’arte, per i retiros, per le caratteristiche vie e infine per la vicinanza al mare e a Lisbona!
Anche noi siamo arrivati fin qui per vivere questa nuova esperienza; il primo impegno è la visita al palazzo reale al quale si accede tramite una scalinata, posizione ideale per una foto di gruppo; come al solito piccola sosta alla biglietteria per la differenza di prezzo tra…junior e senior…. poi, Carla in testa, iniziamo il percorso all’interno che ci porterà nell’incanto delle infinite stanze. La sala dei blasoni, delle sirene, delle gazze, dei cigni, le grandi cucine dove si preparavano i banchetti reali dopo le partite di caccia, la Cappella rivestita con piastrelle di azulejos, passaggi, corridoi, camminamenti….tutto spettacolare e unico. Attorno al Palazzo Reale vi è la Sintra storica, viva e reale, con le stradine rivestite da sanpietrini, chiese, musei, costruzioni antiche, abitazioni abbarbicate sulla roccia, ricche di cascate di fiori intensamente colorati, di voci, di richiami, di suoni… un’oasi di momenti indimenticabili. Passeggiando lungo questo percorso ci guardiamo intorno, cercando di capire come si svolgeva un tempo e come si svolge oggi la vita di Sintra. Un luogo, una località non è solo un insieme di fotografie, di monumenti o opere d’arte, ma è la ricchezza dei suoi personaggi, delle tradizioni, dei colori, dei profumi e dei sapori che ne manifestano il carattere e questa cittadina ha molto da offrire al visitatore sensibile e attento!
Due ore sono volate e ci rimettiamo in viaggio a bordo del bus per raggiungere “Cabo de Roca”… ”il punto più occidentale del continente Europeo dove LA TERRA FINISCE ED IL MARE COMINCIA e dove palpita lo spirito della Fede e dell’Avventura che ha spinto le caravelle portoghesi alla ricerca di nuovi mondi, per il mondo…”.
Ognuno di noi potrà dire “io ci sono stato” come testimonia il diploma distribuito da Vitto e Nirvana ai singoli equipaggi presenti, che certifica il passaggio a Cabo de Roca. Lo sguardo in questo momento può spaziare a 360 gradi: dall’orizzonte leggermente sfumato, al faro, ai prati punteggiati dalla variopinta vegetazione, alle scogliere aguzze e impressionanti che onde spumeggianti cercano di coprire riversando nell’aria minuscole gocce salmastre di oceano, alle morbide colline degradanti fino alla strada, per tornare nuovamente a cogliere la linea dell’orizzonte sull’oceano Atlantico...!
Il tempo è tiranno, ancora un fugace giro per la città di Cascais, con uno sguardo a Villa Italia dimora di Umberto di Savoia durante gli anni dell’esilio, per poi rientrare in campeggio in tempo per prepararci alla serata di musica e fado nel Barrio Alto di Lisbona. Il bus -guidato da “una autista” Carla che per tutto il giorno ci ha scorazzati - si ferma nei pressi del locale prenotato che raggiungiamo a piedi. Lo spettacolo, nel corso della cena, offre momenti d’intrattenimento diversi: dal fado, la canzone tradizionale che meglio esprime il sentimento portoghese della “saudade”, alle altre musiche tipiche e al ballo. Ogni interprete ha delle caratteristiche personali di voce e comunicazione per proporre il suo patos che coinvolge in differente maniera gli spettatori un po’ distratti dalla cena e dal rumore dell’ambiente; terminate le esibizioni, gli artisti scendono tra il pubblico per vendere la propria arte immortalata nei vari dvd.
Ancora musica, ma di casa nostra, durante il viaggio di ritorno al campeggio in un nuovo bus, con un nuovo autista Manuel, che ha voluto coccolare i passeggeri italiani facendo risuonare alte le note della musica di Adriano Celentano; non ci siamo fatti sfuggire l’occasione di un simpatico coro tra le vie di Lisbona, ancora sveglia e vitale nonostante l’ora tarda, splendente di luci e di gocce di pioggia!

VENERDI’ 27 APRILE 2012
LISBONA


Ferdinando Pessoa poeta portoghese nato a Lisbona (1888-1935) così diceva della sua amata città: “…non ci sono per me fiori che siano pari al cromatismo di Lisbona sotto il sole…”
Andiamo alla scoperta di questa città, il sole sta arrivando e senza dubbio ci consentirà di scoprire tutte le bellezze della capitale lusitana LISBOA per i portoghesi e per i romani OLISPO!
Carla l’autista e Carla la guida, nel tragitto di avvicinamento al centro forniscono informazioni utili su come muoverci e su quanto vedremo, dando un’idea sull’orientamento dei vari monumenti e palazzi oggetto della nostra visita.
Da lontano la città ci appare come un mare di case, avvicinandoci pian piano ne comprendiamo la struttura, che si snoda su sette colli per cui i dislivelli tra la parte alta –Alfama- e la Baixa, cioè la parte bassa, sono percorribili a piedi su ripide strade o collegati tra loro da ascensori, come quello di Eifell, e funicolari.
I quartieri più antichi l’Alfama, anima e testimone della vecchia Lisbona, e la Muoraria e il Barrio Alto sono rimasti intatti anche dopo il terribile terremoto del 1755; la città bassa, Baixa, andata completamente distrutta è stata ricostruita cercando di mantenere alcune delle caratteristiche originali. Percorriamo alcuni dei tragitti più interessanti lungo le vie di Lisbona, saliamo, scendiamo ci soffermiamo accanto a chiese, monumenti, non ci lasciamo distrarre da nulla, ascoltiamo e metabolizziamo le parole di Carla che ci suggerisce di avere un occhio attento ai diversi e inconfondibili particolari che sono le caratteristiche predominanti della tradizione del “cuore” della città. Ci accompagna, raccontando i modi di vita, usi, tradizioni pluri-centenarie, piccole opere d’arte da scoprire lungo i vicoli dei vecchi quartieri, dove si respira un’aria d’altri tempi; dall’alto sostiamo in vari punti panoramici fino a far arrivare il nostro sguardo al porto. Poi tra scale e discese si arriva alla parte monumentale più importante, con una breve sosta caffè per consentirci di assaggiare in qualche pastelleria la “pasteis de notà” (ossia le fragranti paste alla crema) non solo per i golosi come me, ma per tutti! Nella discesa verso il porto, questa volta in bus, la prima costruzione che incontriamo è il “Monumento alle scoperte” la costruzione in cemento ha la forma di una caravella e vede protagonista Enrico II° il Navigatore e i grandi eroi portoghesi che andarono per mare. Ai suoi piedi, per rafforzare il desiderio del “viaggio” e la sua essenza c’è un grandissimo mosaico che rappresenta il pianeta. Lo si potrebbe intendere come un augurio e un monito a noi popolo di camperisti, aperti a ogni tipo di avventura sia essa verso nord, est, sud o ovest!
Il sole illumina la torre di Belem, splendida opera interamente in stile manuelino, edificata per difendere il porto della città da eventuali invasioni, è il monumento simbolo del Portogallo, ora sorge sulla terra ferma, un tempo, prima del terremoto, sorgeva tra le acque del fiume Tago.
A seguire visitiamo il “Mosteiro dos Jeronimos “, monumento magnifico, grandioso, costruito da re Manuel dopo il ritorno di Vasco de Gama dalle Indie con tutte le ricchezze conquistate. La chiesa, capolavoro dell’arte manuelina, costruita con tecniche diverse da quelle di tutta Europa e per questo rimasta intatta dopo il terremoto, contiene un insieme di preziose opere d’arte: la statua di Enrico il navigatore, le tombe di Vasco de Gama e Luis de Camoes, le figure di Re Manuel e la sua sposa.
La parte ufficiale della visita è terminata, ora siamo soli, possiamo spaziare per la città, scegliere percorsi diversi. Praca do Comercio, Arco de Rua Augusta, Praca do Municipio, Praca Rossio, il Chiado. Possiamo avventurarci ovunque a piedi o con il mitico tram elettrico n°28. La città di Sant’Antonio…portoghese di nascita ma italiano di vita e con una gran devozione in entrambi i paesi…è a nostra disposizione per farsi ammirare…!
A fine giornata sosta al supermercato -eravamo in crisi d’astinenza- per acquisto viveri, e dulcis in fundo “Cesar” il ristorante -mariskeria- dirimpettaio del campeggio e il suo ottimo, abbondante e indimenticabile pesce!

SABATO 28 APRILE 2012
Da Ericeira a Evora – Camping Orbitur Evora


Oggi ritorniamo alle vecchie abitudini, mai scordate: appello di Daniele con una voce roca che sa ancora un po’ di sonno, ci chiama con calma e ci invita con cortesia a incolonnarci. Carlo saluta le signore camperiste che ringraziano, Sergio controlla con cura dal primo all’ultimo oblò e segnala ogni oggetto sospetto e Vitto, perentorio sentenzia:…andiamo, andiamo!
Superiamo, in un’autostrada molto trafficata Lisbona, rivolgendole un ultimo saluto e un arrivederci, cercando di stare compatti per non distanziarci, visto il consistente movimento di mezzi, per imboccare, tutti assieme in una bella e lunga colonna dai fari accesi che illuminano le corsie stradali sotto a una pioggia violenta, il ponte Vasco de Gama.
E’ stato costruito nel 1998 in occasione dell’Expò e attraversa il fiume Tago da una sponda all’altra per 17,2 km. di cui 10 interamente sull’acqua; al termine del suo percorso un’area di servizio autostradale ne illustra i progetti e le fasi della costruzione. Abbiamo sostato proprio in quell’area, ma pioggia, vento e chi più ne ha più ne metta, hanno creato una barriera insormontabile….breve sosta caffè nel proprio camper e poi via!
Siamo diretti nella zona del collinoso e selvaggio Alentejo, la più grande provincia del Portogallo, granaio del paese e primo produttore mondiale di sughero. Il paesaggio collinare è morbido, si allarga in grandi spazi a destra e a sinistra del nostro percorso e all’orizzonte fa capolino un po’ d’azzurro, man mano che proseguiamo tutto il cielo si rischiara e il sole si fa vedere…strizzando l’occhiolino!
La strada sale, sale fino a giungere al castello di Arraiolos – XIV secolo- ci sistemiamo in bell’ordine in due lunghe file parallele, sotto le sue mura, nella parte superiore del paese che raggiungeremo dopo il pranzo e il riposino o una bella passeggiata fino al cocuzzolo della collina per visitare il maniero.
Il villaggio ha conservato un aspetto di genuina tradizione: poche strade fiancheggiate da case bianche ravvivate dall’azzurro delle cornici di porte e finestre; all’angolo del bar, sulle sedie un gruppetto di uomini ci guarda con interesse sperando in un contatto con i …forestieri cercando di esserci utili in qualche cosa. Per non scontentarli Vitto si avvicina e chiede loro qualche informazione, con dovizia di particolari, ampi gesti ed estrema cortesia ci indicano la rua dos tapetos (noi andati in avanscoperta ne avevamo già rintracciata l’ubicazione) alla quale siamo diretti. Siamo in anticipo sull’orario di apertura delle botteghe artigiane (fabrigas) allora ci soffermiamo a giocherellare con gli ornamentali spruzzi d’acqua della piazza del borgo; da qualche finestra spuntano degli occhi curiosi e i ragazzini sulla strada ridono dei nostri giochi!
E’ un’antica tradizione l’arte di ricamare tappeti su trame di lana o canapa, quel punto particolare prende il nome di ”punto croce di Arraiolos”. I tappeti, ricchi di colori ottenuti con un’antica tecnica di colorazione a base di prodotti naturali, vengono esportati ovunque, li si trova anche alla mostra dell’artigianato di Palazzo Pitti a Firenze. Per diversi anni quest’attività era stata dimenticata, poi ricercando le trame dei vecchi tappeti arabi, in quasi tutte le case del paese si è dato un nuovo inizio e un maggiore impulso alla tradizione sopita. Passando da un laboratorio artigiano all’altro, di negozio in negozio, il più delle volte i retrobottega sono ricchi di lane multicolori, le donne ci hanno orgogliosamente fatto vedere tutti i loro lavori e alcuni di noi, compresi Vitto ed io, hanno acquistato un tappeto con relativo certificato di autenticità.
Il sole ci invita a intrattenerci ancora nel grazioso paesino, pian pianino raggiungiamo i nostri mezzi, per dirigerci verso Evora posta a circa 20 km.
La sala del convivio per riunirci nel dopocena, ci aspetta: breve riassunto della giornata, programma per l’indomani confermato dalla solita carta geografica della zona con il percorso già ben evidenziato con il pennarello rosso, ecco comparire “il dolce” una co..lom..ba, poi vino, ginjinha, chiacchiere di viaggio e le cartoline per gli amici rimasti a casa che tutti devono firmare!

DOMENICA 29 APRILE 2012
Da Evora a Porto Covo - Parque de Campismo da Ilha do Pessegueiro


Rieccoci in compagnia della nostra guida preferita Carla, è venuta a prenderci fin sulla soglia del campeggio, con il bus gironzoliamo in un tour panoramico della medioevale Evora ancora silenziosa e ventilata, ma c’è il sole e questo a noi basta!
Evora è una delle più belle città portoghesi, fa parte del Patrimonio mondiale dell’Umanità; tutti i luoghi interessanti sono vicini tra loro quindi possiamo tranquillamente girarla a piedi, come abbiamo fatto noi apprezzando l’ordine, la cura e la pulizia di tutti i siti visitati.
Abbiamo spaziato dalla cattedrale -Sé- al tempio romano di Diana, alla bellissima pousadas (albergo) del Convento dos Loios, all’università, fino a arrivare alla Praca do Giraldo il centro della città e altro ancora; angoli affascinanti un po’ nascosti, piazzette racchiuse tra edifici medioevali, giardini rigogliosi e infine anche il mercato medioevale. A questo abbiamo dedicato un po’ di tempo tra i vari espositori di prodotti di artigianato, il sughero come primo prodotto con gioielli, borse cappelli e ombrelli, già presenti anche nelle viuzze del centro storico. I banchi di gastronomia tipica attirano ulteriormente la nostra attenzione in particolare quello delle pagnotte e delle pinze appena sfornate, dal profumo fragrante e stuzzicante, acquisto generale e i fornai avranno dovuto impastare dell’altra farina con il lievito per far fronte alle richieste degli altri avventori!
Oggi si riparte subito dopo pranzo, dopo i calorosi saluti a Carla e dopo il rifornimento carburante fatto in ordine e a turno con autisti pronti e scattanti sotto la guida di Vitto, in 35 minuti tutti i serbatoi sono pieni…complimenti a tutti.
Percorriamo le belle strade dell’Alentejo, con una natura generosa e feconda produttrice di querce da sughero per lunghi e ampi tratti, poi, pascoli a perdita d’occhio, fiori ovunque, dalla ginestra, alle campanule viola, all’erica, al pisello odoroso! Nel cielo si librano le cicogne, sono appollaiate ovunque, questa regione è una delle più importanti ”stazioni” europee di questo volatile. Sulla strada incrociamo una carovana di gitani nomadi che viaggiano sorridenti e tranquilli con tutta la famiglia, su carretti trainati da cavalli…in un attimo la riflessione di tutti si fa voce: noi siamo i loro posteri! Breve sosta sotto i raggi del sole per un caffè al volo e per assaggiare la pinza acquistata in mattinata…ottimi e apprezzati entrambi.
Santiago de Cacem, vanta una bella stazione ormai in disuso, ricoperta da azulejos rappresentanti le operazioni di raccolta del sughero; non sostiamo per non intralciare ulteriormente il traffico, ma un veloce passaggio consente di scattare almeno qualche fotografia.
Il sole oggi è generoso, non intende abbandonarci, arriviamo a Cabo de Sines al momento di sistemare i mezzi nel parcheggio della piazza del paese, siamo accolti con entusiasmo da un gruppo festante di ragazzi reduci da una festa di famiglia per un battesimo. Andiamo diretti sulla riva dell’oceano, sotto al castello dove troneggia la statua di Vasco de Gama che indica la via del mare. Per riprendere la strada che ci porterà al campeggio, basta essere un po’ avventurieri e fare una manovra non troppo ortodossa…qualche metro in contromano… quattro o cinque camper osano con buoni risultati. Poi arriva la polizia che incanala e accompagna il resto della colonna sulla retta via con estrema gentilezza, continua a scortarci per un tratto di strada procedendo lenta davanti a noi con i lampeggianti blu accesi, poi un saluto e noi proseguiamo fino alla destinazione definitiva.
Il campeggio è molto spazioso abbiamo un’area ampia tutta per noi e il padrone che ci segue attentamente….con qualche difficoltà di deambulazione, ma non per problemi fisici, ma… per delle abbondanti libagioni!
Il tramonto alle nostre spalle è bellissimo, ci salutiamo e buonanotte a tutti!

LUNEDI’ 30 APRILE 2012
Da Porto Covo a Ponta do Sagres - Camping Cerro de Moitas


La prima mezz’ora della bella e luminosa mattinata è dedicata ai ritratti dei singoli equipaggi davanti al proprio camper, tutti belli e sorridenti, si lasciano immortalare dall’indaffarato amico Pierino.
Terminate questa importante operazione, puntiamo diretti verso Vilanova de Milfontes, la parte marina della zona dell’Alentejo. Per raggiungerla attraversiamo numerosi paesi, piccole località per lo più a carattere agricolo fino ad arrivare nella zona più turistica che nei mesi estivi sarà senza dubbio presa d’assalto da masse di vacanzieri. Ci inerpichiamo fino al termine della strada affacciata direttamente sull’oceano, una rotonda ci permette di circumnavigarla al fine di trovare parcheggio, a destra e a sinistra dell’unica via, idoneo a tutti. Ma c’è un problema: molti equipaggi sono sprovvisti di pane e nella zona al momento ci sono solo gabbiani, sabbia e oceano dal colore blu intenso!
Detto fatto il camper n°1 fa una rapida inversione di marcia si reca al paese più vicino, acquista una cesta di pagnotte di Zambujeira -il pane della zona- e quindi rientra con il prezioso carico per tutto il gruppo annunciando il suo rientro da una scia di delizioso profumo! Ora si può proseguire verso Cabo Sardao… Sardao meravjiao!
E’ un’area non ancora particolarmente conosciuta; per questo che è stata una splendida esperienza vissuta in una tappa della “Portogallavventura”. Le sue attrattive risiedono soprattutto nello scenario naturalistico assolutamente incontaminato, dominato da un imponente faro a protezione dei naviganti che incrociano queste acque tumultuose. I gabbiani aprono le loro ali nel cielo azzurro e lo dipingono con voli acrobatici, le scogliere e i dirupi rocciosi delimitano la costa dai profili taglienti che il lavoro della forza del vento e dell’oceano hanno sagomato con un lavorio di anni che non cesserà mai.
Spaziando ovunque il nostro sguardo affascinato possa arrivare, ci soffermiamo sull’immagine di una, due o forse tre cicogne appollaiate sul loro nido posto alla sommità delle falesie, il piumaggio è scosso dal vento, e raggiunto dagli spruzzi d’acqua, ma esse rimangono ferme e ben salde a protezione del nido che entro breve ospiterà i nuovi nati. Con gli occhi ancora pieni di tutto ciò che ci è stato offerto da madre natura, ci avviamo verso Alyezur, al sito di Arrifana in Algarve, dove sorgono le rovine di un’antica fortezza araba.
Raggiungiamo la località che sarà anche la nostra sosta pranzo con il tempo amico. Per arrivare al punto dove intendiamo soffermarci, è necessario percorrere uno sterrato di un Km. o poco più. Vitto incoraggia chi lo desidera, a scendere verso la riva del mare, alcuni coraggiosi affrontano buche, sassi e polvere, per arrivare in un paesaggio meraviglioso tra fiori di ogni genere, a pochi metri da una spettacolare falesia con il rumore della risacca che batte contro le rocce che affiorano. Il sole è sempre alto nel cielo e per la prima volta anche i tavolini escono dai gavoni per una simpatica merenda. Al termine verrà anche servito il caffè per tutti coloro, e sono stati in molti, che avendo scelto di stazionare nella parte alta del promontorio, a piedi hanno coraggiosamente raggiunto, questo angolo di paradiso terrestre.
Ma non è finita qui…avanti e ancora avanti eccoci a Cabo Saint Vincente, anche qui come nelle precedenti soste ai vari Cabi, scrutando l’immensità dell’oceano aperto a perdita d’occhio, si rimane attoniti davanti alla forza e alla potenza delle onde, del vento, del suo sibilo che ci accompagna, ci segue e ci scompiglia i capelli. Poi c’è il lato più commerciale che ci fa sorridere in modo particolare, leggendo il cartello dinanzi al baracchino dei wurstel... ULTIMO WURSTEL PRIMA DELL’AMERICA!
Si fa quasi sera, il campeggio sotto gli eucalipti è gradevole e sono state anche gradite, le meravigliose arance portoghesi cariche di saporito succo e cosparse di un buon “porto” Calem!
Poi…buonanotte a tutti e arrivederci a domani.

MARTEDI’ 01 MAGGIO 2012
Da Sagres ad Albufeira - Camping Albufeira
M

La mattinata non promette bene, il cielo minaccia precipitazioni; infatti poco dopo la nostra partenza verso Monchique e la sua Serra, la pioggia, senza chiedere il permesso a nessuno, si fa sentire a ritmo alternato, quasi volesse illuderci di cessare per poi riprendere con forza!
Saliamo lungo la strada che ci porta nella zona termale di origine vulcanica Caldas de Monchique, tra una vegetazione fitta ed esuberante, su strade che lasciano intravvedere a ogni curva le diverse prospettive della Serra, fino ad arrivare alla cittadina di Monchique, dove ci sistemiamo nei parcheggi disponibili. E’ un centro montano posto a circa 500 mt. dalle spiagge dell’Algarve, tutto raccolto attorno alla sua chiesa -Igreja Matriz- in stile manuelino, che è stata il nostro rifugio durante un improvviso piovasco.
Uno dei prodotti tipici del luogo è il liquore Modronho a base di corbezzolo e miele, naturalmente con la sostanziosa aggiunta di alcool.
Un bel giro lungo le vie del borgo è un momento gradevole per cercare di conoscere lo stile di vita, le abitudini di questa zona così isolata e diversa del Portogallo.
Giunge il momento di scendere verso la costa mentre il tempo volge al bello, così la nostra colonna si avvia verso la Praja do Camilo e di Dona Ana. La delusione non si fa attendere, i camper forse non sono molto graditi in questo tratto particolare di Algarve, visti i limitati posti di parcheggio, e il numero elevato dei nostri mezzi mette subito in allarme gli avventori dei bar limitrofi al punto di sosta che, con tutta probabilità, fraintendono le nostre intenzioni… Noi nutrivamo solo il desiderio di goderci una bella passeggiata sulla riva dell’immenso oceano baciati dal sole.
Dietro-front e viaggiando per alcuni km. tra favolose case-dormitorio assolutamente vuote, tra strutture per villeggianti fatiscenti, un’urbanizzazione esagerata che devasta la bellezza delle coste, arriviamo a Armacao de Pera.
Sistemazione tipo puzzle, con incastri perfetti al millimetro, oltre a noi non entrerebbe nel parcheggio neppure una pulce, merito dei bravi autisti!
Sulla scogliera battuta dall’acqua del mare, guardando verso l’orizzonte limpido sorge una piccola cappella “Nossa Senhora da Rocha” bianca, di un bianco candido e accecante sotto la luce del sole sorvolata dal volo e dallo strido d’innumerevoli gabbiani. Sotto di essa, alcune spiagge dell’Algarve in comunicazione tra di loro tramite grotte accessibili via mare; è una bella passeggiata che ci ricompensa, almeno in parte, di quanto siamo stati impossibilitati a svolgere nella sosta precedente.
Il campeggio di Albufeira è all’altezza della fama di questa zona, spazi ampi, tutti i confort possibili, ottimo ristorante provato da un buon numero di Grandisti e ottimo vinho verde stappato e bevuto dopo cena assieme alla dolce e immancabile…col--ba, e alle solite chiacchiere vacanziere!

MERCOLEDI’ 02 MAGGIO 2012
Da Albufeira a Cabana de Tavira – Camping Parco Naturale de Ria Formosa


Ultimo giorno di viaggio per i 26 motori rombanti di questo tour, l’ultimo festeggiamento è per il compleanno di Antonia -camper n°7- e per finire l’appello di Daniele: oggi è stato molto particolare e significativo, ci ha raccolti per la partenza parlando di ciascuno di noi a braccio e noi lo abbiamo ascoltato in silenzio.
Arriviamo in una delle maggiori e rinomate località turistiche portoghesi Vilamoura, possiamo spaziare e perfino zigzagare a piacimento in un grande parcheggio, ma scegliamo una sistemazione più ordinata e più adatta alle immagini che l’amico fotografo scatterà con il suo grandangolo per comprenderci tutti dal n°1 al n°26.
Oltre a un bel giro nel club nautico tra negozi, bar, barche e yacht di ogni tipo -la pianta del porto spiega che gli ormeggi a disposizione sono 1500- c’è la possibilità di visitare le rovine romane di una antica villa risalente al III° sec. molto ben conservata; le opzioni diverse hanno suddiviso il gruppo che però al termine della visita si è ritrovato nuovamente riunito per un ottimo e corroborante caffè con pasticcini.
Entriamo in autostrada per superare la città di Faro, uno dei centri votato al turismo tra i più famosi e affollati di tutta l’Algarve, per poi uscire su percorsi più lenti, su qualche strada senza dubbio più stretta, ma panoramica, tra aranceti dall’intenso colore e il profumo di zagare che entra dai finestrini, portato da una leggera brezza che mantiene il cielo limpido e soleggiato, tra minuscoli villaggi composti da un pugno di candide casette bianche, tra pascoli e coltivazioni di ogni tipo fino ad arrivare a Pedras del Rei.
Siamo nel Parco di Ria Formosa, sistemiamo i camper a lato della laguna in uno spazio ampio a nostra disposizione.
Vogliamo raggiungere la spiaggia di Barril -Barril Beach- ci sono due possibilità: a piedi camminando su passerelle di legno, o facendoci trasportare da un pittoresco “convoglio” che viaggia a scartamento ridotto per 1 km o poco più.
Il trenino ci aspetta per una corsa a noi riservata; non tutto il gruppo sceglie quest’escursione, una parte decide di soffermarsi per la sosta pranzo ai camper.
Riempiti di entusiasti viaggiatori i due vagoncini, attraversiamo la Ria -la laguna- immersi nella sua tipica flora, tra gradevoli e penetranti profumi, canti di uccelli, fronde mosse dal vento o da qualche animale acquatico e commenti gioiosi e festanti dei partecipanti al mini viaggio!
L’arenile di Barril è immenso, in lontananza dei pescatori pazienti lanciano le canne con ottimi risultati, sulla duna spicca una spianata di vecchie ancore delle navi addette alla pesca del tonno, attività ancora molto praticata da queste parti e poi l’immensa spiaggia, con lo sguardo non riusciamo a percepirne la fine.
E’ ora di pranzo anche per noi, all’apparenza sembra che tutto sia chiuso, ristorante compreso, invece, dopo la nostra richiesta accorata di avere la possibilità di poter piluccare qual cosina, cuoco e cuoche si sono messi d’impegno, aprendo i frigoriferi, scaldando tutto quanto hanno a disposizione e in quattro e quattr’otto siamo a tavola gustando un buon pranzetto e con il caffè offerto a tutti i commensali!
Nel pomeriggio ci avviciniamo al campeggio, la sosta per l’ultima notte di viaggio; i proprietari, gentilissimi, ci invitano a un aperitivo di benvenuto al quale partecipiamo tutti con molto piacere, gustando il buon vino che ci viene offerto; ricambiamo la loro gentilezza con il dono di un gagliardetto del nostro Club che viene subito appeso in bella mostra.
Arriva anche il momento della cena, percorriamo un tratto di strada a piedi fino ad arrivare sulla riva del mare e lì in prima fila c’è il ristorante prenotato per noi.
E’ una cena di pesce, con ogni tipo di pesce, molluschi e crostacei in abbondanza, dai gamberoni, alla polpa di granchio, agli sgombri ai ferri… forse dimentico qualche portata, il tutto ben curato e servito con garbo. Sono 5 le persone che non amano il pesce, in alternativa a loro è stata servita dell’ottima carne con patate e contorni, spero che abbiano gradito come noi!
La serata si protrae allegramente fino al momento di rientrare in campeggio; ci diamo appuntamento a domani mattina per bere ancora un caffè assieme e salutarci.

GIOVEDI’ 3 MAGGIO 2012
Saluti finali


H. 8,00 precise tutti nuovamente assieme, ognuno di noi ha già nella mente il percorso per raggiungere la propria città con un unico viaggio veloce o con soste per rendere il rientro più confortevole e graduale, in compagnia o in solitaria. Ci salutiamo dopo alcune doverose parole di ringraziamento da parte di Vitto a tutti i collaboratori più stretti che lo hanno supportato e…sopportato in ogni momento di questi 17 giorni e indistintamente a tutti gli equipaggi del gruppo, che hanno seguito per quasi 2.000 km. indicazioni, suggerimenti, orari, in momenti di viaggio tranquilli e distensivi e talvolta più difficili.
Il Portogallo ha accolto questo variegato gruppo di camperisti, con generosità e affetto, ricambiato da tutti nonostante il maltempo abbia cercato di bloccarci più volte, ma altrettante volte è stato il gruppo ad avere la meglio sugli eventi atmosferici contrari.
Grazie a tutti e arrivederci alla prossima “Avventura” targata “Camper club la Granda”; non ha importanza la meta prestigiosa: l’importante è viaggiare “ Insieme” con la gioia di conoscere, emozionarsi e rigenerare lo spirito!