Consigli pratici - varie

Un’allegra compagnia – biancheria da cucina

23.11.2012

Penso che la cucina sia il luogo dove noi donne passiamo buona parte del nostro tempo, e non a caso viene detto che è il regno della padrona di casa, vogliamo allora rendere questo luogo allegro e chiudere fuori dalla nostra isola felice la monotonia? Proviamoci….., non ci vuole molto, ed i nostri alleati potrebbero essere gli utilissimi accessori che possono rappresentare un grazioso ornamento, purché si abbia l’accortezza di scegliere colori vivaci e disegni piacevoli che più si adattano alle tinte già esistenti. Lino, canapa e cotone saranno gli allegri compagni delle nostre ore accanto ai fornelli.
Il settore della biancheria per la cucina è quello che più di tutti ha subito in questi ultimi anni un radicale cambiamento; alla supremazia del bianco, che trovava delle variazioni unicamente nelle rigature o nei riquadri rossi e blu dei canovacci di tipo più comune, si è sostituita oggi tutta una gamma di tinte vivacissime che portano in cucina una nota di allegria.
A tutta una fioritura di disegni nuovi, di fantasie vistose, di audaci accostamenti di tinte, vi è anche la personalizzazione dei nostri canovacci e asciugamani con i ricami a punto croce e ricami che risultano dei veri e propri capolavori.
Il tessuto con caratteristiche di morbidezza e massimo potere di assorbimento è il lino, anche se rispetto ad altri tessuti è più costoso, ma ha la caratteristica di asciugare bene e non lasciare residui di peluria sulle stoviglie ed è perciò l’ideale per cristalleria e porcellane.
La canapa, quando è nuova, è un po’ troppo ruvida e assorbe imperfettamente, ma dopo qualche tempo questi difetti si attenuano; ha lunga durata e si presta ottimamente per asciugare pentole e posate.
Il tessuto più economico è il cotone, che si sceglierà del tipo ritorto perché non lasci troppi peli sulle superfici asciugate.
Per gli asciugamani è consigliabile la spugna, che assorbe più degli altri tessuti.
I vari elementi che compongono il corredo della cucina devono essere piuttosto numerosi, perché si sporcano facilmente e vanno quindi cambiati spesso.
Ogni strofinaccio dovrebbe essere adibito a una funzione ben precisa e usato solo per quella. Per evitare di confonderli tra loro sarebbe utile fare una divisione in base alla decorazione o ai colori; si potranno, per esempio, usare per le posate gli strofinacci a righe, per le pentole quelli a fiori, per i piatti quelli bianchi forniti di bordure laterali colorate, per i bicchieri quelli a quadretti, per le mani quelli di spugna (per chi si diletta in ricamo senz’altro risulterà più semplice in quanto si potranno ricamare direttamente le stoviglie a cui saranno abbinati).
Cinzia Porata